Amo Leonard Cohen, i suoi capelli tagliati corti, il cappello, la giacca e cravatta, l'abito impeccabile, i modi da signore senza tempo, la compostezza, il suo modo di concedersi al pubblico con generosità, la voce da brivido che viene da profondità abissali, potente e carezzevole come non mai, la musica, le parole.
Un concerto che insieme è mistico, vibrante, coinvolgente, sensuale.
Il sassofonista suona in modo strepitoso, il suo old friend regala degli "a solo" indimenticabili, la corista ha la pelle ambrata, una voce che incanta.
E lui, quando un altro componente della band suona o canta, si toglie il cappello e lo appoggia sul cuore.
Piazza Santa Croce non ha bisogno di parole.
Le stelle nel cielo e i giochi semplici della luce si riflettono sulle impalpabili tende che avvolgono il palco. Il vento le muove e dal palco porta dritto fino a me vibrazioni, sensazioni positive, emozioni intense. Il vento asciuga qualche lacrima.
Sono seduta accanto a due personaggi usciti da non so dove, affascinanti: lei con un buffo capellino a maglia dal quale escono nuvole di capelli bianchi, corporatura enorme, occhi azzurri ridenti mi sorride, le sorrido; lui è un gigante barbuto e capelluto. Alla fine salgono sulle sedie, con grande naturalezza e lievità potrebbero spiccare un volo verso il cielo.
Ps ovviamente non potevano mancare gli zotici che durante il concerto si alzano per andare a prendere birre, granite e quant'altro…………
giovedì 2 settembre 2010
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