domenica 31 maggio 2009

stasera mi sento così

Copio questo post da Studio Illegale, un blog che mi piaceva tanto e che purtroppo ha chiuso http://studioillegale.splinder.com/
mi ha incuriosito la storia del suo autore, che tra l'altro ha pubblicato, con successo, un libro con lo stesso titolo .
Copio questo brano perchè esprime perfettamente quello che provo questa sera.
E' la deformazione che spesso, nella vita, impedisce di trovare delle strade diverse da quelle che sono le applicazioni della norma. E' un modo di porsi di fronte alla realtà, analizzarla da un punto di vista professionale anche quando forse ci sarebbero delle strade più semplici e dirette
Intendiamoci quotidianamente ci troviamo di fronte a situazioni davvero ingiuste, abusi (più o meno conclamati), sopraffazioni, mi riferisco a questioni bagatellari di modesta entità ovviamente. Comunque la reazione tipica dell'avvocato è prendere carta e penna -anzi mettersi davanti al pc, ma per me la sensazione della carta e della penna è più propizia per la riflessione, magari con il supporto di un codice - e confidare nella giustizia, nell'applicazione della norma. Ma forse ci sono anche altre strade...........


"Io sono un avvocato.Ogni tanto ci penso e mi dico porca miseria sono proprio un avvocato. Non tanto come titolo, proprio come persona. Mi esprimo da avvocato, ragiono da avvocato, mi comporto da avvocato.Così, capita che sono ad una cena, gente che non conosco neanche troppo bene. Sento un tizio che si lamenta, che non era possibile, che si era allontanato due minuti, proprio due, e se non erano due esatti, comunque non più di mezz’ora, e, tac, multa. Tutti intorno a dire eh, già, scandaloso, lì è il Comune di Milano che manda le direttive, la multa come tassa, ah io le multe le pagherei volentieri ma se sono per le cose giuste e invece ci sono le stragi del sabato sera e nessuno dice niente, e i sassi dal cavalcavia? beh quello è anche un po’ la società di oggi. Io ascolto, bevo la mia birra, mi guardo intorno. Poi schiarisco la voce e parlo.- “Quella multa lì, lo sai che facciamo, quella multa noi la impugniamo.”Anche con i miei genitori. Mi raccontano che sono due mesi che Alice non funziona, non si connette e se si connette, ecco che la linea cade dopo neanche cinque minuti. Mia mamma ha cominciato ad usare le mail da poco, ci rimane male. Dice mi piacerebbe anche scriverti ogni tanto, che so che al lavoro sei sempre lì sul computer, potrei girarti le barzellette che mi manda la Laura, la mia collega, divertentissime, ti distrai un po’, fai un sorriso, e invece chiamiamo l’assistenza e quelli non rispondono e se rispondono non ci aiutano e se cercano di aiutarci ci chiedono cose che noi non capiamo. Io ascolto, poi schiarisco la voce e parlo.- “Quelli lì della Telecom gli facciamo passare un guaio, aspetta solo che butto giù due righe io, lasciatemi fare.”Poi è la volta del mio amico Aldo, che lavora in una nota banca d’affari. Dice dovresti vedere poi le mail del capo, cioè, ormai solo insulti, due richiami ingiustificati, incarichi dequalificanti, sono tre giorni addirittura che sono senza computer, non c’è il tecnico dicono, il tecnico, guarda prima o poi,li mando tutti a fanculo. Io ascolto, poi schiarisco la voce e parlo.- “No, no, no, no, no. Tu devi rimanere lucido. Mobbing, tipica fattispecie di mobbing. C’è fior fior di giurisprudenza sul punto. Qui ci esce una bella causa. Ti faccio parlare con un mio collega. Gli do la tua mail, ti scrive lui. Tu solo una cosa devi fare, fatti ridare il computer. Dico, per la mail.”Dappertutto. Mi capita di perdere il numerino del guardaroba dei locali? Cito il codice civile e mi faccio restituire il giubbino. Un marocchino cerca di vendermi la rivista Terre di mezzo? Lo allontano chiedendogli se ha l’autorizzazione. Si rompe lo scaldabagno? Chiamo la padrona di casa e cito inesistenti leggi locative e l’ISTAT quest’anno, non più del 25%. Mi ha chiamato Tele2.- “Pronto?”, ho risposto gentile.- “Buonasera. Sono Paola di Tele2. Parlo con il signor Duchesne?”- “Sono io”, ma mi ero già rabbuiato.- “Signor Duchesne, io la chiamo per informarla di una nuova offerta che…”- “Come ha avuto il mio numero?”- “Pardon?”- “Risponda. Mi dica, come ha avuto il mio numero?”- “Io… l’elenco, l’elenco telefonico.”- “Impossibile. Non sono sull’elenco. Ho dato disposizioni.”- “Ma io, insomma, non saprei.”- “Ecco, lei non sa. Allora le chiedo il piacere, si annoti il mio nome, il mio numero, e faccia in modo che siano cancellati dai vostri archivi.”- “Ma io…”- “Ai sensi di legge.”- “Eh?”- “Questa telefonata è una violazione delle normative applicabili. Lei forse sottovaluta la questione.”- “Ma che cosa sta dicendo?”- “I sensi di legge. Nessuno si cura dei sensi di legge?”- “Ma lei non sta per niente bene, però. Se lo lasci dire, mi scusi. Arrivederci. Eh.”Stare bene, sono il primo a dirlo che non sto bene.Però ho un titolo.Lo faccio valere."

1 commento:

marcella candido cianchetti ha detto...

che bel post buon inizio di settimana e di mese

una foto che mi piace molto

una foto che mi piace molto
penso sia di erwitt