E' tanto che non scrivo più qualcosa. Sono giorni intensi, Auguri, Feste, doni, pacchi, lavoro, scadenze di fine anno, affannata, stravolta e nervosa.
Però c'è qualcosa che viene prima di tutto, Ringraziare, ringraziare tantissimo per questo anno che sta per finire. Per tutto quello che ha portato, nel bene e nel male. Per tutti i giorni, tutte le ore, la meraviglia e l'incanto.
Mi sento nel cuore le parole di questo antico canto, con cui ringrazio il Signore per tutto.
giovedì 31 dicembre 2009
giovedì 26 novembre 2009
un consiglio
L'altro giorno camminando velocemente il mio sguardo è stato catturato da un manifesto, neanche troppo carino, nella vetrina di un negozio.
io credo che queste cose non nascano per caso, ci sono fili sottili che legano la casualità.
La frase che ho letto sotto questo volantino era quanto da tempo dentro di me cercavo di realizzare, senza riuscirci. Oppure un intuizione . Comunque la frase, press'a poco era questa:
"Vivi la vita con lo sguardo proteso in avanti, e se ti capita di voltarti indietro, cerca di farlo con un sorriso".Mi ha colpito.
E' passato del tempo ma queste parole mi risuonano nella mente e nel cuore. Io non so vivere con lo sguardo proteso in avanti, vorrei farlo ma non ci sono mai riuscita. Credo di essere stata una nostalgica già a quattro anni. E ogni volta che mi volto indietro non riesco mai a farlo con un sorriso, ma con rimpianto. Rimpianto per mille cose, tra cui il tempo che ho perso a non amarmi.
Oppure con nostalgia.
però mi piace questa frase.
io credo che queste cose non nascano per caso, ci sono fili sottili che legano la casualità.
La frase che ho letto sotto questo volantino era quanto da tempo dentro di me cercavo di realizzare, senza riuscirci. Oppure un intuizione . Comunque la frase, press'a poco era questa:
"Vivi la vita con lo sguardo proteso in avanti, e se ti capita di voltarti indietro, cerca di farlo con un sorriso".Mi ha colpito.
E' passato del tempo ma queste parole mi risuonano nella mente e nel cuore. Io non so vivere con lo sguardo proteso in avanti, vorrei farlo ma non ci sono mai riuscita. Credo di essere stata una nostalgica già a quattro anni. E ogni volta che mi volto indietro non riesco mai a farlo con un sorriso, ma con rimpianto. Rimpianto per mille cose, tra cui il tempo che ho perso a non amarmi.
Oppure con nostalgia.
però mi piace questa frase.
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lunedì 16 novembre 2009
martedì 10 novembre 2009
lesso rifatto detto anche alla francesina
Non so perchè mia nonna lo chiamasse così; lo preparava in una maniera deliziosa.
E' un piatto molto semplice. Il bollito avanzato viene tagliato a pezzi regolari, togliendo le pellicine. In una pentola si mette dell'olio con il rosmarino e l'aglio uno spicchio. Se piace si mette anche del peperoncino, Si fa soffriggere e poi si aggiunge la salsa di pomodoro. Si fa restringere il sugo e si aggiungono i pezzi di bollito, mescolare e fare insaporire per una decina di minuti.
Molto buono accompagnato da patate lessate.
E' un piatto molto semplice. Il bollito avanzato viene tagliato a pezzi regolari, togliendo le pellicine. In una pentola si mette dell'olio con il rosmarino e l'aglio uno spicchio. Se piace si mette anche del peperoncino, Si fa soffriggere e poi si aggiunge la salsa di pomodoro. Si fa restringere il sugo e si aggiungono i pezzi di bollito, mescolare e fare insaporire per una decina di minuti.
Molto buono accompagnato da patate lessate.
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mercoledì 28 ottobre 2009
zucchine lessate in dispensa : interessanti trasformazioni
l'idea di una o più zucchine lessate non è particolarmente alettante, fa pensare a convalescenze o diete. sono un pò tristanzuole.
invece possono essere la base per due ricettine veloci.
Una l'ho pescata sul bellissimo blog di fabien ed è una sorta di insolito pesto per condire la pasta.
