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lunedì 21 settembre 2009

araucaria araucana detta anche desespoir des singes


ho preso questa immagine da www.aujardin.info

Per una ragione molto bella e molto privata, adoro questa pianta.

Ho scoperto che in francese viene chiamata "le désespoir des singes" tradotto da me liberamente penso voglia significare la disperazione delle scimmie, in quanto le sue foglie molto appuntite rendono l'arrampicata impossibile. Ho scoperto la poesia di questo nome leggendo la biografia di F. Hardy, che ne porta il titolo. Ho capito solo alla fine che era dedicato a questa pianta, a me particolarmente cara e adesso ancora di più.

Mi ha particolarmente affascinato anche perchè è la conclusione del libro, la trovo molto vera. racconta di una donna che ha molto vissuto e che ha una grande sensibilità e quando va a passeggiare da sola au parc de Bagatelle abbraccia le piante per averne energia e scrive:

"mais mon arbre preferé se tient discretement a l'ecart et ne ressemble a acun d'autre. sans doute parce qu'il vient d'ailleurs........il s'appelle le desespoir des singes et je ne sais pas s'il m'attire parce que je suis un peu de sa famille ou parce qu'il me fait penser aux hommes qui m'ont desesperee. Eux aussi decourageaient l'approche en se rendant inacessibles ou en lancant des piques. Fragiles comme ils l'etaient, que pouvaient-ils faire d'autre?"

E' una frase che sento mia.Piena di comprensione e di amore.

giovedì 27 novembre 2008

sorella del mio cuore

Chitra Baneriee Divakaruni
Mi piace molto questa scrittrice di origini benalesi. Avevo letto “la maga delle spezie” e mi aveva affascinato il suo modo di sentire e di esprimersi.
Adesso ho appena finito di leggere un altro suo libro “sorella del mio cuore”, che mi ha accompagnato in un mondo lontano, che mi ha fatto davvero compagnia in questi giorni. Il potere salvifico della lettura e dell’evasione. Avrei preferito un finale diverso, però.
I personaggi e le atmosfere sono indimenticabili.
Voglio dedicarlo all’amica che avrei tanto voluto avere, che ognuna di noi vorrebbe avere.
Gouri Ma
“Tra tutte le stanze di questa dimora sul punto di crollare sotto gli assalti del tempo e dei ricordi quella di Gouri Ma è per me la più misteriosa. E’ sempre stata il suo rifugio, il solo luogo che potesse offrirle riparo quando si sentiva stanca delle nostre liti, delle animate discussioni, dell’interminabile sequela dei conti da pagare. In una vita vissuta soprattutto per gli altri era questo l’unico luogo che potesse chiamare suo. Talora a tarda notte dalla porta chiusa trapelavano le note di una melodia suonata sul sitar, o si effondeva il lieve sentore dell’incenso di rosa, così dolce e puro da farmi desiderare di esserne sommersa.”
Ashok e Sudha
“Se un uomo ed una donna si guardano negli occhi come era successo a noi, narrano le antiche leggende, le loro anime si uniscono. Lo sguardo è una corda d’oro che lega l’uno all’altra. Anche se i due in seguito non si incontreranno più, porteranno sempre con sè qualcosa dell’altro. Non riusciranno mai a dimenticare, e non potranno più essere del tutto felici.
Per questo nelle famiglie fedeli alle antiche tradizioni alle ragazze non era consentito conoscere alcun uomo fino al momento dell’incontro propizio, lo shubho drishiti, quando lo sposo e la sposa si donano l’uno all’altra attraverso gli occhi. Non per mantenere le donne nell’ignoranza e nella sottomissione. Gli anziani, nella loro saggezza, lo facevano per evitare che morissero di crepacuore.”

domenica 24 agosto 2008

Sans feu ni lieu

EL DESDICHADO
Je suis le Ténébreux, - le Veuf, - l'Inconsolé,
Le Prince d'Aquitaine à la Tour abolie :
Ma seule Etoile est morte, - et mon luth constellé
Porte le Soleil noir de la Mélancolie.
Dans la nuit du Tombeau, Toi qui m'as consolé,
Rends-moi le Pausilippe et la mer d'Italie,
La fleur qui plaisait tant à mon coeur désolé,
Et la treille où le Pampre à la Rose s'allie.
Suis-je Amour ou Phébus ?... Lusignan ou Biron ?
Mon front est rouge encor du baiser de la Reine ;
J'ai rêvé dans la Grotte où nage la sirène...
Et j'ai deux fois vainqueur traversé l'Achéron :
Modulant tour à tour sur la lyre d'Orphée
Les soupirs de la Sainte et les cris de la Fée

Gerard de Narval, scrittore ottocentesco dalla vita piuttosto dissipata, ma intensa ha scritto questi versi. Gotici, se vogliamo. Anni ed anni dopo una ricercatrice di archeozoologia presso il Centro nazionale francese per le ricerche scientifiche, ed esperta in medievistica, nel corso dei ventuno giorni di ferie che si concede ogni anno ha scritto un giallo delizioso, che ha come epicentro questi terribili versi.
Lei pubblica i suoi libri con uno pseudonimo Fred Vargas, che deriva da uno dei personaggi di un film interpretato da Ava Gardner: "La contessa scalza".
Ho letto questo libro in lingua originale e mi è piaciuto molto, per il modo mirabile di descrivere i personaggi, che sono insoliti, a cominciare da uno dei protagonisti Ludwig Kelweihler, ex poliziotto ed ex dipendente del ministero degli Interni francese, con una rete nazionale di informatori che vive con un rospo di nome Bufo, che cura con amore e dedizione. Poi ci sono gli Evangelisti: storici ricercatori che vivono nella "baraque pourrie" dedicandosi alle più disparate occupazioni, uno è anche colf durante il giorno per poter proseguire nei loro studi.
Ho trovato questo libro per caso, era un pò che volevo leggere qualcosa in francese e i gialli sono una delle mie letture preferite, adesso vorrei trovarne altri della stessa autrice perchè mi ha affascinato.

domenica 8 giugno 2008

la maga delle spezie

Ho letto questo libro, questa magnifica favola. Introduce ad un mondo lontano, pieno di aromi intensi, di colori, di luce, di presenze magiche.
E' la storia di Tilo e poi di Maya. Una storia intensa di una maga trasgressiva, che si lascia avvolgere da emozioni umane, che partecipa alla vita di coloro che deve aiutare e questo non è ammesso.
E poi si parla continuamente delle spezie e dei loro poteri, però attenzione la loro asseunzione va effettuata solo sotto la supervisione di una qualificata maga delle spezie.
Le spezie che cantano nelle mani giuste, che sprigionano tutti i loro poteri arcani, che derivano dagli elementi, dalle forze della natura. "La mia passione sono le spezie, ne conosco le origini il significato dei colori e dei profumi. Posso chiamarle una per una con il nome assegnato loro quando la terra si spaccò come una scorza per offrirle al cielo." Così inizia questa favola di fragranze e di aromi.
L'ha scritta Chitra Banerjee Divakaruni, il suo nome è una poesia.

una foto che mi piace molto

una foto che mi piace molto
penso sia di erwitt