lunedì 24 dicembre 2012

Vigilia di Natale


Alle dieci del mattino Ethel era seduta in salotto, avvolta nella vestaglia di ciniglia color lavanda; beveva zabaione aprendo l'ultimo mucchietto di biglietti di auguri, borbottando a voce alta rivolta ai due gatti. Quando lesse il messaggio inviatole da una delle due nipoti mugugnò : “maledizione, non voglio che diano soldi in beneficenza a mio nome; io voglio un regalo! Guarda qui: trentasette biglietti di auguri e non ce n'è uno che dica Buon Natale! Tutte scemenze come Buone Feste o Serene Festività, E' Natale perbacco! Bè, possiamo solo ringraziare la stramaledetta Unione americana per i diritti civili”. Intanto buttava i biglietti, uno dopo l'altro nel cestino accanto a lei, fino a quando aprì quello inviatole da un amica del coro di campane a mano, che finalmente le augurava “Buon Natale”. “Era ora” disse, e si alzòper sistemarlo sulla mensola accanto al camino insieme agli altri. Poco dopo piazzò davanti alla porta d'ingresso il suo nuovo zerbino di benvenuto: CHI PORTA GRANDE GIOIA SI METTA DIETRO A CHI PORTA REGALI.

Da “Miss Alabama e la casa dei sogni” di Fannie Flag. Come regalo di Natale, se avete voglia di un romanzetto delizioso, vi consiglio questo libro.

Buon Natale,

mercoledì 18 aprile 2012

Idee per un viaggio in Toscana - Pievi ed Abbazie

E' particolarmente suggestivo visitare, nelle prime ore del mattino, la Pieve di Corsignano, che sorge  isolata in un angolo di verde campagna . La presenza di un luogo di culto in questa posizione è attestata già nel 714, da alcuni documenti riguardo a una contesa tra i vescovi di Siena e Arezzo. In questa Pieve sono stati battezzati due Papi: Enea Silvio Piccolomini, il Futuro papa Pio II e poi suo nipote che divenne  Pio III.
Corsignano era l'antico nome di Pienza.
Secondo la leggenda,  l'Abbazia di Sant Antimo, che sorge isolata tra gli olivi, è stata fondata da Carlo Magno nel 781. In seguito, nel 1118, i monaci Benedettini costruirono la Chiesa attuale,  di stile romantico con influenze francesi e lombarde. La Chiesa è costruita in travertino ed onice ed ha una particolare lucentezza ed eleganza.
L'Abbazia di Monte Oliveto Maggiore sorge invece su un altura, difesa su tre lati da i nvalicabili precipizi. Qui si raccolsero i primi monaci benedettini della Congragazione di Monte Oliveto. Giovanni Tolomei, dopo gli studi di giurisprudenza si unì ai Disciplinati di Santa Maria, sodalizio di laici dediti alla preghiera e alla carità.Nel 1313 decise di ritirarsi con tre amici  in una sua proprietà nel Deserto di Accona per condurre una vita da eremita, vivendo in grotte naturali e costruendo una piccola chiesa. Giovanni decise di cambiare il suo nome in Bernardo, in onore del grande abate cistercense Bernardo di Chiaravalle.
Nel 1319  insieme ad altri seguaci, dette vita alla Congregazione Benedettina di Santa Maria di Monte Oliveto, indicando con la dedicazione alla Madonna la forte impronta mariana (ed è per questa ragione che vestono con sai bianchi) e con la specificazione "di Monte Oliveto" il richiamo al Monte degli Ulivi di Gerusalemme.
In questa Abbazia si possono acquistare preparati erboristici.

giovedì 29 marzo 2012

Idee da un viaggio in Toscana: cardi (o gobbi) cotti tre volte

E' un piatto tipico invernale.
Prima cottura: Dopo aver ben pulito i cardi (o gobbi che dir si vogliano), vanno lessati in acqua leggermente salata e acidulata con succo di limone, altrimenti scuriscono. Dopo questa prima cottura si lasciano raffreddare nella loro acqua e poi si scolano e si asciugano.
Seconda cottura: una volta ben asciugati si infarinano e si friggono in olio.
Terza cottura: A parte si prepara un sugo di pomodoro profumato con abbondante basilico ed aglio tritato con poca cipolla. Si mettono poi i cardi fritti in questo sugo e si procede alla terza cottura. Quando il sugo avrà totalmente impregnato le verdure i cardi sono pronti.


