E’ un insalata di pollo, semplice e che risolve tante situazioni.
Antipasto o secondo in colazione leggera.
Ho scoperto che viene bene con del pollo lessato in un brodo vegetale (sedano, carote e poca cipolla con foglia di alloro). Delle volte quando non ho tempo l’ho preparata anche con un pollo arrosto di quelli del super, disossato e fatto a piccoli pezzi.
Altri ingredienti sono: cuori di sedano a pezzettini, dadi di groviera, prosciutto cotto tagliato a dadini, olive verdi denociolate, lattuga a striscioline fini.
Si mescola tutto insieme. Poi condito con olio di oliva e poco sale. Se siete bravi con la maionese e avete la fortuna di procurarvi uova fresche penso ci stiano bene.
venerdì 31 ottobre 2008
mercoledì 29 ottobre 2008
terrina di pollo profumata alla salvia
Vorrei dire subito che non è una vera e propria terrina, l'ho chiamata così per il recipiente utilizzato per la sua cottura.
Occorrono: petto di pollo, salvia, mortadella di Bologna a fette sottili, 2 uova,grana grattugiato, formaggio a fette sottili(fontina oppure scamorza affumicata) , noce moscata, facoltativo un piccolo pugno di spinaci lessati.
Procedimento: tritate il petto di pollo a crudo (ho usato le lame del Braun), aggiungete la salvia e se li avete anche un piccolo pugno di spinaci lessati, servono a dare colore. Unite al composto il grana grattugiato e la noce moscata.
Foderate le pareti della terrina con le fettine di mortadella e poi iniziate a comporre la terrina a strati: un primo strato è costituito da parte della polpa del pollo tritata,sopra questo ponete le fette di mortadella e sopra queste le fette di formaggio, condite ogni strato con le uova battute leggermente. Procedete così fino ad esaurimento degli ingredienti e terminate con le fettine di mortadella. tra uno strato e l'altro potete porre anche qualche fogliolina di salvia.
mettete lo stampo della terrina a cuocere come di consueto a bagno maria in forno a 180° per circa 30-40 minuti. Lasciate raffreddare in forno.
Servite con insalata fresca.
L'ho preparata ieri e forse per la presenza degli spinaci e della salvia la parte "pollosa" ha assunto una delicata colorazione verde pastello, molto scenografica.
Occorrono: petto di pollo, salvia, mortadella di Bologna a fette sottili, 2 uova,grana grattugiato, formaggio a fette sottili(fontina oppure scamorza affumicata) , noce moscata, facoltativo un piccolo pugno di spinaci lessati.
Procedimento: tritate il petto di pollo a crudo (ho usato le lame del Braun), aggiungete la salvia e se li avete anche un piccolo pugno di spinaci lessati, servono a dare colore. Unite al composto il grana grattugiato e la noce moscata.
Foderate le pareti della terrina con le fettine di mortadella e poi iniziate a comporre la terrina a strati: un primo strato è costituito da parte della polpa del pollo tritata,sopra questo ponete le fette di mortadella e sopra queste le fette di formaggio, condite ogni strato con le uova battute leggermente. Procedete così fino ad esaurimento degli ingredienti e terminate con le fettine di mortadella. tra uno strato e l'altro potete porre anche qualche fogliolina di salvia.
mettete lo stampo della terrina a cuocere come di consueto a bagno maria in forno a 180° per circa 30-40 minuti. Lasciate raffreddare in forno.
Servite con insalata fresca.
L'ho preparata ieri e forse per la presenza degli spinaci e della salvia la parte "pollosa" ha assunto una delicata colorazione verde pastello, molto scenografica.
Etichette:
Ricette sparse a base di pollo,
salvia,
terrina
martedì 28 ottobre 2008
grazie
non vorrei che suonasse blasfemo, è solo un grazie per un successo professionale al quale tenevo tanto.
successo temporaneo, certo, ma intenso, conseguito grazie all'apporto di un lavoro di squadra magistralmente orchestrato e che mi ha dato davvero tanto in termini di conoscenza.
Oltre al privilegio di lavorare con una persona di grande intelligenza e umanità.
successo temporaneo, certo, ma intenso, conseguito grazie all'apporto di un lavoro di squadra magistralmente orchestrato e che mi ha dato davvero tanto in termini di conoscenza.
