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mercoledì 18 aprile 2012

Idee per un viaggio in Toscana - Pievi ed Abbazie

E' particolarmente suggestivo visitare, nelle prime ore del mattino, la Pieve di Corsignano, che sorge  isolata in un angolo di verde campagna . La presenza di un luogo di culto in questa posizione è attestata già nel 714, da alcuni documenti riguardo a una contesa tra i vescovi di Siena e Arezzo. In questa Pieve sono stati battezzati due Papi: Enea Silvio Piccolomini, il Futuro papa Pio II e poi suo nipote che divenne  Pio III.
Corsignano era l'antico nome di Pienza.
Secondo la leggenda,  l'Abbazia di Sant Antimo, che sorge isolata tra gli olivi, è stata fondata da Carlo Magno nel 781. In seguito, nel 1118, i monaci Benedettini costruirono la Chiesa attuale,  di stile romantico con influenze francesi e lombarde. La Chiesa è costruita in travertino ed onice ed ha una particolare lucentezza ed eleganza.
L'Abbazia di Monte Oliveto Maggiore sorge invece su un altura, difesa su tre lati da i nvalicabili precipizi. Qui si raccolsero i primi monaci benedettini della Congragazione di Monte Oliveto. Giovanni Tolomei, dopo gli studi di giurisprudenza si unì ai Disciplinati di Santa Maria, sodalizio di laici dediti alla preghiera e alla carità.Nel 1313 decise di ritirarsi con tre amici  in una sua proprietà nel Deserto di Accona per condurre una vita da eremita, vivendo in grotte naturali e costruendo una piccola chiesa. Giovanni decise di cambiare il suo nome in Bernardo, in onore del grande abate cistercense Bernardo di Chiaravalle.
Nel 1319  insieme ad altri seguaci, dette vita alla Congregazione Benedettina di Santa Maria di Monte Oliveto, indicando con la dedicazione alla Madonna la forte impronta mariana (ed è per questa ragione che vestono con sai bianchi) e con la specificazione "di Monte Oliveto" il richiamo al Monte degli Ulivi di Gerusalemme.
In questa Abbazia si possono acquistare preparati erboristici.

giovedì 29 marzo 2012

Idee da un viaggio in Toscana: cardi (o gobbi) cotti tre volte

E' un piatto tipico invernale.
Prima cottura: Dopo aver ben pulito i cardi (o gobbi che dir si vogliano), vanno lessati in acqua leggermente salata e acidulata con succo di limone, altrimenti scuriscono. Dopo questa prima cottura si lasciano raffreddare nella loro acqua e poi si scolano e si asciugano.
Seconda cottura: una volta ben asciugati si infarinano e si friggono in olio.
Terza cottura: A parte si prepara un sugo di pomodoro profumato con abbondante basilico ed aglio tritato con poca cipolla. Si mettono poi i cardi fritti in questo sugo e si procede alla terza cottura. Quando il sugo avrà totalmente impregnato le verdure i cardi sono pronti.


mercoledì 28 marzo 2012

Idee per un viaggio in Toscana - S. Quirico in Val d'Orcia, già S. Quirico in Osenna

La Via Francigena è stata la più battuta delle "Romee" strade medioevali di pellegrinaggio che conducevano a Roma. Fin dal VIII secolo è stata il collegamento tra l'Abbazia di Canterbury e Roma, attraverso la Francia (da cui prende il nome). Oltre che dai pellegrini, era percorsa da soldati, mercanti, viaggiatori.
Per ricostruire il tracciato italiano della via Francigena il riferimento è costituito dal diario tenuto da Sigerico, arcivescovo di Canterbury, in occasione del suo viaggio a Roma avvenuto nell'anno 990.  Un diario minuzioso che abbonda in descrizioni, dal quale però ci separano secoli e le trasformazioni avvenute nel corso del tempo.I resoconti dei viaggi successivi, le tracce ed i segni sopravvissuti al cambiamento consentono, tuttavia, di ripercorrere questo storico itinerario.
Anche il territorio della Val d'Orcia è attraversato dalla Via Francigena, il percorso è ben segnalato da cartelli indicatori.
Questa strada determinò il destino, la fama e la prosperità dei centri, maggiori o minori, che attraversava.
San Quirico d'Orcia è uno di questi . E' un antico borgo fortificato, con mure quattrocentesche ( 1472).
Sorge su una collina tufacea a 750 braccia sopra il livello del mare.
Nel sec. VIII era una delle pievi situate dentro i confini del contado senese, ma dipendeva, per l'ecclesiastico, dalla diocesi di Arezzo. Molte contese e fatti di sangue generò tra queste due città.
La più antica pieve è quella dei Santissimi Quirico e Giuditta; dopo di questa, in ordine di antichità, vi è la chiesa di S. Maria, presso la quale venne edificato nel XI secolo un ospizio di eremiti camaldolesi, da qui deriva il nome della vicina porta (Camaldoli).
Notevole è la Collegiata gotica-italiana con sculture raffiguranti leoni che sorreggono lunghe colonnine intorno alle quali figura attorcigliato un serpentone.
 Accanto alla porta Nuova ci sono gli Horti Leonini, un giardino all'italiana progettato da Diomede Leoni nella prima metà del XVI secolo.
E' suggestivo percorrere, a piedi, le sue strade, passare in mezzo a queste testimonianze. La sera, fuori stagione, il borgo è quasi deserto, si sentono solo i rintocchi delle campane.
Un camino acceso, un atmosfera variegata, un servizio piacevole ed un ottima cucina (provare ossobuco alla senese) si possono trovare alla Trattoria al Vecchio Forno.


giovedì 22 marzo 2012

Idee per un viaggio in Toscana - Val d'Orcia Bagno Vignoni

Bagni di Vignone o Bagno a Vignone in Val d'Orcia.
Le acque termali abbondantissime e cristalline gorgogliando emergono in mezzo alla piazza del villaggio di cui occupa il maggior posto la gran vasca, circondata da tre lati da abitazioni mentre, sul quarto lato è stata innalzata una cappella.
La cappella è dedicata a S. Caterina  da Siena, che frequentò questi luoghi. Pare che  di Monna Lapa, madre di Caterina, volesse distrarre la figlia dalle sue ambizioni di santità con le acque calde e sensuali del vulcano. Ma, invece di godere di tale piacere Caterina sfruttò le acque bollenti come strumento di penitenza.
 In una solitaria notte di Marzo limpida, fredda con il cielo pieno di stelle è suggestivo restare ai bordi di questa grande vasca dalla quale si innalzano vapori.
C'è un atmosfera particolare; non stupisce che  Andreij Tarkovskij
abbia girato qui  le scene più suggestive del film Nostàlghia.
I bagni di Vignone non erano ignoti ai romani; nel portico della cappella c'è un antico marmo  che contiene un iscrizione votiva alle ninfe.
Scriveva il Repetti, nel 1833: le acque termali di Vignone hanno una grande reputazione sostenuta da molti secoli di esperienza per la cura delle malattie di indebolimento  di membra, di dolori artritici, reumatismi, mali cutanei etc
Fra i personaggi più famosi che frequentarono questa località merita di essere ricordato Lorenzo de Medici.

una foto che mi piace molto

una foto che mi piace molto
penso sia di erwitt