Una domenica d'inverno, un camino acceso, fuori è bel tempo.
E' l'occasione giusta per sperimentare ricette che ho trovato nei vari blog. Organizzo tutto sul camino.
Melanzane al cartoccio, l'idea mi è venuta da quelle riportate tempo fa da cavoletto di bruxelles, è semplicissima ed ottima. Si prende una melanzana, si taglia in due per il senso della lunghezza, in ogni metà si mette un rametto di rosmarino, volendo anche uno spicchio di aglio. Si avvolge ogni metà nell'alluminio e si mette nel camino, direttamente sulla brace. La ricetta di Sigrid prevedeva di arrostirla direttamente sul fornello, ma avendo il camino acceso......
Ogni tanto si girano i pacchetti e quando si sentono morbidi (usare le apposite pinze da camino), sono pronte. Si scartano e poi si toglie la polpa, che avrà un sapore leggermente affumicato e si può condire semplicemente con olio, pepe sale. Oppure combinare con della maionese, oppure mescolare con dell'hummus, o anche con dello yogurt. Altra alternativa avendo arrostito anche una testa di aglio, con la polpa morbida dell'aglio....
Seconda ricettina, copiata da max della piccola casa: sgombri al cartoccio con curry. L'abbinamento tra sgombri e curry è geniale (bravo max!!!!!)
Anche qui si sfilettano gli sgombri, si cospargono i filetti con un pò di curry, la quantità è affidata al gusto presonale e si impacchettano nell'alluminio ponendoli sotto la brace, Pochissimi minuti e il gioco è fatto.
Ho provato a fare dei pacchettini di filetto di sgombro alternativo: senza curry , impacchettando ogni filetto con finocchietto selvatico, oppure origano (ricordo meraviglioso della mie vacanze siciliane), oppure rosmarino. Ottimi.
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venerdì 5 febbraio 2010
lunedì 18 maggio 2009
un abbinamento tra fagioli e tonno (potrebbe chiamarsi anche hummus de noartri)
Tutto è iniziato perchè volevo preparare una salsetta, la ricetta l'avevo letta chissà dove. La preparazione prevedeva di tritare insieme tonno, olive taggiasche, capperi e allungare con olio. Il composto era un pò troppo saporito e allora ho unito una scatola di fagioli, scolati dal liquido e tenuti un poco sotto acqua corrente. Il risultato non è affatto male. Si accompagna bene con verdure bollite, carne arrostita, spalmata su crostini oppure gustata semplicemente così com'è.
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martedì 24 marzo 2009
Aurado i poumo d’amour (orata con salsa di pomodori)
Sempre dal mio prezioso libretto di Alan Davidson, prezioso anche perchè non riesco più a trovarlo in commercio, questa ricetta che l'autore suggerisce a tutti coloro che hanno la bella abitudine di presentare dei menù, questo titolo è davvero intrigante, penso sia in provenzale.
Comunque questa è la ricetta, fedelmente copiata
Acquistate un orata da un chilo e dopo le solite operazioni (squamare, svuotare, lavare, asciugare) ricavatene sei grosse trance.
In un piatto da gratino o altro recipiente da forno distribuite 50 gr di burro in fiocchetti, una cipolla tritata finemente, 3 pomodori pelati, privati dei semi e tritati grossolanamente, un cucchiaio di prezzemolo tritato, sale e pepe.
Accomodatevi le trance di orata, bagnate con u bicchiere di vino bianco secco e cuocete in forno medio da 20 a 30 minuti, voltando a metà cottura. Quando il pesce è perfettamente cotto, passatelo in un piatto e tenetelo al caldo.
Nel frattempo preparate una salsa vellutata (fate fondere in un casseruolino 25 gr di burro, mescolatevi 25 gr di farina e cuocetela per 2 minuti, mescolando senza far prendere colore.
Togliete dal fuoco e dopo un paio di minuti versarvi poco meno di ½ litro di brodo di pollo o vitello ben caldo, mescolando energicamente portate a bollore e lasciate bollire per un minuto.
Aggiustate di sale, se necessario. Versate questa salsa nel recipiente dove avete cotto il pesce e dove rimane il fondo di cottura, composto prevalentemente dai pomodori. Cuocete per dieci minuti, mescolando di tanto in tanto. Passate al setaccio, e otterrete una salsa di un gradevole color corallo che verserete sulle trance di orata prima di servirle ben calde.
Comunque questa è la ricetta, fedelmente copiata
Acquistate un orata da un chilo e dopo le solite operazioni (squamare, svuotare, lavare, asciugare) ricavatene sei grosse trance.
In un piatto da gratino o altro recipiente da forno distribuite 50 gr di burro in fiocchetti, una cipolla tritata finemente, 3 pomodori pelati, privati dei semi e tritati grossolanamente, un cucchiaio di prezzemolo tritato, sale e pepe.
Accomodatevi le trance di orata, bagnate con u bicchiere di vino bianco secco e cuocete in forno medio da 20 a 30 minuti, voltando a metà cottura. Quando il pesce è perfettamente cotto, passatelo in un piatto e tenetelo al caldo.