Io l'ho rielaborata così: prendiamo le suddette zucchine lesse, che occhieggiano malinconiche in un piatto bianco. Mettiamole nel meraviglioso robot da cucina insieme a parmigiano grattugiato, olio, nocciole, sale quanto basta. Frulliamo tutto e condiamoci le linguine. Ottimo e veloce.
altra variante, questa volta trovata su cookernet ricetta di mamipola.
Prendiamo le tristissime zucchine lessate mettiamole nel bicchiere dell'insostituibile robot da cucina insieme a panna (un cartoncino), uova (2), grana grattugiato, noce moscata, un piccolo quantitativo di farina.
il tutto si versa nello stampo imburrato e cosparso di pane grattugiato e va cotto nel forno a 180 ° per 40 minuti.
ottimo delicato e collaudato
invece possono essere la base per due ricettine veloci.
Una l'ho pescata sul bellissimo blog di fabien ed è una sorta di insolito pesto per condire la pasta.
Io l'ho rielaborata così: prendiamo le suddette zucchine lesse, che occhieggiano malinconiche in un piatto bianco. Mettiamole nel meraviglioso robot da cucina insieme a parmigiano grattugiato, olio, nocciole, sale quanto basta. Frulliamo tutto e condiamoci le linguine. Ottimo e veloce.
altra variante, questa volta trovata su cookernet ricetta di mamipola.
Prendiamo le tristissime zucchine lessate mettiamole nel bicchiere dell'insostituibile robot da cucina insieme a panna (un cartoncino), uova (2), grana grattugiato, noce moscata, un piccolo quantitativo di farina.
il tutto si versa nello stampo imburrato e cosparso di pane grattugiato e va cotto nel forno a 180 ° per 40 minuti.
ottimo delicato e collaudato
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venerdì 23 ottobre 2009
semplice un pò banale : sformato di spinaci
flan o sformato? i puristi conosceranno la differenza, moi pas.
saltabeccando qua e la nei miei blog di cucina preferiti, io sono affascinata dalla manualità nella realizzazione dei piatti, dalla bellezza delle foto, dalla fantasia, dal gusto ma anche dalla capacità di organizzazione dei loro autori. Forse tutto questo può tradursi con una parola: passione. Ma c'è la componente organizzativa che mi è ignota, purtroppo. In genere do la colpa alla mancanza di tempo ed è vero, però il cibo e la sua preparazione nella mia giornata sono marginali.
Mi arrangio con quello che trovo, o non trovo, nel frigo. Ieri è venuto fuori questo sformato ad alta velocità; per prepararlo occorre un robot da cucina, quelli con il bicchierone e le lame.
Gli ingredienti sono: grana, spinaci già lessati, un barattolo di ricotta, due uova, noce moscata, timo.
Per prima cosa si mettono i pezzetti di grana nel bicchierone e si frulla, così si ottiene il formaggio grattugiato. Poi si inseriscono gli spinaci (ben strizzati mi raccomando), la ricotta, le due uova, il sale, noce moscata grattugiata a piacere, il timo. Si frulla tutto. A questo punto si prende uno stampo e si imburra bene, si riempie del composto e si cuoce tutto a bagno maria.
L'unico inconveniente è che non si sforma bene.
Anche se esce un pò informe si può ricoprire con una salsa leggera al formaggio o al pomodoro.
saltabeccando qua e la nei miei blog di cucina preferiti, io sono affascinata dalla manualità nella realizzazione dei piatti, dalla bellezza delle foto, dalla fantasia, dal gusto ma anche dalla capacità di organizzazione dei loro autori. Forse tutto questo può tradursi con una parola: passione. Ma c'è la componente organizzativa che mi è ignota, purtroppo. In genere do la colpa alla mancanza di tempo ed è vero, però il cibo e la sua preparazione nella mia giornata sono marginali.
Mi arrangio con quello che trovo, o non trovo, nel frigo. Ieri è venuto fuori questo sformato ad alta velocità; per prepararlo occorre un robot da cucina, quelli con il bicchierone e le lame.
Gli ingredienti sono: grana, spinaci già lessati, un barattolo di ricotta, due uova, noce moscata, timo.
Per prima cosa si mettono i pezzetti di grana nel bicchierone e si frulla, così si ottiene il formaggio grattugiato. Poi si inseriscono gli spinaci (ben strizzati mi raccomando), la ricotta, le due uova, il sale, noce moscata grattugiata a piacere, il timo. Si frulla tutto. A questo punto si prende uno stampo e si imburra bene, si riempie del composto e si cuoce tutto a bagno maria.
