mercoledì 28 marzo 2012

Idee per un viaggio in Toscana - S. Quirico in Val d'Orcia, già S. Quirico in Osenna

La Via Francigena è stata la più battuta delle "Romee" strade medioevali di pellegrinaggio che conducevano a Roma. Fin dal VIII secolo è stata il collegamento tra l'Abbazia di Canterbury e Roma, attraverso la Francia (da cui prende il nome). Oltre che dai pellegrini, era percorsa da soldati, mercanti, viaggiatori.
Per ricostruire il tracciato italiano della via Francigena il riferimento è costituito dal diario tenuto da Sigerico, arcivescovo di Canterbury, in occasione del suo viaggio a Roma avvenuto nell'anno 990.  Un diario minuzioso che abbonda in descrizioni, dal quale però ci separano secoli e le trasformazioni avvenute nel corso del tempo.I resoconti dei viaggi successivi, le tracce ed i segni sopravvissuti al cambiamento consentono, tuttavia, di ripercorrere questo storico itinerario.
Anche il territorio della Val d'Orcia è attraversato dalla Via Francigena, il percorso è ben segnalato da cartelli indicatori.
Questa strada determinò il destino, la fama e la prosperità dei centri, maggiori o minori, che attraversava.
San Quirico d'Orcia è uno di questi . E' un antico borgo fortificato, con mure quattrocentesche ( 1472).
Sorge su una collina tufacea a 750 braccia sopra il livello del mare.
Nel sec. VIII era una delle pievi situate dentro i confini del contado senese, ma dipendeva, per l'ecclesiastico, dalla diocesi di Arezzo. Molte contese e fatti di sangue generò tra queste due città.
La più antica pieve è quella dei Santissimi Quirico e Giuditta; dopo di questa, in ordine di antichità, vi è la chiesa di S. Maria, presso la quale venne edificato nel XI secolo un ospizio di eremiti camaldolesi, da qui deriva il nome della vicina porta (Camaldoli).
Notevole è la Collegiata gotica-italiana con sculture raffiguranti leoni che sorreggono lunghe colonnine intorno alle quali figura attorcigliato un serpentone.
 Accanto alla porta Nuova ci sono gli Horti Leonini, un giardino all'italiana progettato da Diomede Leoni nella prima metà del XVI secolo.
E' suggestivo percorrere, a piedi, le sue strade, passare in mezzo a queste testimonianze. La sera, fuori stagione, il borgo è quasi deserto, si sentono solo i rintocchi delle campane.
Un camino acceso, un atmosfera variegata, un servizio piacevole ed un ottima cucina (provare ossobuco alla senese) si possono trovare alla Trattoria al Vecchio Forno.


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una foto che mi piace molto

una foto che mi piace molto
penso sia di erwitt