Nel frattempo preparate una salsa vellutata (fate fondere in un casseruolino 25 gr di burro, mescolatevi 25 gr di farina e cuocetela per 2 minuti, mescolando senza far prendere colore.
Togliete dal fuoco e dopo un paio di minuti versarvi poco meno di ½ litro di brodo di pollo o vitello ben caldo, mescolando energicamente portate a bollore e lasciate bollire per un minuto.
Aggiustate di sale, se necessario. Versate questa salsa nel recipiente dove avete cotto il pesce e dove rimane il fondo di cottura, composto prevalentemente dai pomodori. Cuocete per dieci minuti, mescolando di tanto in tanto. Passate al setaccio, e otterrete una salsa di un gradevole color corallo che verserete sulle trance di orata prima di servirle ben calde.
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giovedì 19 marzo 2009
flan de baudroie ovvero flan di rana pescatrice
Chiudo questa piccola rassegna di ricette con ingredienti "scappati", deliziose anche perchè originate forse dalla necessità di ovviare alla mancanza di mezzi, ma ricche di fantasia.
Forse questa ricetta non è proprio in linea con le altre, ma meriterebbe di essere provata perchè traveste da aragosta la rana pescatrice. Pesce ottimo e poco conosciuto, non abbastanza apprezzato.
Attingo ancora da Alan Davidson e dal suo libro « il mare in pentola », ecco cosa scrive:
Devo questa ricetta ad Anna Moss, moglie di Kenneth Moss, l’unico pescivendolo inglese di Marsiglia, stabilitosi in questa città da vent’anni: da quando vi tornò per sposare anna, che aveva conosciuta durante il servizio militare, scendendo a terra per una breve licenza dalla nave su cui era imbarcato. Se vi divertono le piccole bugie innocenti, questo piatto, fa notare la signora Moss, può presentare per voi un duplice interesse, perchè preparata così la rana pescatrice è spesso scambiata per aragosta.
1 Kg di rana pescatrice, 1 Kg di pomodori maturi, olio di oliva, otto uova.
Tagliate il pesce in grosse trance e cuocetele per 20-30 minuti in acqua a leggerissimo bollore. Intanto pelate e liberate dai semi i pomodori e cuoceteli in un pò di olio di oliva fino a che non sono ridotti a una purea densa. Tagliate il pesce a piccoli pezzi, mescolateli al pomodoro. Unite le uova e mescolate bene. Versate in uno stampo imburrato e cuocete per un ora a bagno maria in forno moderatamente caldo (210°circa). Sformate e lasciate raffreddare prima di servire.
Forse questa ricetta non è proprio in linea con le altre, ma meriterebbe di essere provata perchè traveste da aragosta la rana pescatrice. Pesce ottimo e poco conosciuto, non abbastanza apprezzato.
Attingo ancora da Alan Davidson e dal suo libro « il mare in pentola », ecco cosa scrive:
Devo questa ricetta ad Anna Moss, moglie di Kenneth Moss, l’unico pescivendolo inglese di Marsiglia, stabilitosi in questa città da vent’anni: da quando vi tornò per sposare anna, che aveva conosciuta durante il servizio militare, scendendo a terra per una breve licenza dalla nave su cui era imbarcato. Se vi divertono le piccole bugie innocenti, questo piatto, fa notare la signora Moss, può presentare per voi un duplice interesse, perchè preparata così la rana pescatrice è spesso scambiata per aragosta.
1 Kg di rana pescatrice, 1 Kg di pomodori maturi, olio di oliva, otto uova.
Tagliate il pesce in grosse trance e cuocetele per 20-30 minuti in acqua a leggerissimo bollore. Intanto pelate e liberate dai semi i pomodori e cuoceteli in un pò di olio di oliva fino a che non sono ridotti a una purea densa. Tagliate il pesce a piccoli pezzi, mescolateli al pomodoro. Unite le uova e mescolate bene. Versate in uno stampo imburrato e cuocete per un ora a bagno maria in forno moderatamente caldo (210°circa). Sformate e lasciate raffreddare prima di servire.
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lunedì 16 marzo 2009
Finti filetti di sogliola o tinche travestite da sogliole
Ho trovato questa ricetta in un libro prezioso, il suo titolo è “Il mare in pentola” di Alan Davidson, se lo trovate compratelo è davvero una fonte inesauribile di informazioni sui pesci e sui modi di cucinarli nel bacino del Mediterraneo.
Ecco cosa scrive riguardo ai finti filetti di sogliola
“ho trovato nel libro di Cavanna “i doni di Nettuno” un curioso metodo per travestire da filetti di sogliola dei filetti di tinche” riguardo a questo metodo l’autore precisa subito di non averlo provato in quanto non offre incentivi dal punto di vista dell’economia, con il prezzo che hanno le ostriche e con la disponibilità che esiste oggi di filetti di sogliola surgelati, ma merita di essere descritto per la sua stranezza. Consiste nell’appiattire leggermente dei filetti di tinca, spalmarli con una pasta fatta di carne di ostriche (pochissima), sale, pepe e sugo di limone, friggerli. Vanno poi passati in un recipiente con sale, pepe grossolanamente tritato olio e burro; quando sono ben caldi si bagnano con vino bianco secco, a riduzione del vino, si servono cosparsi di prezzemolo tritato, passando a parte degli spicchi di limone
Cavanna assicura che solo un conoscitore con un palato finissimo e per di più già messo in sospetto, è in grado di scoprire l’inganno.