Oltre al privilegio di lavorare con una persona di grande intelligenza e umanità.
venerdì 17 ottobre 2008
sere d'estate 1
In questa giornata che è grigia, ma anche calda, che è però così piovosa e in questo particolare momento di stanchezza, stanchezza, nervosismo, stress, impegni, incombenze, responsabilità insomma grandi rotture interminabili perché sono una dietro l'altra (superi una neanche un momento per respirare di sollievo ed eccone pronta un'altra, ma non mi lamento, ogni tanto esplodo ma non importa…….),vorrei rievocare uno dei modi che preferisco per trascorrere le serate estive.
E' una sorta di tradizione, ormai da qualche anno. Nelle sere particolarmente calde tra fine Luglio e inizi di Agosto.
L'appuntamento è intorno alle 19. Basta davvero molto poco: una spiaggia deserta, le ore della sera, un grande fuoco fatto con i rami che porta il mare, una griglia per arrostire le carni, il pane per le bruschette, qualche focaccia, delle torte salate e qualche dolcetto.
Inizia con un bagno al tramonto, l'acqua è tiepida e pulita. Poi una lunga camminata sulla spiaggia che a quell'ora in genere è quasi deserta; intanto i maschietti di tutte le età accendono il fuoco, anzi due fuochi uno per i grandi un altro per i figli.
Poi un aperitivo, i costumi sono bagnati, ma è meraviglioso un aperitivo sul mare, con i piedi sulla battigia, chiacchierando se si ha voglia oppure semplicemente guardando il tramonto.
Poi si arrostisce la carne, mangiamo con i piatti di carta, ridiamo molto, raccontiamo, parliamo non c'è bisogno di molto per comunicare quando si condividono le stesse passioni. I ragazzi sono intorno al loro fuoco o giocano correndo sulla spiaggia.
Piano piano diventa notte, arrivano le prime stelle, la luna con i suoi lucenti capelli si riflette sul mare, i profumi della macchia mediterranea si fanno intensi. Sdraiati sugli asciugamani guardiamo le stelle, ascoltiamo il rumore del mare. Con le pile continuiamo a camminare.
All'inizio eravamo 2 coppie con bambini e un cane, poi si sono aggiunti altri amici, altri bambini, nessun altro cane. Poi i bambini sono cresciuti e sono diventati ragazzini, poi ragazzi. Gli amici alcuni sono andati in altri luoghi, cercando altre mete, altri orizzonti. Altri amori. Altri e nuovi ne sono arrivati.
Noi anche questa estate ci siamo ritrovati qui, in questo gruppo così eterogeneo che si espande accogliendo tutti da 3 anni in su, anche con una nonnina zoppicante disposta a tutto pur di partecipare ma che ora vive in un paese lontano.
E' una sorta di tradizione, ormai da qualche anno. Nelle sere particolarmente calde tra fine Luglio e inizi di Agosto.
L'appuntamento è intorno alle 19. Basta davvero molto poco: una spiaggia deserta, le ore della sera, un grande fuoco fatto con i rami che porta il mare, una griglia per arrostire le carni, il pane per le bruschette, qualche focaccia, delle torte salate e qualche dolcetto.
Inizia con un bagno al tramonto, l'acqua è tiepida e pulita. Poi una lunga camminata sulla spiaggia che a quell'ora in genere è quasi deserta; intanto i maschietti di tutte le età accendono il fuoco, anzi due fuochi uno per i grandi un altro per i figli.
Poi un aperitivo, i costumi sono bagnati, ma è meraviglioso un aperitivo sul mare, con i piedi sulla battigia, chiacchierando se si ha voglia oppure semplicemente guardando il tramonto.
Poi si arrostisce la carne, mangiamo con i piatti di carta, ridiamo molto, raccontiamo, parliamo non c'è bisogno di molto per comunicare quando si condividono le stesse passioni. I ragazzi sono intorno al loro fuoco o giocano correndo sulla spiaggia.
Piano piano diventa notte, arrivano le prime stelle, la luna con i suoi lucenti capelli si riflette sul mare, i profumi della macchia mediterranea si fanno intensi. Sdraiati sugli asciugamani guardiamo le stelle, ascoltiamo il rumore del mare. Con le pile continuiamo a camminare.
All'inizio eravamo 2 coppie con bambini e un cane, poi si sono aggiunti altri amici, altri bambini, nessun altro cane. Poi i bambini sono cresciuti e sono diventati ragazzini, poi ragazzi. Gli amici alcuni sono andati in altri luoghi, cercando altre mete, altri orizzonti. Altri amori. Altri e nuovi ne sono arrivati.