mercoledì 28 marzo 2012

Idee per un viaggio in Toscana - S. Quirico in Val d'Orcia, già S. Quirico in Osenna

La Via Francigena è stata la più battuta delle "Romee" strade medioevali di pellegrinaggio che conducevano a Roma. Fin dal VIII secolo è stata il collegamento tra l'Abbazia di Canterbury e Roma, attraverso la Francia (da cui prende il nome). Oltre che dai pellegrini, era percorsa da soldati, mercanti, viaggiatori.
Per ricostruire il tracciato italiano della via Francigena il riferimento è costituito dal diario tenuto da Sigerico, arcivescovo di Canterbury, in occasione del suo viaggio a Roma avvenuto nell'anno 990.  Un diario minuzioso che abbonda in descrizioni, dal quale però ci separano secoli e le trasformazioni avvenute nel corso del tempo.I resoconti dei viaggi successivi, le tracce ed i segni sopravvissuti al cambiamento consentono, tuttavia, di ripercorrere questo storico itinerario.
Anche il territorio della Val d'Orcia è attraversato dalla Via Francigena, il percorso è ben segnalato da cartelli indicatori.
Questa strada determinò il destino, la fama e la prosperità dei centri, maggiori o minori, che attraversava.
San Quirico d'Orcia è uno di questi . E' un antico borgo fortificato, con mure quattrocentesche ( 1472).
Sorge su una collina tufacea a 750 braccia sopra il livello del mare.
Nel sec. VIII era una delle pievi situate dentro i confini del contado senese, ma dipendeva, per l'ecclesiastico, dalla diocesi di Arezzo. Molte contese e fatti di sangue generò tra queste due città.
La più antica pieve è quella dei Santissimi Quirico e Giuditta; dopo di questa, in ordine di antichità, vi è la chiesa di S. Maria, presso la quale venne edificato nel XI secolo un ospizio di eremiti camaldolesi, da qui deriva il nome della vicina porta (Camaldoli).
Notevole è la Collegiata gotica-italiana con sculture raffiguranti leoni che sorreggono lunghe colonnine intorno alle quali figura attorcigliato un serpentone.
 Accanto alla porta Nuova ci sono gli Horti Leonini, un giardino all'italiana progettato da Diomede Leoni nella prima metà del XVI secolo.
E' suggestivo percorrere, a piedi, le sue strade, passare in mezzo a queste testimonianze. La sera, fuori stagione, il borgo è quasi deserto, si sentono solo i rintocchi delle campane.
Un camino acceso, un atmosfera variegata, un servizio piacevole ed un ottima cucina (provare ossobuco alla senese) si possono trovare alla Trattoria al Vecchio Forno.


giovedì 22 marzo 2012

Idee per un viaggio in Toscana - Val d'Orcia Bagno Vignoni

Bagni di Vignone o Bagno a Vignone in Val d'Orcia.
Le acque termali abbondantissime e cristalline gorgogliando emergono in mezzo alla piazza del villaggio di cui occupa il maggior posto la gran vasca, circondata da tre lati da abitazioni mentre, sul quarto lato è stata innalzata una cappella.
La cappella è dedicata a S. Caterina  da Siena, che frequentò questi luoghi. Pare che  di Monna Lapa, madre di Caterina, volesse distrarre la figlia dalle sue ambizioni di santità con le acque calde e sensuali del vulcano. Ma, invece di godere di tale piacere Caterina sfruttò le acque bollenti come strumento di penitenza.
 In una solitaria notte di Marzo limpida, fredda con il cielo pieno di stelle è suggestivo restare ai bordi di questa grande vasca dalla quale si innalzano vapori.
C'è un atmosfera particolare; non stupisce che  Andreij Tarkovskij
abbia girato qui  le scene più suggestive del film Nostàlghia.
I bagni di Vignone non erano ignoti ai romani; nel portico della cappella c'è un antico marmo  che contiene un iscrizione votiva alle ninfe.
Scriveva il Repetti, nel 1833: le acque termali di Vignone hanno una grande reputazione sostenuta da molti secoli di esperienza per la cura delle malattie di indebolimento  di membra, di dolori artritici, reumatismi, mali cutanei etc
Fra i personaggi più famosi che frequentarono questa località merita di essere ricordato Lorenzo de Medici.