Ecco cosa scrive riguardo ai finti filetti di sogliola
“ho trovato nel libro di Cavanna “i doni di Nettuno” un curioso metodo per travestire da filetti di sogliola dei filetti di tinche” riguardo a questo metodo l’autore precisa subito di non averlo provato in quanto non offre incentivi dal punto di vista dell’economia, con il prezzo che hanno le ostriche e con la disponibilità che esiste oggi di filetti di sogliola surgelati, ma merita di essere descritto per la sua stranezza. Consiste nell’appiattire leggermente dei filetti di tinca, spalmarli con una pasta fatta di carne di ostriche (pochissima), sale, pepe e sugo di limone, friggerli. Vanno poi passati in un recipiente con sale, pepe grossolanamente tritato olio e burro; quando sono ben caldi si bagnano con vino bianco secco, a riduzione del vino, si servono cosparsi di prezzemolo tritato, passando a parte degli spicchi di limone
Cavanna assicura che solo un conoscitore con un palato finissimo e per di più già messo in sospetto, è in grado di scoprire l’inganno.
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sabato 7 marzo 2009
spaghetti con le vongole "a mare"
Tzatziki a colazione, un blog che seguo spesso e mi piace molto(vorrei, come vedo negli altri blog, mettere qui il loro link, ma non sono capace, con il copia e incolla non viene bene), ha pubblicato una ricetta il ragu alla carne fujuta, nel senso che la carne è fuggita e non ci stà proprio
http://tzatzikiacolazione.blogspot.com/2009/03/ragu-alla-carne-fujuta.html .
E' un ottimo modo di condire la pasta, un sughetto leggero che potete proporre anche ai vs amici vegetariani.
Mi ha fatto ripensare ad un altra ricetta, gli spaghetti con le vongole a mare, perchè anche queste non ci stanno sono appunto a mare, ma nel piatto grazie ad una sapiente combinazione di ingredienti, potrete ritrovare una parte del loro aroma. E' una ricetta di V. Buonassisi, tratta da il piccolo codice della pasta.
500 gr di spaghetti, 100 gr di burro, sei filetti di acciughe salate, 60 gr di olio di oliva, due spicchi d’aglio, 200 gr di pomodori, prezzemolo, sale e pepe.
Ammorbidite il burro, pulite, dissalate, tritate finemente i filetti di acciughe e mescolate il burro ammorbidito con le acciughe tritate in modo da ottenete un composto omogeneo che si può conservare a lungo in frigorifero, fino al momento di preparare la pasta. Venuto questo momento scaldate l’olio con gli spicchi di aglio schiacciati e quando l’aglio imbiondisce mettete dentro la polpa dei pomodori passati oppure i pelati che schiaccerete sul fondo del tegame. Lasciate cuocere qualche minuto in modo che la salsa arrivi al punto giusto e aggiustate di sale e di pepe.
Togliete dal fuoco e aggiungete una bella manciata di prezzemolo tritato. Intanto gli spaghetti staranno cuocendo. Operazione finale: disponete sul fondo della zuppiera il composto di burro e acciughe, versate sopra gli spaghetti cotti al dente in abbondante acqua salata, mescolate, versate sopra la salsa di pomodoro e mescolate ancora.
Vincenzo Buonassisi “il piccolo codice della pasta”
http://tzatzikiacolazione.blogspot.com/2009/03/ragu-alla-carne-fujuta.html .
E' un ottimo modo di condire la pasta, un sughetto leggero che potete proporre anche ai vs amici vegetariani.
Mi ha fatto ripensare ad un altra ricetta, gli spaghetti con le vongole a mare, perchè anche queste non ci stanno sono appunto a mare, ma nel piatto grazie ad una sapiente combinazione di ingredienti, potrete ritrovare una parte del loro aroma. E' una ricetta di V. Buonassisi, tratta da il piccolo codice della pasta.
500 gr di spaghetti, 100 gr di burro, sei filetti di acciughe salate, 60 gr di olio di oliva, due spicchi d’aglio, 200 gr di pomodori, prezzemolo, sale e pepe.
Ammorbidite il burro, pulite, dissalate, tritate finemente i filetti di acciughe e mescolate il burro ammorbidito con le acciughe tritate in modo da ottenete un composto omogeneo che si può conservare a lungo in frigorifero, fino al momento di preparare la pasta. Venuto questo momento scaldate l’olio con gli spicchi di aglio schiacciati e quando l’aglio imbiondisce mettete dentro la polpa dei pomodori passati oppure i pelati che schiaccerete sul fondo del tegame. Lasciate cuocere qualche minuto in modo che la salsa arrivi al punto giusto e aggiustate di sale e di pepe.
