Copio questa ricetta da un libro interessante intitolato Desinari e Cene dai tempi remoti alla cucina toscana del XV secolo, scritto da M. Luisa Incontri Lotteringhi della Stufa.
...... e venendo maccheroni boglientissimi Noddo comincia a raguzzare e caccia giù....
Franco Sacchetti Nov CXXIV
Potrebbe essere un idea per quanti amano proporre menù evocativi e scritti a mano.Inoltre è abbastanza semplice da realizzare.
Tritare 150 gr di magro di vitella con 60 gr di pancetta di maiale, mezza cipolla, un mazzetto di prezzemolo e sedano. Mettere questo battuto sul fuoco in una casseruola con una cucchiaiata di olio, condire con sale e pepe e aggiungere due o tre foglie di salvia. Quando il battuto si sarà asciugato bagnare con vino bianco e dopo che questo si sarà evaporato portare a cottura aggiungendo, di tanto in tanto, qualche cucchiaiata di buon brodo.
Lessare i maccheroni, condirli con il sugo e con abbondante cacio grattugiato.
Naturalmente portarli in tavola boglientissimi!
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sabato 18 febbraio 2012
mercoledì 1 ottobre 2008
Le cinquanta cortesie
Ai fiorentini del 300 piaceva il vino buono che consideravano un toccasana contro le malattie e quasi un vaccino contro la peste. Boccaccio racconta che nei periodi di epidemia si beveva vino giorno e notte senza misura.
Gregorio da Montecatini dice che il vino genera buon sangue per l'assomiglianza che ha con esso.
Durante i desinari e le cene si beveva parecchio adoperandosi più il vetro che 'l legname, cioè più il bicchiere del tagliere.
Nonostante qualche perdonabile sbornia i commensali cercavano di comportarsi a tavola con una certa educazione e, forse seguivano qualcuna delle cinquanta cortesie o norme di buona creanza nei conviti dettate dal milanese Bonvesin da Riva.
tra queste:
La cortesia cinquena: sta conzamente al desco
cortese adorno alegro e confortoso e fresco
no dì sta cuintoroso, no grano ni travacao
ni co le gambe incrosae, ni torto, ni apodiao
.........
La cortesia ogena si è ke Dio n'acresca
ni trop impir la boca, ni trop mangiar in pressa
lo gordo ke mangia in pressa, ke mangia a boca plena
quand el fiss appellao el have responde a pena
Gregorio da Montecatini dice che il vino genera buon sangue per l'assomiglianza che ha con esso.
Durante i desinari e le cene si beveva parecchio adoperandosi più il vetro che 'l legname, cioè più il bicchiere del tagliere.
Nonostante qualche perdonabile sbornia i commensali cercavano di comportarsi a tavola con una certa educazione e, forse seguivano qualcuna delle cinquanta cortesie o norme di buona creanza nei conviti dettate dal milanese Bonvesin da Riva.
tra queste:
La cortesia cinquena: sta conzamente al desco
cortese adorno alegro e confortoso e fresco
no dì sta cuintoroso, no grano ni travacao
ni co le gambe incrosae, ni torto, ni apodiao
.........
La cortesia ogena si è ke Dio n'acresca
ni trop impir la boca, ni trop mangiar in pressa
lo gordo ke mangia in pressa, ke mangia a boca plena
quand el fiss appellao el have responde a pena
lunedì 29 settembre 2008
Torta Manfreda Bona e Vantagiata
dal libro di cucina del sec. XIV a cura di Ludovico Frati ed. R. Giusti Livorno 1899
Prendere dei fegatini di pollo e tagliarli a pezzetti piccoli e metterli in una teglia con pancetta di maiale salata tritata fine con il coltello. Aggiungere un pizzico di pepe e far rosolare i fegatini a fuoco vivace. Quando i fegatini saranno cotti sbattere delle uova con un pizzico di sale e versarle nella teglia. Fate cuocere le uova in modo uniforme ma non troppo e servire subito il tortino.
Prendere dei fegatini di pollo e tagliarli a pezzetti piccoli e metterli in una teglia con pancetta di maiale salata tritata fine con il coltello. Aggiungere un pizzico di pepe e far rosolare i fegatini a fuoco vivace. Quando i fegatini saranno cotti sbattere delle uova con un pizzico di sale e versarle nella teglia. Fate cuocere le uova in modo uniforme ma non troppo e servire subito il tortino.
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una foto che mi piace molto

penso sia di erwitt