L'unico inconveniente è che non si sforma bene.
Anche se esce un pò informe si può ricoprire con una salsa leggera al formaggio o al pomodoro.
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giovedì 22 ottobre 2009
martedì 6 ottobre 2009
soirée troc, un idea per divertirsi e riciclare vecchie cose . Hélène c'est genial
da qualche tempo seguo un blog che mi diverte tantissimo http://www.monblogdefille.com/blog/
Helene è un vulcano, autoironica, simpatica, e tanto di più. Inoltre insegna piacevolmente, corredando con video, come truccarsi: dalle creazioni più elaborate, alle tecniche di base, tutto molto pratico e con tanti consigli di prodotti super.
E' un blog che ha moltissime lettrici ed ha organizzato a Parigi, ma le seguaci lo fanno anche in altre città francesi, delle serate "troc".
Si svolgono tra ragazze che hanno già fatto una conoscenza virtuale, attraverso il blog di Helene: il funzionamento è semplice:
viene postato l'annuncio della serata alla quale ogni partecipante porta abiti, accessori, bijoux, trucchi,etc..... dei quali vuole sbarazzarsi, oltre a qualcosa da mangiare e da bere.
si chiacchiera, si smangiucchia qualcosa e si scambiano le varie mercanzie.
dai resoconti che ho letto sono serate divertentissime. Un idea carina da riproporre anche alle amiche!
per saperne di più : http://www.monblogdefille.com/blog/troc-parisien-n%c2%b0-14-el-compte-rendou
Helene è un vulcano, autoironica, simpatica, e tanto di più. Inoltre insegna piacevolmente, corredando con video, come truccarsi: dalle creazioni più elaborate, alle tecniche di base, tutto molto pratico e con tanti consigli di prodotti super.
E' un blog che ha moltissime lettrici ed ha organizzato a Parigi, ma le seguaci lo fanno anche in altre città francesi, delle serate "troc".
Si svolgono tra ragazze che hanno già fatto una conoscenza virtuale, attraverso il blog di Helene: il funzionamento è semplice:
viene postato l'annuncio della serata alla quale ogni partecipante porta abiti, accessori, bijoux, trucchi,etc..... dei quali vuole sbarazzarsi, oltre a qualcosa da mangiare e da bere.
si chiacchiera, si smangiucchia qualcosa e si scambiano le varie mercanzie.
dai resoconti che ho letto sono serate divertentissime. Un idea carina da riproporre anche alle amiche!
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mercoledì 30 settembre 2009
musica per causa vinta
Oggi ho vinto una causa, non capita tutti i giorni certo, ma abbastanza spesso (ah ah, ah un pò di autoincensamento non guasta). Però in questo caso quello più di tutto mi ha fatto piacere è stato che ha vinto il mio senso di giustizia, relativo, cfinchè si vuole. Il caso odierno era un vero sopruso posto in essere da un amministrazione a danno di un privato.
E così tornando a casa in autostrada, mi è capitato di ascoltare questa e l'ho messa a palla. Non so cosa il significato delle parole, però la musica è esaltante; oggi vado al massimo (ma non in Messico, purtroppo scenari metropolitani soliti).
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lunedì 21 settembre 2009
araucaria araucana detta anche desespoir des singes
Per una ragione molto bella e molto privata, adoro questa pianta.
Ho scoperto che in francese viene chiamata "le désespoir des singes" tradotto da me liberamente penso voglia significare la disperazione delle scimmie, in quanto le sue foglie molto appuntite rendono l'arrampicata impossibile. Ho scoperto la poesia di questo nome leggendo la biografia di F. Hardy, che ne porta il titolo. Ho capito solo alla fine che era dedicato a questa pianta, a me particolarmente cara e adesso ancora di più.