Togliete dal fuoco e aggiungete una bella manciata di prezzemolo tritato. Intanto gli spaghetti staranno cuocendo. Operazione finale: disponete sul fondo della zuppiera il composto di burro e acciughe, versate sopra gli spaghetti cotti al dente in abbondante acqua salata, mescolate, versate sopra la salsa di pomodoro e mescolate ancora.
Vincenzo Buonassisi “il piccolo codice della pasta”
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lunedì 2 marzo 2009
sarde all'aroma di alloro
L'idea originaria era un altra: volevo cucinare le sarde con il finocchietto selvatico, ma vagando nei campi ne ho trovato poco e spelacchiato pure.
Così ho preso quello che ieri forniva la campagna: un limone e delle foglie di alloro bagnate di pioggia.
Ho preso poi le sarde, già pulite e sfilettate, ho strizzato mezzo limone e con quello e pochissimo sale ho condito le sarde. Dopo una decina di minuti le ho impanate, poi ho preso una teglia unta leggermente di olio di oliva, ho sparso qua e la delle foglie di alloro e sopra ho sistemato le sarde.
In forno già caldo (180 gradi) per 15-20 minuti fino alla perfetta doratura del pane.
Sono ottime e la casa non puzza di pesce ma profuma di alloro.
Così ho preso quello che ieri forniva la campagna: un limone e delle foglie di alloro bagnate di pioggia.
Ho preso poi le sarde, già pulite e sfilettate, ho strizzato mezzo limone e con quello e pochissimo sale ho condito le sarde. Dopo una decina di minuti le ho impanate, poi ho preso una teglia unta leggermente di olio di oliva, ho sparso qua e la delle foglie di alloro e sopra ho sistemato le sarde.
In forno già caldo (180 gradi) per 15-20 minuti fino alla perfetta doratura del pane.
Sono ottime e la casa non puzza di pesce ma profuma di alloro.
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giovedì 26 febbraio 2009
zuppetta di cicale (di mare)
per fare questa deliziosa zuppetta occorrono cicale piene, adesso si trovano.
Si staccano le teste e si mettono da parte. I corpicini vengono tagliati a pezzi e aperti sul dorso. Si mette poi in un largo tegame olio, aglio e peperoncino, quando soffrigge leggermente si mettono i busti, tagliati. Devono cuocere poco.
Con le teste si fa un brodetto mettendole in un altro tegame a bollire con acqua, sedano, prezzemolo, vinobianco.
Quando si è formato un brodetto saporito, si filtra passandolo da un colino e schiacciando bene.
Con questo brodetto si bagnano i busti e si fa cuocere ancora un poco.
Si serve la zuppa su pane mettendo nei piatti pane casalingo, tostato.
Si mangiano con le mani e con amici sinceri.
Si staccano le teste e si mettono da parte. I corpicini vengono tagliati a pezzi e aperti sul dorso. Si mette poi in un largo tegame olio, aglio e peperoncino, quando soffrigge leggermente si mettono i busti, tagliati. Devono cuocere poco.
Con le teste si fa un brodetto mettendole in un altro tegame a bollire con acqua, sedano, prezzemolo, vinobianco.
Quando si è formato un brodetto saporito, si filtra passandolo da un colino e schiacciando bene.
Con questo brodetto si bagnano i busti e si fa cuocere ancora un poco.
Si serve la zuppa su pane mettendo nei piatti pane casalingo, tostato.
Si mangiano con le mani e con amici sinceri.
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lunedì 9 febbraio 2009
Pagello fragolino al finocchietto selvatico
Questa ricetta è una rielaborazione di quest'ottimo abbinamento che ho trovato nel blog di Max della piccola casa http://lapiccolacasa.blogspot.com/2008/05/filetti-di-pagello-fragolino-con.html
Mi piacciono molto le ricette di Max, e l'abbinamento del pagello con il finocchietto selavatico mi ha intrigato subito. Non possedendo la stessa abilità nel fiammeggiare e temendo un incendio, ho semplificato la ricetta e il risultato non è stato male.
Prendere un bel pagello fragolino e riempirgli la pancia con del fresco e tenero finocchietto selvatico. Lasciarlo un pò li ad aromatizzarsi.
Prendere una padella riscaldare olio con vino, mettere anche qualche ciuffetto di finocchietto selvatico. Quando olio e vino sono a bollore, mettere in padella il pagello e farlo rosolare da entrambi i lati e poi cuocere più lentamente fino a portarlo a cottura, salando il giusto. Sfilettare e servire caldo con il sughetto. Accompagnare con patate bollite.
Mi piacciono molto le ricette di Max, e l'abbinamento del pagello con il finocchietto selavatico mi ha intrigato subito. Non possedendo la stessa abilità nel fiammeggiare e temendo un incendio, ho semplificato la ricetta e il risultato non è stato male.
Prendere un bel pagello fragolino e riempirgli la pancia con del fresco e tenero finocchietto selvatico. Lasciarlo un pò li ad aromatizzarsi.