Noi anche questa estate ci siamo ritrovati qui, in questo gruppo così eterogeneo che si espande accogliendo tutti da 3 anni in su, anche con una nonnina zoppicante disposta a tutto pur di partecipare ma che ora vive in un paese lontano.
venerdì 10 ottobre 2008
Il Grande Dizionario di Cucina di Alexandre Dumas
Alexandre Dumas, oltre ad essere il grande romanziere che tutti conoscono, era un grande viaggiatore e gourmet.
Ha scritto anche ”Il grande dizionario della cucina”, pubblicato da Sellerio. A proposito quanto mi piacciono queste edizioni con la copertina blu, sempre delle stampe particolari, e poi la qualità della carta, i caratteri. Sono cose che contano, a mio avviso, nella scelta di un libro, E’ come una sorta di ammicamento.
Ma torniamo ad Alexandre. Gran mangiatore e viaggiatore, natura possente e anche sensuale. Produceva molto e spendeva molto. Ha scritto anche " memories" e "impressions de voyage", che sono molto curiosa di leggere.
I due volumetti che compongono il grande dizionario sono una miniera di informazioni, di storie, di personaggi celebri raccontati nelle loro tavole. Sono anche una porta aperta su un epoca di mangiatori insaziabili, di banchetti e cibarie a profusione, almeno sulle mense dei più fortunati.
Potete trovarvi davvero tanto.
Se il vostro maschietto cacciatore vi porta a casa un armadillo, saprete già che ha carni tenere e delicate che gli Indiani apprezzano molto, anche se ha un forte odore muschiato.
Se avete la bella abitudine di scrivere in elegante grafia i vs menù, potrete inserirvi i "pomodori alla Grimod de la Reynière" (semplicemente ripieni di un trito di carne tenera, con spicchio di aglio, prezzemolo, erba cipollina e dragoncello tritati, cosparsi da molto pane grattugiato. Il tutto viene cotto in forno).
Se poi, preoccupati per l’andamento delle borse, avete deciso di fare fuori i vostri risparmi, potete prepararvi dei tartufi alla cenere, oppure allo Champagne, è vero che si tratta dei tartufi che si trovano in Francia e sono quelli neri, grigi o violetti, ma penso che le loro quotazioni siano abbastanza elevate se anche Brillat Savarin scriveva che erano il diamante della cucina.
Comunque troverete anche la ricetta per fare una bella insalata di tartufi bianchi del Piemonte che hanno la notevole caratteristica di non necessitare di cottura.
Meglio seguire l’andamento disastroso dell’economia mondiale o investire in questo delizioso tubero che “risveglia ricordi erotici e ghiotti nel sesso che porta la veste e dei ricordi ghiotti ed erotici nel sesso che porta la barba”?.
Per tornare al quotidiano, potrete leggere tante storie che accompagnano le ricette come la zuppa di cipolle alla Stanislao, così chiamata perchè l’ex re di Polonia in uno dei suoi viaggi da Luneville a Versailles, dove si recava a trovare sua figlia la regina, si fermò in un albergo di Cholons, dove gli servirono una zuppa di cipolle così gustosa e delicata che non volle proseguire il viaggio prima di apprenderne la ricetta.
E così, avvolto nella sua vestaglia, Sua Maestà si recò nelle cucine e pretese che il cuoco la preparasse sotto i suoi occhi. Nè il vapore nè l’odore delle cipolle lo distolsero dalla preparazione. Osservò e prese nota di tutto e ripartì solo quando fu certo di possedere l’arte di preparare questa eccellente zuppa.
Ha scritto anche ”Il grande dizionario della cucina”, pubblicato da Sellerio. A proposito quanto mi piacciono queste edizioni con la copertina blu, sempre delle stampe particolari, e poi la qualità della carta, i caratteri. Sono cose che contano, a mio avviso, nella scelta di un libro, E’ come una sorta di ammicamento.
Ma torniamo ad Alexandre. Gran mangiatore e viaggiatore, natura possente e anche sensuale. Produceva molto e spendeva molto. Ha scritto anche " memories" e "impressions de voyage", che sono molto curiosa di leggere.
I due volumetti che compongono il grande dizionario sono una miniera di informazioni, di storie, di personaggi celebri raccontati nelle loro tavole. Sono anche una porta aperta su un epoca di mangiatori insaziabili, di banchetti e cibarie a profusione, almeno sulle mense dei più fortunati.
Potete trovarvi davvero tanto.
