Questo viaggio è stato breve: cinque giorni in tutto!
Si rientra attraversando il Massif de l'Esterel, scorci e vista incantevoli.
Breve sosta a Cannes; sotto gli alberi di square Lord Brougham, davanti a le Vieux Port, pensionati e personaggi di ogni tipo giocano pigramente a petanque. Arrivano con le due bocce tenute insieme da una funicella alle cui estremità sono fissate delle calamite ; le calamite servono anche per recuperare le bocce durante il gioco.
Passeggiata nel vecchio quartiere collinare della città: il Suquet. Girellando scopro alcuni ristoranti dall'aria interessante che espongono il simbolo che attesta che sono stati selezionati e approvati da:
http://www.le-bouche-a-oreille.com/
Alle 17 degustazione di frutti di mare, accompagnati da bottiglia di Muscadet, da Astoux & Brun, rue Felix Faure, è uno spettacolo vedere l'apertura delle ostriche nella cucina che da sulla strada a fianco. Però la qualità dei frutti di mare mi delude .
Sosta a Biot (8800 abitanti), scoperto grazie alla guida Lonely Planet. Questo un paesino un tempo era famoso per la produzione di vasellame, in particolare realizzavano delle grandi giare in terracotta per conservarvi olio e vino; mi ricordo che mia nonna ne aveva una, enorme proprio come quelle che vedo qui esposte.
A Biot è ancora viva una fiorente produzione artigianale ed artistica nel settore del vetro, è bello visitare i suoi coloratissimi ateliers.
La sua storia è stata tormentata: i primi abitanti erano celti-liguri, poi ha subito, per cinque secoli, la dominazione romana. Nel medioevo fu sede di una Commenda di Templari. Nel 1387 il paese venne distrutto dalla guerra e la sua popolazione fu decimata dalla peste. Venne ricostruito nel 1470 da un gruppo di famiglie liguri provenienti da Oneglia.
La place des Arcades è una pregevole testimonianza del passato di Biot come sede della Commenda dei Templari, prima e dei cavalieri di Malta poi. In questa piazza si trova l'albergo Restaurant des Arcades: è un edificio che risale al secolo XIII con camini monumentali e mobili d'epoca; nel XX secolo è stato il punto di ritrovo di molti artisti le cui opere ornano ancora le sue pareti nella sala da pranzo, nelle gallerie, nei corridoi e nelle camere : Mimi e Didier Brothier, Cesar, Novaro, Vasarely, Leger.
Per arrivare alle camere dei piani superiori ci si inerpica per scale anguste, ma sono deliziose ed hanno una vista incantevole. La cucina utilizza prodotti freschissimi (li ho visti arrivare, in particolare mi ricordo dei fiori di zucca magnifici) è regionale e favolosa.
sabato 11 febbraio 2012
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