mi hanno sempre affascinato le vicende casuali, che hanno portato alla creazione dei piatti più popolari.
Mi viene in mente una delle versioni sulla nascita della cecina (torta di ceci), così come mirabilmente la racconta Righi Parenti. La conoscete? Per chi non la conosce ne faccio un piccolo riassunto.
Nel XIII secolo i ceci erano uno dei pochi cibi che si conservava facilmente, così si usavano a bordo delle navi per cibare i rematori. Nel 1284, durante una terribile tempesta, una “galera”, carica di prigionieri pisani ai remi, imbarcò molta acqua che ammollò i ceci che si trovavano in cambusa, dove c’erano anche barili di olio che si sfasciarono.
Quando finì la tempesta i ceci erano divenuti una purea, salata dall’acqua del mare e condita con l’olio dei barilotti.
I genovesi, come al solito, non vollero buttare via niente e diedero la brodaglia in pasto ai prigionieri. Alcuni dei pisani non la mangiarono e lasciarono la loro ciotola da parte. Però, quando la fame si fece sentire, ebbero la gradita sorpresa di trovare una specie di focaccetta perchè il caldo del sole aveva fatto evaporare dalla farinata tutta l’acqua.
sabato 19 aprile 2008
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