Prendere una padella riscaldare olio con vino, mettere anche qualche ciuffetto di finocchietto selvatico. Quando olio e vino sono a bollore, mettere in padella il pagello e farlo rosolare da entrambi i lati e poi cuocere più lentamente fino a portarlo a cottura, salando il giusto. Sfilettare e servire caldo con il sughetto. Accompagnare con patate bollite.
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giovedì 22 gennaio 2009
prima ricetta dell'anno: tartufi di mare
Forse non è nemmeno la stagione e di sicuro con i tempi di crisi non è molto economica, con il pesce crudo ovunque imperante non è nemmeno in linea con le tendenze attuali, però......... è la prima ricetta dell'anno!
Spazzolare bene i tartufi lavarli. Farli aprire. Accomodarli sui piatti. Filtrare l’acqua che hanno emesso durante la cottura ed emulsionarla ad olio e succo di limone, se si vuole anche pochissimo pepe.
Cospargere i tartufi con la salsetta.
Spazzolare bene i tartufi lavarli. Farli aprire. Accomodarli sui piatti. Filtrare l’acqua che hanno emesso durante la cottura ed emulsionarla ad olio e succo di limone, se si vuole anche pochissimo pepe.
Cospargere i tartufi con la salsetta.
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giovedì 20 novembre 2008
modi di cottura del polpo
dedicato all'amico franc buveur, che ha raccontato una splendida leggenda di questo simpatico e gustoso animaletto
"'o purpo adda cocere int' all'acqua soia" così dicono a Napoli ed hanno ragione.
Fno ad un peso massimo di 600 grammi, il polpo può essere collocato in un recipiente e poi coperto e senza acqua, deve cuocere a fuoco lento, da 20 a 40 minuti. Naturalmente va fatto raffreddare nell’acqua che emanerà durante la cottura.
Se è più grosso conviene tenerlo per una notte in freezer, poi va fatto scongelare e si cuoce anche lui senz’acqua a fuoco molto basso, si possono aggiungere anche della patate, tagliate a pezzi grossi. Quando le patate sono cotte è cotto anche il polpo.
Il polpo può essere cotto anche affogandolo nel vino: si prende il polpo, lo si mette in pentola e si ricopre di vino bianco. Poi si cuoce tutto molto lentamente.
Il polpo alla Luciana è un modo meraviglioso di cuocere il polpo: occorre una pentola di coccio nella quale si mette il polpo, con prezzemolo, aglio, pomodoro e un poco di olio. Sopra la pentola, per chiuderla, si mette un foglio di carta oleata, legato con uno spago. E sopra questo un coperchio. Sempre fuoco lentissimo e quando avrà finito di cuocere, senza aprire mai prima il coperchio si avrà un sughetto delizioso ed un polpo squisito.
"'o purpo adda cocere int' all'acqua soia" così dicono a Napoli ed hanno ragione.
Fno ad un peso massimo di 600 grammi, il polpo può essere collocato in un recipiente e poi coperto e senza acqua, deve cuocere a fuoco lento, da 20 a 40 minuti. Naturalmente va fatto raffreddare nell’acqua che emanerà durante la cottura.
Se è più grosso conviene tenerlo per una notte in freezer, poi va fatto scongelare e si cuoce anche lui senz’acqua a fuoco molto basso, si possono aggiungere anche della patate, tagliate a pezzi grossi. Quando le patate sono cotte è cotto anche il polpo.
Il polpo può essere cotto anche affogandolo nel vino: si prende il polpo, lo si mette in pentola e si ricopre di vino bianco. Poi si cuoce tutto molto lentamente.
Il polpo alla Luciana è un modo meraviglioso di cuocere il polpo: occorre una pentola di coccio nella quale si mette il polpo, con prezzemolo, aglio, pomodoro e un poco di olio. Sopra la pentola, per chiuderla, si mette un foglio di carta oleata, legato con uno spago. E sopra questo un coperchio. Sempre fuoco lentissimo e quando avrà finito di cuocere, senza aprire mai prima il coperchio si avrà un sughetto delizioso ed un polpo squisito.
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sabato 20 settembre 2008
linguine ai ricci di mare
Dosi per 4 persone.
Per prima cosa dovete procurarvi un marito, fratello, compagno, amante, amico, figlio o quant'altro che sappia pescare i ricci di mare senza ridursi ad un colabrodo.
Poi dovete addestrarlo a pulire detti ricci direttamente in mare. In cucina è un disastro, nonostante le precauzioni si trovano spine dappertutto per giorni e giorni.
Fatto questo, quando il pescatore di cui sopra debitamente addestrato tornerà con un barattolo (io ho usato un ex barattolo di marmellata da 600 gr.) riempito fino ad un terzo abbondante di polpa dei suddetti ricci, è' fatto tutto. E la ricetta è facilissima.
Cuocete al dente le linguine ponetele in una zuppiera e conditele con olio (se cercate un gusto "marinaro"), o con burro (se volete qualcosa di più delicato), da ultimo versate il contenuto del barattolo e mescolate.
E' squisita
Per prima cosa dovete procurarvi un marito, fratello, compagno, amante, amico, figlio o quant'altro che sappia pescare i ricci di mare senza ridursi ad un colabrodo.