Mi ha particolarmente affascinato anche perchè è la conclusione del libro, la trovo molto vera. racconta di una donna che ha molto vissuto e che ha una grande sensibilità e quando va a passeggiare da sola au parc de Bagatelle abbraccia le piante per averne energia e scrive:
"mais mon arbre preferé se tient discretement a l'ecart et ne ressemble a acun d'autre. sans doute parce qu'il vient d'ailleurs........il s'appelle le desespoir des singes et je ne sais pas s'il m'attire parce que je suis un peu de sa famille ou parce qu'il me fait penser aux hommes qui m'ont desesperee. Eux aussi decourageaient l'approche en se rendant inacessibles ou en lancant des piques. Fragiles comme ils l'etaient, que pouvaient-ils faire d'autre?"
E' una frase che sento mia.Piena di comprensione e di amore.
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domenica 23 agosto 2009
comment te dire adieu
sempre leggendo il suo magnifico libro
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giovedì 20 agosto 2009
adoro l'estate e vorrei non finisse mai
Adoro l’estate e vorrei non finisse mai
Perchè?
1) Perchè anche se devo lavorare, quasi ogni giorno nuoto e arrivo fino alle boe ed è così strano sembra di essere soli in mezzo alle onde e invece ogni tanto vedi altre testoline, alcune colorate con le cuffie che spuntano tra i flutti. E’ come un autostrada verso l’azzurro.
2) perchè c’è sempre una musica di sottofondo che esce dalle finestre aperte e se ognuno di noi apre una finestra c’è una sorta di comunicazione che d’inverno non c’è.
3) perchè non guardo più la televisione e quando sono in campagna dormo con tutte le finestre aperte oppure sul terrazzo nel sacco a pelo e guardo le stelle. Delle volte cerco di ritrovarle con l’astrolabio, ma mi perdo contandole e mi addormento tra i grilli. Meraviglioso.
4) perchè mi piace organizzare feste (all’ultima eravamo in cinquanta ) e l’antica casa ne è felice: tutto risuona di musica, di voci, di risate, di richiami. E poi si può cantare, ballare con la luna ed anche la pappa non è male (ho preparato terrine, torte salate, piccoli panini aromatici, dolci e gelati).
E musica, tantissima musica
5) perchè mi piace partire, viaggiare nei traghetti di notte verso le isole e incrociare le luci di altri traghetti che vagano sul mare nella notte. E poi è così facile partire d’estate, bastano poche cose.
L’estate è sempre una festa, ogni sera un invito e qualcosa di speciale, rivedere gli amici di sempre, incontrarne di nuovi, accendere fuochi nelle spiagge (li sorvegliamo sempre fino al mattino).
L’estate è magica!
Perchè?
1) Perchè anche se devo lavorare, quasi ogni giorno nuoto e arrivo fino alle boe ed è così strano sembra di essere soli in mezzo alle onde e invece ogni tanto vedi altre testoline, alcune colorate con le cuffie che spuntano tra i flutti. E’ come un autostrada verso l’azzurro.
2) perchè c’è sempre una musica di sottofondo che esce dalle finestre aperte e se ognuno di noi apre una finestra c’è una sorta di comunicazione che d’inverno non c’è.
3) perchè non guardo più la televisione e quando sono in campagna dormo con tutte le finestre aperte oppure sul terrazzo nel sacco a pelo e guardo le stelle. Delle volte cerco di ritrovarle con l’astrolabio, ma mi perdo contandole e mi addormento tra i grilli. Meraviglioso.
4) perchè mi piace organizzare feste (all’ultima eravamo in cinquanta ) e l’antica casa ne è felice: tutto risuona di musica, di voci, di risate, di richiami. E poi si può cantare, ballare con la luna ed anche la pappa non è male (ho preparato terrine, torte salate, piccoli panini aromatici, dolci e gelati).
E musica, tantissima musica
5) perchè mi piace partire, viaggiare nei traghetti di notte verso le isole e incrociare le luci di altri traghetti che vagano sul mare nella notte. E poi è così facile partire d’estate, bastano poche cose.
L’estate è sempre una festa, ogni sera un invito e qualcosa di speciale, rivedere gli amici di sempre, incontrarne di nuovi, accendere fuochi nelle spiagge (li sorvegliamo sempre fino al mattino).
L’estate è magica!
