sabato 14 giugno 2008

Pelope e la sua storia

Pelope era figlio di Tantalo, re della Lidia, del quale si diceva fosse figlio di Giove e godeva quindi di una certa famigliarità con gli dei. Invitato spesso alla loro mensa, Tantalo riuscì a sottrarvi nettare e ambrosia e parlava dei segreti divini che gli erano stati rivelati. Ma non solo; per mettere alla prova l’ onniscenza degli dei, uccise il proprio figlio Pelope, lo fece a pezzi e lo servì loro come cibo. Ad eccezione di Cerere, che ne mangiò distrattamente una spalla (forse perchè ancora sconvolta dal rapimento della figlia Proserpina), gli altri dei se ne accorsero, Zeus rivelò tutta la sua furia contro Tantalo. Ordinò poi ad Hermes di raccogliere tutti i pezzi del corpo del povero Pelope, e Cloto (una delle Moire), li ricucì; mancava però la spalla e Cerere vi applicò una lucente spalla in avorio.
Pelope cresciuto, s’invaghì perdutamente di Ippodamia, figlia del re Enomao che regnava nell’Elide. Il palazzo di Enomao si trovava ad Olimpia, sulla collina di Crono. Ad Enomao un oracolo aveva predetto che sarebbe stato ucciso dal futuro genero; quindi sfidava tutti i pretendenti della figlia alla corsa delle bighe, attività nella quale si riteneva invincibile perchè poteva contare sui cavalli magici che gli aveva donato Ares. Inoltre era molto astuto: faceva sedere la bellissima fanciulla sulla biga del malcapitato pretendente di turno, in modo tale da distrarlo. Ca va sans dire che gli spasimanti perdevano; ma non solo, la regola infatti stabiliva la morte per chi non vincesse la gara ed intorno all’entrata del palazzo di Enomao erano infisse già tredici teste umane.
Peolope corruppe l’auriga Mirtilo, il quale preparò la biga di Enomao in modo che si spezzasse in due durante la corsa; secondo altri Mirtilo fece si che le ruote della biga si staccassero, sostituendo il perno delle ruote in ferro con uno di cera. Il risultato fu che Enomao piombò nella polvere, il suo corpo venne straziato dai cavalli e morì.
Peolope sposò Ippodamia e fu un re molto potente: conquistò terre in tutte le direzioni, da lui il suo regno si chiamò Peloponneso. Però non diede a Mirtilo il compenso pattuito per il tradimento, anzi quando venne a reclamare lo uccise. Mirtilo morente scagliò contro Pelope e la sua stirpe una terribile maledizione, che evidentemente funzionò, infatti Pelope ebbe ventidue figli, tra i quali Atreo, Tieste e Crisippo.
La gloria di Pelope fu Olimpia. Qui a Pelope venne riservato un sacro monticello posto tra il tempio di Zeus e quello di Hera, con alberi e statue. “Pelope è venerato dagli Elei più di ogni altro eroe a Olimpia, così come Zeus è venerato più di ogni altro dio”. Ogni anno nel suo recinto veniva sacrificato un ariete nero, con lo stesso gesto compiuto da Enomao, prima della sua ultima corsa. Nessuno può assaggiare quella carne, se vuole entrare nel tempio di Zeus.

3 commenti:

marcella candido cianchetti ha detto...

buon inizio di settimana

marcella candido cianchetti ha detto...

contenta che ti sia piaciuta la storia del calcio e realativa ricetta,ho un'altro blog caravaggio http://wwwmarcella.blogspot.com , poi un'altro modestissimo di new e critica d'arte http://picassobis.blogspot.com buona giornata

Jean-Michel ha detto...

Non ci andavano per il sottile...
Grazie per questo racconto!

:)))

una foto che mi piace molto

una foto che mi piace molto
penso sia di erwitt