Poi dovete addestrarlo a pulire detti ricci direttamente in mare. In cucina è un disastro, nonostante le precauzioni si trovano spine dappertutto per giorni e giorni.
Fatto questo, quando il pescatore di cui sopra debitamente addestrato tornerà con un barattolo (io ho usato un ex barattolo di marmellata da 600 gr.) riempito fino ad un terzo abbondante di polpa dei suddetti ricci, è' fatto tutto. E la ricetta è facilissima.
Cuocete al dente le linguine ponetele in una zuppiera e conditele con olio (se cercate un gusto "marinaro"), o con burro (se volete qualcosa di più delicato), da ultimo versate il contenuto del barattolo e mescolate.
E' squisita
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mercoledì 9 luglio 2008
calamari delicati e piccantini
La ricetta pubblicata da zenzero, per la sua delicatezza mi ha fatto pensare a come ho preparato i calamari qualche giorno fa.
Non indico le dosi, sono relative.
Gli ingredienti sono: calamari , ricotta, grana, timo, olio, pomodoro, peperoncino.
Ho tritato i tentacoli dei calamari, li ho uniti ad un poco di ricotta e formaggio grana, aromatizzati con timo. Con questo composto ho riempito le sacche.
Fatto soffriggere uno spicchio di aglio e un pò di peperoncino in olio e vino. Poi tolto l'aglio ho aggiunto il pomodoro passato, poco o tanto dipende da come piace.
Fatto restringere ed aggiunti i calamari, cottura a fuoco basso per circa 20 mnuti.
risultato molto delicati e piccantini.
Si possono servire con il loro sughetto e con riso.
Non indico le dosi, sono relative.
Gli ingredienti sono: calamari , ricotta, grana, timo, olio, pomodoro, peperoncino.
Ho tritato i tentacoli dei calamari, li ho uniti ad un poco di ricotta e formaggio grana, aromatizzati con timo. Con questo composto ho riempito le sacche.
Fatto soffriggere uno spicchio di aglio e un pò di peperoncino in olio e vino. Poi tolto l'aglio ho aggiunto il pomodoro passato, poco o tanto dipende da come piace.
Fatto restringere ed aggiunti i calamari, cottura a fuoco basso per circa 20 mnuti.
risultato molto delicati e piccantini.
Si possono servire con il loro sughetto e con riso.
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sabato 28 giugno 2008
insalata all'aneto di cozze, gamberetti e patate
Ho trovato questa ricetta su un libretto delizioso di Leo Codacci. Sembra fresca e molto buona.
occorrono 750 gr fra gamberetti e cozze, 750 gr di patate, un bicchiere di vinobianco, due limoni e olio di oliva, sale peperoncino tritato, un bel pungo di aneto (io uso il finocchietto selvatico perchè mi cresce spontaneo in campagna).
Procedimento:
Lessare le patate con buccia, senza portarle al massiomo della cottura.
tagliarle a rondelle, non tanto fini e metterle subito a bagno nel vino bianco (così si raffreddano e non si spezzano).
Tritate l'aneto con qualche pezzetto di gambero, aggiungere il trito alle patate e condire tutto con olio di oliva. Unire anche le cozze ed i gamberetti, che avete cotto a parte, dopo che si sono raffreddate e dopo averle condite con succo di limone. Amalgamare bene tutte queste buone cose e servirle con del pane tostato. Non dimenticate dell'ottimo vino bianco fresco.
Collocazione ideale: una terrazza o un giardino con vista mare.
Buona giornata, io adesso vincendo i soliti sensi di colpa (potrei lavorare e di cose da fare ce ne sono ancora davvero tante), vado al mare, in questi giorni ho superato ogni orario. I contadini dicevano che lavoravano da stella a stella. Bellissima e poetica definizione per dire che iniziavano con la prima stella del mattino e terminavano con l'apparire della prima stella della sera.
Ciao a tutti
occorrono 750 gr fra gamberetti e cozze, 750 gr di patate, un bicchiere di vinobianco, due limoni e olio di oliva, sale peperoncino tritato, un bel pungo di aneto (io uso il finocchietto selvatico perchè mi cresce spontaneo in campagna).
Procedimento:
Lessare le patate con buccia, senza portarle al massiomo della cottura.
tagliarle a rondelle, non tanto fini e metterle subito a bagno nel vino bianco (così si raffreddano e non si spezzano).
Tritate l'aneto con qualche pezzetto di gambero, aggiungere il trito alle patate e condire tutto con olio di oliva. Unire anche le cozze ed i gamberetti, che avete cotto a parte, dopo che si sono raffreddate e dopo averle condite con succo di limone. Amalgamare bene tutte queste buone cose e servirle con del pane tostato. Non dimenticate dell'ottimo vino bianco fresco.
Collocazione ideale: una terrazza o un giardino con vista mare.
Buona giornata, io adesso vincendo i soliti sensi di colpa (potrei lavorare e di cose da fare ce ne sono ancora davvero tante), vado al mare, in questi giorni ho superato ogni orario. I contadini dicevano che lavoravano da stella a stella. Bellissima e poetica definizione per dire che iniziavano con la prima stella del mattino e terminavano con l'apparire della prima stella della sera.