martedì 6 marzo 2012

spezzatino di manzo veloce e con pochi ingredienti

Quella sera ero tornata a casa tardi, dopo una giornata trascorsa in udienza penale.Mentre aspettavo che  il mio processo venisse chiamato,  ascoltavo le altre storie: vicende rivissute, rivisitate in modo molto personale dai protagonisti, ma con un unico intento: tutti cercano di uscirne puri o come vittime che sono state costrette a reagire ad un sopruso. E' il solito copione.
Al di la del banale, è interessante osservare i protagonisti (gli imputati), i testimoni. La semplicità di chi racconta il vero, la posa nei racconti ricostruiti, l'espressione dei mentitori professionisti, le frasi fuori luogo, gli atteggiamenti irrispettosi, la personalità di chi racconta. E soprattutto ricostruire le storie fra le righe. Non sto parlando di grandi processi, ma di quelli che si celebrano tutti i giorni nei Tribunali e che hanno per protagonisti le persone comuni ed i reati più comuni: lesioni, stalking, truffe, rapine  e quant'altro.
Venendo allo spezzatino (acquistato rigorosamente dal macellaio e non al super), la ricetta è molto semplice: elemento principale è la pentola a pressione (cocotte minute per i francesi), dove ho fatto rosolare delle cipolle in olio d'oliva insieme ad una foglia di alloro. Rosolate le cipolle ho aggiunto lo spezzatino di manzo, ogni pezzetto ben infarinato. Rosolato anche lo spezzatino ho sfumato con un bicchiere di vino rosso. Quando il vino è stato assorbito ho aggiunto un bicchiere abbondante di acqua calda nel quale ho sciolto del concentrato di pomodoro. A quel punto ho chiuso il coperchio e ho fatto cuocere per 15/20 minuti dopo il fischio, a fuoco moderato.
Se avanza il giorno dopo si può tritare lo spezzatino, allungare un poco il sugo e condirvi della pasta. E' molto buono

sabato 3 marzo 2012

quando il radicchio vi guarda triste dal frigo

Ci sono persone che riescono ad organizzare tutto così bene: lavoro,spesa,cucina e quando arrivano a casa basta un attimo e oplà........solo il tempo di apparecchiare e mettersi a tavola.
Non appartengo a questa categoria, sono disorganizzata, presa da altri impegni, da altri pensieri mi dimentico, e  così arrivano le due, una fame lupesca e avrei voglia di andare a fare la spesa, ma, naturalmente, trovo tutto chiuso. Però sono previdente e ricerco nei bellissimi blog che seguo delle ricette semplici da fare anche con quel poco che trovo in frigorifero.
Vedendo il cespo di radicchio solitario e triste mi sono ricordata di questa ricetta per la pasta che richiede pochissimi ingredienti che di solito si trovano in dispensa . Ho preso uno spicchio d'aglio e l'ho fatto rosolare in un pò d'olio evo, poi ho aggiunto delle acciughe sott'olio (la quantità dipende dai gusti) ed il radicchio tagliato sottilissimo. Ho unito delle scorzette di arancia (ne avevo una selvatica extrabio), anche queste tagliate molto sottili, ho sfumato con un pò di whisky. Il gusto delle acciughe mi sembrava un pò forte e così ho aggiunto anche un pò di burro, qualche fiocco. Con questo sugo, dopo aver tolto l'aglio, ho condito delle linguine. Buono e veloce, molto apprezzato.

venerdì 24 febbraio 2012

a proposito del cavolfiore

Il cavolfiore ha un bel nome ma non profuma. Ci sono diversi trucchi per evitare il cattivo odore che rilascia quando viene lessato, per esempio: aggiungere all'acqua una foglia di alloro, oppure un pezzetto di pane, o del limone. 
Tempo fa ho imparato, da una signora polacca,  un sistema di cottura che lo rende delicato  : si tratta di cuocerlo immerso  in acqua e latte al 50% ciascuno.
In questi giorni l'ho cucinato in modo da renderlo un pò esotico. 
La ricetta è semplicissima, non è mia  l'ho copiata da qualche parte ma non mi ricordo dove, per cui chiedo scusa all'autore.
Si lessa il cavolfiore, più o meno al dente, poi si prende una padella con un filo d'olio e aglio. Rosolato l'aglio si aggiunge il cavolfiore, nel frattempo si sciolgono due cucchiaini di curry (mi raccomando compratelo in drogheria non ha nulla a che vedere con quello del supermercato!), in un bicchiere di acqua tiepida. Aggiungere il curry sciolto al cavolfiore ed unire anche un vasetto di yogurt naturale, in mancanza ho usato un caprino fresco, mescolare e cuocere per qualche minuto. E' ottimo

sabato 18 febbraio 2012

Maccheroni alla Noddo d'Andrea

Copio questa ricetta da un libro interessante intitolato Desinari e Cene dai tempi remoti alla cucina toscana del XV secolo, scritto da M. Luisa Incontri Lotteringhi della Stufa.