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martedì 11 agosto 2009
J.Dutronc - Il est 5 heures Paris s'éveille
leggendo la biografia di F.Hardy mi ha incuriosito il suo affascinante compagno al quale era legata da una passione folle
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domenica 9 agosto 2009
Una Domenica a Parigi (3)
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mercoledì 5 agosto 2009
Elogio dell'incompiuto
Arc de Triomphe, Napoleone aveva deciso di edificarlo dopo la vittoria di Austerlitz, inizialmente doveva chiamarsi Arco di Austerlitz. Venne iniziato nel 1806 con le parole di Napoleone "Vous ne rentrerez pas dans vos foyers que sous des arc de triomphe". L'arco era ispirato all'architettura romana con delle dimensioni impressionanti . Per la sua realizzazione servirono molti anni, e così arrivo la sconfitta di Waterloo, il congresso di Vienna, l'esilio a Sant Elena e la morte di Napoleone.
I disegni , i progetti potevano ancora essere rispettati però cambiava lo spirito del monumento. L'arc venne inaugurato nel 1936 anche se era incompleto, mancava il coronamento, anche se c'erano diversi progetti ( un carro trionfale trainato da sei cavalli , oppure l'elefante della Bastiglia, oppure ancora Napoleone ritto sul globo terrestre). I vari progetti vennero scartati perchè superati dal fluire degli eventi e così l'arc restò incompleto del suo coronamento.
Il tempio di Segesta è meraviglioso al tramonto, quando le schiere di turisti se ne vanno e si può ammirare il senso estetico di un popolo antico che costruì un monumento collocato in un luogo straordinario. Alcuni sostengono che le sue colonne siano state disposte in modo da produrre un suono armonioso quando soffia il vento. E un tempio incompiuto, a quanto si dice. La sua incompiutezza sarebbe dovuta alle guerre nelle quali erano coinvolti gli elimi.
Se un visitatore attento guarda in alto la facciata di Palazzo Strozzi, nella parte verso Piazza Strozzi si accorge di un altra incompiutezza, dovuta a ragioni economiche questa volta, ma che però i successivi interventi hanno rispettato.
Il filo conduttore? anche dietro qualcosa di incompiuto c'è una storia e merita di essere raccontata.
I disegni , i progetti potevano ancora essere rispettati però cambiava lo spirito del monumento. L'arc venne inaugurato nel 1936 anche se era incompleto, mancava il coronamento, anche se c'erano diversi progetti ( un carro trionfale trainato da sei cavalli , oppure l'elefante della Bastiglia, oppure ancora Napoleone ritto sul globo terrestre). I vari progetti vennero scartati perchè superati dal fluire degli eventi e così l'arc restò incompleto del suo coronamento.
Il tempio di Segesta è meraviglioso al tramonto, quando le schiere di turisti se ne vanno e si può ammirare il senso estetico di un popolo antico che costruì un monumento collocato in un luogo straordinario. Alcuni sostengono che le sue colonne siano state disposte in modo da produrre un suono armonioso quando soffia il vento. E un tempio incompiuto, a quanto si dice. La sua incompiutezza sarebbe dovuta alle guerre nelle quali erano coinvolti gli elimi.
Se un visitatore attento guarda in alto la facciata di Palazzo Strozzi, nella parte verso Piazza Strozzi si accorge di un altra incompiutezza, dovuta a ragioni economiche questa volta, ma che però i successivi interventi hanno rispettato.
Il filo conduttore? anche dietro qualcosa di incompiuto c'è una storia e merita di essere raccontata.
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domenica 2 agosto 2009
Le Parc de Caradeuc
Questo post è dedicato ad Enrico che, con la sua domanda mi ha dato l'occasione di ricordare e mettere insieme gli appunti di viaggio.....
Le château de Caradeuc si trova in Bretagna (Côtes d'Armor) . Il suo parco, situato all’estremità ovest della collina di Bécherel, è di 37 ettari e si estende in tre comuni e due dipartimenti.
Anne-Nicolas de Caradeuc (1667-1752) iniziò la costruzione del castello nell’anno 1722; dopo la sua morte, suo figlio Louis-René ne divenne proprietario e li si dedicò ad esperimenti di agronomia.
Durante la Rivoluzione un fabbricante di zoccoli acquistò la proprietà, che venne venduta come bene nazionale, e fece abbattere tutti i faggi per farne zoccoli.