Ciao a tutti
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mercoledì 18 giugno 2008
Polpo del Patteggiamento
Qualche tempo fa mi trovavo per un processo in un tribunale di un piccolo paese ameno. L'edificio era antico e la prima cosa che mi ha colpito quando sono entrata sono state delle rastrelliere con giornali, poste nei corridoi. Al momento non ho capito l'uso.
Più tardi aspettando, dalle 12 alle 16 che il giudice uscisse dalla camera di consiglio, dove si era ritirato per preparare i dispositivi sui quali si era riservato, in gran parte patteggiamenti, ho capito che i giornali servivano ad intrattenere gli avvocati, nell'attesa.
La battuta più simpatica è stata quella di un collega maschio brizzolato (evidentemente gran frequentatore delle aule in questione) e pure arguto: "mi manca solo l'inserto speciale sulla menopausa di donna moderna e poi mi son bell'e letto tutta l'edicola del tribunale".
Io invece ho trovato questa ricettina, purtroppo non ho potuto ricopiarla, sarebbe stato poco professionale, nonostante tutto. La riporto così come la ricordo, mi sembra buona.
Ingredienti per 4 porzioni
un polpo fresco
tre patate
olio
pepe e peperoncino
Preparazione
Prendere un bel polpo fresco pulitelo e metterlo in freezer per una notte.
Al mattino mettere in pentola acqua abbondante, quando bolle unire il polpo, ancora congelato e le patate intere e non sbucciate.
Fare cuocere tutto insieme (polpo e patate) per quarantacinque minuti.
Trascorso questo tempo estraete polpo e patate.
Fare raffreddare; sbucciare le patate prima che siano completamente fredde.
Poi tagliare il polpo in pezzi e così le patate.
Mettere tutte queste buone cose in tagliere di legno e condire con olio, pepe e eventuale peperoncino.
Più tardi aspettando, dalle 12 alle 16 che il giudice uscisse dalla camera di consiglio, dove si era ritirato per preparare i dispositivi sui quali si era riservato, in gran parte patteggiamenti, ho capito che i giornali servivano ad intrattenere gli avvocati, nell'attesa.
La battuta più simpatica è stata quella di un collega maschio brizzolato (evidentemente gran frequentatore delle aule in questione) e pure arguto: "mi manca solo l'inserto speciale sulla menopausa di donna moderna e poi mi son bell'e letto tutta l'edicola del tribunale".
Io invece ho trovato questa ricettina, purtroppo non ho potuto ricopiarla, sarebbe stato poco professionale, nonostante tutto. La riporto così come la ricordo, mi sembra buona.
Ingredienti per 4 porzioni
un polpo fresco
tre patate
olio
pepe e peperoncino
Preparazione
Prendere un bel polpo fresco pulitelo e metterlo in freezer per una notte.
Al mattino mettere in pentola acqua abbondante, quando bolle unire il polpo, ancora congelato e le patate intere e non sbucciate.
Fare cuocere tutto insieme (polpo e patate) per quarantacinque minuti.
Trascorso questo tempo estraete polpo e patate.
Fare raffreddare; sbucciare le patate prima che siano completamente fredde.
Poi tagliare il polpo in pezzi e così le patate.
Mettere tutte queste buone cose in tagliere di legno e condire con olio, pepe e eventuale peperoncino.
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sabato 24 maggio 2008
calamari fritti alla turca
questa ricetta l'ho trovata su cooker è di lokum, era tanto tempo che volevo sperimentarla; quando l'ho provata ho apportato alcune piccole modifiche. Il risultato è stato apprezzato.
la sera prima prendete dei calamari, anche se sono grossi non importa.Tagliateli sottili e metteteli in un contenitore (dotato di coperchio), spargete sui calamari del bicarbonato e poi spremete sopra il tutto un bel limone, possibilmente bio. Vedrete che si formerà della schiuma. Chiudete il coperchio e metteteli in frigorifero per tutta la notte.
Verso le tredici troverete i calamari con una sorta di sughetto, l'ho buttato e ho passato i calamari sotto acqua corrente, poi li ho asciugati ed infarinati. Infine fritti come di consuleto. Ma se volete potete anche lessarli o farli in umido, risulteranno sempre molto teneri.
Li ho accompagnati con una salsetta a base di formaggio alioli che ho acquistato al mercato centrale qui a firenze. Ma che penso di poter riprodurre mescolando aglio tritato, prezzemolo pepe a formaggio come stracchino o robbioletta.
la sera prima prendete dei calamari, anche se sono grossi non importa.Tagliateli sottili e metteteli in un contenitore (dotato di coperchio), spargete sui calamari del bicarbonato e poi spremete sopra il tutto un bel limone, possibilmente bio. Vedrete che si formerà della schiuma. Chiudete il coperchio e metteteli in frigorifero per tutta la notte.
