sono partita e sono partita da sola, per tutta una serie di circostanze.
Dopo venti anni un viaggio da sola; all'inizio panico, poi ho capito che ne avevo bisogno, no non del panico, ma di distaccarmi, di andare via, di non essere più asseragliata da quest'ansia che mi spinge a lavorare con orari impossibili.
Che mi esaspera e mi rende insopportabile e mi fa sentire insopportabili anche quelli che mi sono cari. E che mi mancano già, prima ancora di partire.
Poi finalmente essere altrove, osservare guardare fuori e non più solo ed esclusivamente dentro una stanza, vita vissuta indirettamente tramite fascicoli, carte, documenti.
Curiosità e finalmente il distacco, le cose scivolano via, restano indietro, come il paesaggio di questo treno. Guardo i colori del sari della donna seduta qualche fila più avanti, le montagne con la neve, e poi la piatta pianura con il grano maturo.
Arrivo alla gare de Lyon intorno a mezzanotte, non so da che parte uscire e naturalmente mi trovo su una strada semideserta alla ricerca di un taxi.Mi porto dietro una valigia che pesa un quintale.
Finalmente un taxi e quando uscendo da una strada vedo la tour Eiffel, non mi sembra vero, non mi sembra possibile.Che sensazione di irrealtà e che meraviglia di luci nella notte!