Raoul, nipote di Louis Renè, ritronò dall’esilio, ed iniziò grandi lavori per restaurare la proprietà: sia a livello di architettura del castello, sia rinnovando il paesaggio del parco. Influenzato da quello che aveva visto in Inghilterra, nel 1847 affidò al paesaggista Lherault la creazione di un parco all’inglese.
Nel 1881 l’uomo politico Alfred de Falloux ereditò il castello e, dopo la morte di sua moglie Marie de Caradeuc e di sua figlia, donò il castello à Paul de Kernier. Il figlio di Paul, René de Kernier (1866-1945) rimaneggiò il castello ed adottò il giardino alla nuova architettura della costruzione. Affidò la ristrutturazione del parco all’architetto paesaggista Edouard Andrè, nel 1898 per realizzare un nuovo parco, un parco alla francese. Nel corso della sua vita René de Kernier acquistò incessantemente vari monumenti che aggiunse al parco.
Questo parco è ricco di citazioni, di rimandi storico-mitologici . All’ingresso si legge “Amici Pateant fores”, “agli amici le porte siano aperte”. Più avanti: “Si Argus adi” se sapete ammirare, entrate. Secondo la leggenda Argo, principe greco, aveva cento occhi: cinquanta restavano aperti durante il riposo degli altri cinquanta, per questo Argo è il simbolo della vigilanza.
E poi ancora la statua di Filemone. Nell’ottavo libro delle Metamorfosi, Ovidio narra la leggenda di Filemone e di Bauci che invitarono nella loro modesta dimora Giove e Mercurio, che avevano assunto sembianze umane. La calorosa ospitalità offerta dai due modesti sposi ai due viaggiatori anonimi fu ricompensata, gli dei esaudirono il loro desiderio di non essere separati dopo la morte e Filemone venne trasformato in quercia e Bauci in un tiglio, uniti per il tronco.
E poi la statua di Pan, la foto è nel precedente post. Oggi ho scoperto per caso che il terror panico nasce da una leggenda collegata a questa divinità: secondo Pausania sembra che i Galli saccheggiando la Grecia videro la statua del dio Pan e ne furono così spaventati da fuggire e non tornare mai più per paura di quel terribile mostro.Ho letto anche però che il terror panico potrebbe derivare dall’urlo terribile che Pan lanciava quando veniva disturbato mentre dormiva.
Le château de Caradeuc si trova in Bretagna (Côtes d'Armor) . Il suo parco, situato all’estremità ovest della collina di Bécherel, è di 37 ettari e si estende in tre comuni e due dipartimenti.
Anne-Nicolas de Caradeuc (1667-1752) iniziò la costruzione del castello nell’anno 1722; dopo la sua morte, suo figlio Louis-René ne divenne proprietario e li si dedicò ad esperimenti di agronomia.
Durante la Rivoluzione un fabbricante di zoccoli acquistò la proprietà, che venne venduta come bene nazionale, e fece abbattere tutti i faggi per farne zoccoli.
Raoul, nipote di Louis Renè, ritronò dall’esilio, ed iniziò grandi lavori per restaurare la proprietà: sia a livello di architettura del castello, sia rinnovando il paesaggio del parco. Influenzato da quello che aveva visto in Inghilterra, nel 1847 affidò al paesaggista Lherault la creazione di un parco all’inglese.
Nel 1881 l’uomo politico Alfred de Falloux ereditò il castello e, dopo la morte di sua moglie Marie de Caradeuc e di sua figlia, donò il castello à Paul de Kernier. Il figlio di Paul, René de Kernier (1866-1945) rimaneggiò il castello ed adottò il giardino alla nuova architettura della costruzione. Affidò la ristrutturazione del parco all’architetto paesaggista Edouard Andrè, nel 1898 per realizzare un nuovo parco, un parco alla francese. Nel corso della sua vita René de Kernier acquistò incessantemente vari monumenti che aggiunse al parco.
Questo parco è ricco di citazioni, di rimandi storico-mitologici . All’ingresso si legge “Amici Pateant fores”, “agli amici le porte siano aperte”. Più avanti: “Si Argus adi” se sapete ammirare, entrate. Secondo la leggenda Argo, principe greco, aveva cento occhi: cinquanta restavano aperti durante il riposo degli altri cinquanta, per questo Argo è il simbolo della vigilanza.