Se il vostro maschietto cacciatore vi porta a casa un armadillo, saprete già che ha carni tenere e delicate che gli Indiani apprezzano molto, anche se ha un forte odore muschiato.
Se avete la bella abitudine di scrivere in elegante grafia i vs menù, potrete inserirvi i "pomodori alla Grimod de la Reynière" (semplicemente ripieni di un trito di carne tenera, con spicchio di aglio, prezzemolo, erba cipollina e dragoncello tritati, cosparsi da molto pane grattugiato. Il tutto viene cotto in forno).
Se poi, preoccupati per l’andamento delle borse, avete deciso di fare fuori i vostri risparmi, potete prepararvi dei tartufi alla cenere, oppure allo Champagne, è vero che si tratta dei tartufi che si trovano in Francia e sono quelli neri, grigi o violetti, ma penso che le loro quotazioni siano abbastanza elevate se anche Brillat Savarin scriveva che erano il diamante della cucina.
Comunque troverete anche la ricetta per fare una bella insalata di tartufi bianchi del Piemonte che hanno la notevole caratteristica di non necessitare di cottura.
Meglio seguire l’andamento disastroso dell’economia mondiale o investire in questo delizioso tubero che “risveglia ricordi erotici e ghiotti nel sesso che porta la veste e dei ricordi ghiotti ed erotici nel sesso che porta la barba”?.
Per tornare al quotidiano, potrete leggere tante storie che accompagnano le ricette come la zuppa di cipolle alla Stanislao, così chiamata perchè l’ex re di Polonia in uno dei suoi viaggi da Luneville a Versailles, dove si recava a trovare sua figlia la regina, si fermò in un albergo di Cholons, dove gli servirono una zuppa di cipolle così gustosa e delicata che non volle proseguire il viaggio prima di apprenderne la ricetta.
E così, avvolto nella sua vestaglia, Sua Maestà si recò nelle cucine e pretese che il cuoco la preparasse sotto i suoi occhi. Nè il vapore nè l’odore delle cipolle lo distolsero dalla preparazione. Osservò e prese nota di tutto e ripartì solo quando fu certo di possedere l’arte di preparare questa eccellente zuppa.
Etichette:
Dumas,
Grande Dizionario della Cucina
mercoledì 1 ottobre 2008
Le cinquanta cortesie
Ai fiorentini del 300 piaceva il vino buono che consideravano un toccasana contro le malattie e quasi un vaccino contro la peste. Boccaccio racconta che nei periodi di epidemia si beveva vino giorno e notte senza misura.
Gregorio da Montecatini dice che il vino genera buon sangue per l'assomiglianza che ha con esso.
Durante i desinari e le cene si beveva parecchio adoperandosi più il vetro che 'l legname, cioè più il bicchiere del tagliere.
Nonostante qualche perdonabile sbornia i commensali cercavano di comportarsi a tavola con una certa educazione e, forse seguivano qualcuna delle cinquanta cortesie o norme di buona creanza nei conviti dettate dal milanese Bonvesin da Riva.
tra queste:
La cortesia cinquena: sta conzamente al desco
cortese adorno alegro e confortoso e fresco
no dì sta cuintoroso, no grano ni travacao
ni co le gambe incrosae, ni torto, ni apodiao
.........
La cortesia ogena si è ke Dio n'acresca
ni trop impir la boca, ni trop mangiar in pressa
lo gordo ke mangia in pressa, ke mangia a boca plena
quand el fiss appellao el have responde a pena
Gregorio da Montecatini dice che il vino genera buon sangue per l'assomiglianza che ha con esso.
Durante i desinari e le cene si beveva parecchio adoperandosi più il vetro che 'l legname, cioè più il bicchiere del tagliere.
Nonostante qualche perdonabile sbornia i commensali cercavano di comportarsi a tavola con una certa educazione e, forse seguivano qualcuna delle cinquanta cortesie o norme di buona creanza nei conviti dettate dal milanese Bonvesin da Riva.
tra queste:
La cortesia cinquena: sta conzamente al desco
cortese adorno alegro e confortoso e fresco
no dì sta cuintoroso, no grano ni travacao
ni co le gambe incrosae, ni torto, ni apodiao
.........
La cortesia ogena si è ke Dio n'acresca
ni trop impir la boca, ni trop mangiar in pressa
lo gordo ke mangia in pressa, ke mangia a boca plena
quand el fiss appellao el have responde a pena
Iscriviti a:
Post (Atom)