...... e venendo maccheroni boglientissimi Noddo comincia a raguzzare e caccia giù....
Franco Sacchetti Nov CXXIV
Potrebbe essere un idea per quanti amano  proporre menù evocativi e scritti a mano.Inoltre è abbastanza semplice da realizzare.
Tritare 150 gr di magro di vitella con 60 gr di pancetta di maiale, mezza cipolla, un mazzetto di prezzemolo e sedano. Mettere questo battuto sul fuoco in una casseruola con una cucchiaiata di olio, condire con sale e pepe e aggiungere due o tre foglie di salvia. Quando il battuto si sarà asciugato bagnare con vino bianco e dopo che questo si sarà evaporato portare a cottura aggiungendo, di tanto in tanto, qualche cucchiaiata di buon brodo.
Lessare i maccheroni, condirli con il sugo e con abbondante cacio grattugiato.
Naturalmente portarli in tavola boglientissimi!

sabato 11 febbraio 2012

Piccolo viaggio in Francia - tornando a casa

Questo viaggio è stato breve: cinque giorni in tutto!
Si rientra attraversando il Massif de l'Esterel, scorci e vista incantevoli.
Breve sosta a Cannes; sotto gli alberi di square Lord Brougham, davanti a le Vieux Port, pensionati e personaggi di ogni tipo giocano pigramente a petanque. Arrivano con le due bocce tenute insieme da una funicella alle cui estremità sono fissate delle calamite ; le calamite servono anche per recuperare le bocce durante il gioco.
Passeggiata nel vecchio quartiere collinare della città: il Suquet. Girellando scopro alcuni ristoranti dall'aria interessante che espongono il simbolo che attesta che sono stati selezionati e approvati da:
 http://www.le-bouche-a-oreille.com/
Alle 17 degustazione di frutti di mare, accompagnati da bottiglia di Muscadet, da Astoux & Brun, rue Felix Faure, è uno spettacolo vedere l'apertura delle ostriche nella cucina che da sulla strada a fianco. Però la qualità dei frutti di mare mi delude .
Sosta a Biot (8800 abitanti), scoperto grazie alla guida  Lonely Planet. Questo un paesino  un tempo era famoso per la produzione di vasellame, in particolare realizzavano delle grandi giare in terracotta per conservarvi olio e vino; mi ricordo che mia nonna ne aveva una, enorme proprio come quelle che vedo qui esposte.
A Biot è ancora viva una fiorente produzione artigianale ed artistica nel settore del vetro, è bello visitare i suoi coloratissimi ateliers.
La sua storia è stata tormentata: i  primi abitanti erano celti-liguri, poi ha subito, per cinque secoli, la dominazione romana. Nel medioevo fu sede di una Commenda di Templari. Nel 1387 il paese venne distrutto dalla guerra e la sua popolazione fu decimata dalla peste. Venne ricostruito nel 1470 da un gruppo di famiglie liguri provenienti da Oneglia.
La place des Arcades è una pregevole testimonianza del passato di Biot come sede della Commenda dei Templari, prima e dei cavalieri di Malta poi. In questa piazza si trova l'albergo  Restaurant des Arcades: è un edificio che risale al secolo XIII con camini monumentali e mobili d'epoca; nel XX secolo è stato il punto di ritrovo di molti artisti le cui opere ornano ancora le sue pareti nella sala da pranzo, nelle gallerie, nei corridoi e nelle camere : Mimi e Didier Brothier, Cesar, Novaro, Vasarely, Leger.
Per arrivare alle camere dei piani superiori ci si inerpica per scale anguste, ma sono deliziose ed hanno una vista incantevole. La cucina utilizza prodotti freschissimi (li ho visti arrivare, in particolare mi ricordo dei fiori di zucca magnifici) è regionale e favolosa.