E poi ancora la statua di Filemone. Nell’ottavo libro delle Metamorfosi, Ovidio narra la leggenda di Filemone e di Bauci che invitarono nella loro modesta dimora Giove e Mercurio, che avevano assunto sembianze umane. La calorosa ospitalità offerta dai due modesti sposi ai due viaggiatori anonimi fu ricompensata, gli dei esaudirono il loro desiderio di non essere separati dopo la morte e Filemone venne trasformato in quercia e Bauci in un tiglio, uniti per il tronco.
E poi la statua di Pan, la foto è nel precedente post. Oggi ho scoperto per caso che il terror panico nasce da una leggenda collegata a questa divinità: secondo Pausania sembra che i Galli saccheggiando la Grecia videro la statua del dio Pan e ne furono così spaventati da fuggire e non tornare mai più per paura di quel terribile mostro.Ho letto anche però che il terror panico potrebbe derivare dall’urlo terribile che Pan lanciava quando veniva disturbato mentre dormiva.
giovedì 30 luglio 2009
lunedì 20 luglio 2009
una Domenica a Parigi
Camminare senza meta, farsi catturare dai dettagli, mangiare quando capita cosa c'è di più bello?
al secondo piano c'era una pianta di fiori bianchi, purtroppo nella foto si vede poco.
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mercoledì 1 luglio 2009
un viaggio
sono partita e sono partita da sola, per tutta una serie di circostanze.
Dopo venti anni un viaggio da sola; all'inizio panico, poi ho capito che ne avevo bisogno, no non del panico, ma di distaccarmi, di andare via, di non essere più asseragliata da quest'ansia che mi spinge a lavorare con orari impossibili.
Che mi esaspera e mi rende insopportabile e mi fa sentire insopportabili anche quelli che mi sono cari. E che mi mancano già, prima ancora di partire.
Poi finalmente essere altrove, osservare guardare fuori e non più solo ed esclusivamente dentro una stanza, vita vissuta indirettamente tramite fascicoli, carte, documenti.
Curiosità e finalmente il distacco, le cose scivolano via, restano indietro, come il paesaggio di questo treno. Guardo i colori del sari della donna seduta qualche fila più avanti, le montagne con la neve, e poi la piatta pianura con il grano maturo.
Arrivo alla gare de Lyon intorno a mezzanotte, non so da che parte uscire e naturalmente mi trovo su una strada semideserta alla ricerca di un taxi.Mi porto dietro una valigia che pesa un quintale.
Finalmente un taxi e quando uscendo da una strada vedo la tour Eiffel, non mi sembra vero, non mi sembra possibile.Che sensazione di irrealtà e che meraviglia di luci nella notte!
Dopo venti anni un viaggio da sola; all'inizio panico, poi ho capito che ne avevo bisogno, no non del panico, ma di distaccarmi, di andare via, di non essere più asseragliata da quest'ansia che mi spinge a lavorare con orari impossibili.
Che mi esaspera e mi rende insopportabile e mi fa sentire insopportabili anche quelli che mi sono cari. E che mi mancano già, prima ancora di partire.
Poi finalmente essere altrove, osservare guardare fuori e non più solo ed esclusivamente dentro una stanza, vita vissuta indirettamente tramite fascicoli, carte, documenti.
Curiosità e finalmente il distacco, le cose scivolano via, restano indietro, come il paesaggio di questo treno. Guardo i colori del sari della donna seduta qualche fila più avanti, le montagne con la neve, e poi la piatta pianura con il grano maturo.
Arrivo alla gare de Lyon intorno a mezzanotte, non so da che parte uscire e naturalmente mi trovo su una strada semideserta alla ricerca di un taxi.Mi porto dietro una valigia che pesa un quintale.
Finalmente un taxi e quando uscendo da una strada vedo la tour Eiffel, non mi sembra vero, non mi sembra possibile.Che sensazione di irrealtà e che meraviglia di luci nella notte!
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mercoledì 10 giugno 2009
Paolo Nutini- Candy New official video 2009
visto e ascoltato per caso: piaciuta molto musica e anche video, la fluidità, la sensualità, il ritmo dei paesi latini
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martedì 9 giugno 2009
lucciole
di tutti gli insetti sono quelli che amo di più, sia perchè annunciano l'inizio dell'estate, sia perchè sfrecciano nella notte lievi e misteriose.