Verso le tredici troverete i calamari con una sorta di sughetto, l'ho buttato e ho passato i calamari sotto acqua corrente, poi li ho asciugati ed infarinati. Infine fritti come di consuleto. Ma se volete potete anche lessarli o farli in umido, risulteranno sempre molto teneri.
Li ho accompagnati con una salsetta a base di formaggio alioli che ho acquistato al mercato centrale qui a firenze. Ma che penso di poter riprodurre mescolando aglio tritato, prezzemolo pepe a formaggio come stracchino o robbioletta.
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sabato 26 aprile 2008
salmone all'acetosella
In campagna da me cresce spontanea l’acetosella, ne ho tantissimi cespugli, le sue verdi e brillanti foglie mi affascinano e così sono andata alla ricerca della ricetta del mitico salmone all’acetosella creata dai fratelli Troigros a Roanne; l’ho trovata nel sito del ristorante, attualmente gestito da Michel Troigros.,
Per quattro persone :
600 gr di salmone fresco
30 cl di doppia crema
1 cucchiaio da minestra di Vermouth Sancerre
10 cl di fumetto di pesce
80 gr di acetosella fresca
2 scalogni
20 gr di burro
1 mezzo limone
Sale e pepe
scegliete un pezzo di salmone nella parte centrale del pesce. Con un coltello dalla lunga lama flessibile ricavatene due filetti; togliete con delle pinzette le lische che si trovano nella carne.
Tagliate i due filetti nello spessore in modo da ricavarne quattro scaloppe uguali. Proteggendole con carta da forno, appiattitele delicatamente con un batticarne in modo da averle tutte dello stesso spessore.
Eliminare le nervature dalle foglie di acetosella, lavatele e spezzate le foglie più grandi in due o tre pezzi.
Pelate ed affettate gli scalogni. Versate in una sauteuse il fumetto di pesce, il vino bianco ed il vermouth aggiungete gli scalogni. Lasciate ridurre fino a quando il liquido diverrà sciropposo e brillante. Aggiungete la panna e continuate a far ridurre fino a quando la salsa sarà leggermente legata. Aggiungete le foglie di acetosella ed attendete circa 20 secondi; poi togliete la sauteuse dal fuoco e dando un movimento rotatorio alla casseruola incorporate il burro in piccoli pezzetti.
Fate questa operazione senza fretta altrimenti rischiate di sbriciolare le foglie di acetosella. Aggiungete qualche goccia di limone, salate e pepate.
Fate riscaldare una grande padella di Teflon. Salate e pepate le scaloppe di salmone nel lato esterno e mettetele nella padella con il lato condito di sotto. Contate 25 secondi, rigiratele e poi contate ancora per 15 secondi. Salate leggermente questo lato. Bisogna che il salmone sia cotto poco per conservare la sua morbidezza.
Asciugate le scaloppe di salmone con della carta assorbente.
Dividere la salsa alla crema di acetosella nel fondo di quattro grandi piatti di servizio caldi. Porvi sopra le scaloppe di salmone e servirle subito.
Per quattro persone :
600 gr di salmone fresco
30 cl di doppia crema
1 cucchiaio da minestra di Vermouth Sancerre
10 cl di fumetto di pesce
80 gr di acetosella fresca
2 scalogni
20 gr di burro
1 mezzo limone
Sale e pepe
scegliete un pezzo di salmone nella parte centrale del pesce. Con un coltello dalla lunga lama flessibile ricavatene due filetti; togliete con delle pinzette le lische che si trovano nella carne.
Tagliate i due filetti nello spessore in modo da ricavarne quattro scaloppe uguali. Proteggendole con carta da forno, appiattitele delicatamente con un batticarne in modo da averle tutte dello stesso spessore.
Eliminare le nervature dalle foglie di acetosella, lavatele e spezzate le foglie più grandi in due o tre pezzi.
Pelate ed affettate gli scalogni. Versate in una sauteuse il fumetto di pesce, il vino bianco ed il vermouth aggiungete gli scalogni. Lasciate ridurre fino a quando il liquido diverrà sciropposo e brillante. Aggiungete la panna e continuate a far ridurre fino a quando la salsa sarà leggermente legata. Aggiungete le foglie di acetosella ed attendete circa 20 secondi; poi togliete la sauteuse dal fuoco e dando un movimento rotatorio alla casseruola incorporate il burro in piccoli pezzetti.
Fate questa operazione senza fretta altrimenti rischiate di sbriciolare le foglie di acetosella. Aggiungete qualche goccia di limone, salate e pepate.
Fate riscaldare una grande padella di Teflon. Salate e pepate le scaloppe di salmone nel lato esterno e mettetele nella padella con il lato condito di sotto. Contate 25 secondi, rigiratele e poi contate ancora per 15 secondi. Salate leggermente questo lato. Bisogna che il salmone sia cotto poco per conservare la sua morbidezza.
Asciugate le scaloppe di salmone con della carta assorbente.
Dividere la salsa alla crema di acetosella nel fondo di quattro grandi piatti di servizio caldi. Porvi sopra le scaloppe di salmone e servirle subito.
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una foto che mi piace molto

penso sia di erwitt