martedì 7 febbraio 2012

Piccolo viaggio in Francia 5 Route des Cretes

La tempesta di ieri sera ha pulito il cielo; adesso è abbagliante in questa mattina di Settembre.
La prima tappa è Bormes les Mimosas: un piccolo villaggio medioevale oggi famoso per le sue esposizoni di mimose in inverno e bouganvilee in estate. Infatti ci sono fiori dappertutto; e poi gallerie di artisti e, in rue Carnot, negozi turistici che vendono prodotti provenzali un pò stereotipati. Compero delle saponette alla lavanda, più tardi mi accorgo che hanno un profumo artificiale, talmente intenso che in macchina dopo poco non si respira.
Le strade sono tortuose e ripide: una si chiama Rompi Cuou  .
Si prosegue in macchina lungo la Route des Cretes, attraverso la macchia mediterranea, il panorama è spettacolare!
Si arriva  a Collobrieres (1.600 abitanti), costruita nel verdegiante massicio  des Maures, e considerata la sua capitale.Le prime tracce di vita in questo villaggio risalgono all'epoca pre-romanica.   A Collobrieres si ha l'impressione  di essere tornati indietro nel tempo,  negli anni 50: il tempo scorre lento, gli abitanti del luogo sono seduti nei caffè e chiaccherano, fumano o giocano a carte; turisti pochi.  E' un delizioso ed autentico villaggio provenzale . Gli edifici sono un pò in rovina ma affascinanti.
E' circondata da 900 ettari di castagneto e produce 200 tonellate di castagne all'anno; tutto ruota intorno alla castagna e alla sua elaborazione più squisita: i marrons glaces. Buonissimi, la glassa di zucchero non è predominante sul meraviglioso sapore dei marroni.Un indirizzo da non perdere è  http://www.confiserieazureenne.com/fr/index.asp
 


 


venerdì 3 febbraio 2012

Piccolo viaggio in Francia 4 Saint Tropez

E' molto piacevole, in estate, raggiungere Saint Tropez via mare. La strada per arrivare, invece, è piena di turisti e si formano code interminabili.
Via mare si parte dal piccolo porto di Sainte Maxime, con i battelli verdi, e si arriva in 20 minuti circa. S'imbarca un anziana e chicchissima signora, ha gli occhi verdi e ridenti da gatta e una borsa meravigliosa. Poco dopo arriva suo figlio e cerca di convincerla a salire sulla sua imbarcazione. Lei rifiuta con garbo ed ironia perchè, a quanto pare, lui è un pò spericolato sul mare. Durante la navigazione si affiancano con la loro barca e partono saluti gioiosi.
Il nome desueto di Saint Tropez è Saint Torpè: Torpete era un ufficiale romano che si convertì al cristianesimo. Per questo Nerone ordinò di farlo decapitare. Ma non solo, infatti dispose che il suo corpo dovesse essere abbandonato alla deriva in compagnia di un cane e di un gallo in modo tale che ne divorassero i resti.
Il corpo approdò, invee, intatto presso Saint Tropez. Gli abitanti di questo piccolo villaggio fecero del martire decapitato il loro santo patrono. Dany Lartigue ha raccontato questa leggenda in una bella stampa dai caldi colori.
Arrivando è impossibile non restare stupefatti dalla profusione di yachts: hanno le dimensioni di navi e nomi strabilianti: "disco volante", "idol", "ghepard lion". Quest'ultimo è tutto una gheparderia anche i tender sono maculati. Il più bello di tutti è tutto nero con una linea filante e molto sobria. Si distingue.
E poi ancora Le Vieux Port, con le sue stradine e la statua del Bailli de Suffren, costruita con il metallo di un cannone ottocentesco.
Partendo dalla Ponche si sviluppa il fantastico sentier du littoral; ne ho percorso solo un piccolo tratto: quello che curva attorno al Port des Pecheurs e costeggia il Cimitiere Marin per arrivare alla Plage des Graniers. Dove mi sono fermata. E' un sentiero molto piacevole da percorrere e, se non fosse stato per il caldo, sarei arrivata volentieri più avanti. Ma la Plage des Graniers èdavvero molto bella: l'acqua è meravigliosamente pulita e fresca.
Le tentazioni per gli acquisti sono davvero tante e spaziano da oggetti veramente kitsch e costosissimi, a capi di una raffinatezza divina, come per esempio:   meravigliosi cappelli fatti su misura, camice dal taglio stupendo, accostamenti di colori incredibili, magliette  dalle tinte tenui  scivolate su leggins bianchi.
Una scoperta piacevole è stata Le sporting, una brasserie, sul lato in ombra della Place des Lices, frequentatissima anche da gente del posto. Mangiato benissimo .
Nelle calde luci del tramonto, sul porto, un aperitivo sulla terrazza del caffè  Senequier, aperto nel 1887 e dove Sartre  scrisse alcuni capitoli di un suo libro Les Chemins de la Libertè  . E' pieno di tavolini rossi e rosse sedie da registr, dove si accalca una folla estiva e armoniosa. Immediatamente davanti : lo spettacolo degli   yachts e della loro incredibile fauna che si prepara per le feste della serata, quando ad un tratto....... arriva un personaggio vestito da flic e comincia a fermare quelli che passano: in auto, a piedi, in bicicletta non importa, li ferma come fosse un flic e contesta le infrazioni più improbabili. E' difficile da descrivere, ma è fantastico: un comico di strada bravissimo, brillante, pieno di savoir fair: ha improvvisato uno spettacolo con nulla, forse sarà la magia del luogo e della sera.


giovedì 2 febbraio 2012

Piccolo viaggio in Francia 3 - Plan de la Tour

Come ho già scritto, l'arrivo a Plan de la Tour, è stato determinato  dal caso: una prenotazione all'ultimo momento.
E' un piccolo paese delizioso, situata nella regione Provenza Alpi Costa Azzurra. Quando si arriva  la sera si viene accolti dalla luce variopinta di  tante lampadine multicolori che illuminano, all'ingresso del paese, la piazza dove si radunano accaniti giocatori di  pétanque. E' una versione provenzale delle bocce, inventata da Jules Le Noir, un campione locale di bocce di La Ciotat, che a causa dell'artrite non riusciva più a prendere la rincorsa prevista in questo gioco prima del lancio. Inventò così questa variante nella quale si lancia la boccia da fermi "pieds  tanques" che in lingua provenzale significa piedi legati.
Come sono armoniose ed arcaiche le parole provenzali!  In questa zona è una lingua ancora parlata ed usata.
Un altro aspetto positivo di Plan de la Tour è la sua posizione tranquillla, la sua vicinanza al Massif des Maures. Anche questo nome deriva dal provenzale "maouro" che significa bosco scuro. E' percorso da strade incantevoli che attraversano un paesaggio splendido, la folla di turisti che imperversa sulla costa sembra lontana anni luce.
Un aspetto che invece non ho apprezzato di Plan de la Tour sono stati i suoi ristoranti, anche se quasi tutti hanno un aspetto molto pittoresco. Forse non ho avuto fortuna ma la qualità del cibo lasciava un pò a desiderare e ho trovato proposte più interessanti ed anche più economiche a Saint-Tropez.
Sembra incredibile, vero?

mercoledì 1 febbraio 2012

Piccolo viaggio in Francia 2 - Gites de France

La sistemazione prenotata il giorno stesso della partenza, l'ho trovata  scorrendo gli indirizzi del sito gites de France. Sono tante le soluzioni offerte da questo sito e molto affascinanti, al di fuori dei soliti hotel.
Nel nostro caso: piccole casette  immerse in tanto tantissimo verde, un bel prato a poggi, lavanda, palme, olivi,cipressi, oleandri e fichi, tamerici, limoni. Sdraie a profusione, piscina, jacuzzi all'aperto. La mattina viene servito un petit dejeuner sotto un pergolato. l'ambiente è cosmopolita ed informale, le marmellate sono fatte in casa e sono buonissime. Ottimo anche il latte intero alla vaniglia.
Andiamo alla Plage de Gigarò: acqua cristallina e limpida. C'è un bel servizio navetta che dalla spiaggia porta a La Croix Valmer: una cittadina moderna, a mio avviso, priva di fascino. L'unica cosa che ho apprezzato tantissimo è la Brasserie Cafè Valmer specialiste du Coquillage, dove si possono degustare dei frutti di mare meravigliosamente freschi e ben serviti. All'interno l'ambiente è very cool! Ma soprattutto che delizia le ostriche.

una foto che mi piace molto

una foto che mi piace molto
penso sia di erwitt