Sono così affascinanti questi piccoli puntini, queste scintille nel buio delle notti d'estate.
Non ho mai voluto sapere come "funzionano", il perchè del fenomeno, per non banalizzare il loro mistero.
Ogni volta che le vedo mi ricordano com'ero da bambina.
Sono così affascinanti questi piccoli puntini, queste scintille nel buio delle notti d'estate.
Non ho mai voluto sapere come "funzionano", il perchè del fenomeno, per non banalizzare il loro mistero.
Ogni volta che le vedo mi ricordano com'ero da bambina.
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martedì 2 giugno 2009
cipolle e patate lesse alternative
gli ingredienti e la preparazione sono semplici.
Lessate insieme patate e cipolle di tropea, nella proporzione più gradita (personalmente avevo lessato otto patate e due cipolle).
Poi scolatele e mettetele in un insalatiera.
Ogni commensale le potrà condire, dopo averle tagliate nella dimensione preferita, con olio, robiola fresca, basilico spezzettato, grana grattugiato e ovviamente olio.
Non sono dietetiche ma penso sane.
Lessate insieme patate e cipolle di tropea, nella proporzione più gradita (personalmente avevo lessato otto patate e due cipolle).
Poi scolatele e mettetele in un insalatiera.
Ogni commensale le potrà condire, dopo averle tagliate nella dimensione preferita, con olio, robiola fresca, basilico spezzettato, grana grattugiato e ovviamente olio.
Non sono dietetiche ma penso sane.
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lunedì 1 giugno 2009
musica per questo momento (Barcarolle Des Contes D'hoffmann)
è di una bellezza e di un armonia......................
ho trovato anche il testo:
Belle nuit
Oh nuit d'amour
Souris à nos ivresses
Nuit plus douce que le jour
Oh belle nuit d'amour
Le temps fuit et sans retour
Emporte nos tendresses
Loin de cet heureux séjour
Le temps fuit sans retour
Zéphyrs embrasés
Bercez-nous de vos caresses
Zéphyrs embrasés
Bercez-nous de vos caresses
Donnez-nous vos baisers
Bercez-nous
De vos baisers
Bercez-nous
De vos baisers
Belle nuit
Oh nuit d'amour
Souris à nos ivresses
Nuit plus douce que le jour
Oh belle nuit d'amour
Oh belle nuit d'amour
Souris à nos ivresses
Souris à nos ivresses
Nuit d'amour
Belle nuit
Oh belle nuit d'amour
ho trovato anche il testo:
Belle nuit
Oh nuit d'amour
Souris à nos ivresses
Nuit plus douce que le jour
Oh belle nuit d'amour
Le temps fuit et sans retour
Emporte nos tendresses
Loin de cet heureux séjour
Le temps fuit sans retour
Zéphyrs embrasés
Bercez-nous de vos caresses
Zéphyrs embrasés
Bercez-nous de vos caresses
Donnez-nous vos baisers
Bercez-nous
De vos baisers
Bercez-nous
De vos baisers
Belle nuit
Oh nuit d'amour
Souris à nos ivresses
Nuit plus douce que le jour
Oh belle nuit d'amour
Oh belle nuit d'amour
Souris à nos ivresses
Souris à nos ivresses
Nuit d'amour
Belle nuit
Oh belle nuit d'amour
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domenica 31 maggio 2009
stasera mi sento così
Copio questo post da Studio Illegale, un blog che mi piaceva tanto e che purtroppo ha chiuso http://studioillegale.splinder.com/
mi ha incuriosito la storia del suo autore, che tra l'altro ha pubblicato, con successo, un libro con lo stesso titolo .
Copio questo brano perchè esprime perfettamente quello che provo questa sera.
E' la deformazione che spesso, nella vita, impedisce di trovare delle strade diverse da quelle che sono le applicazioni della norma. E' un modo di porsi di fronte alla realtà, analizzarla da un punto di vista professionale anche quando forse ci sarebbero delle strade più semplici e dirette
Intendiamoci quotidianamente ci troviamo di fronte a situazioni davvero ingiuste, abusi (più o meno conclamati), sopraffazioni, mi riferisco a questioni bagatellari di modesta entità ovviamente. Comunque la reazione tipica dell'avvocato è prendere carta e penna -anzi mettersi davanti al pc, ma per me la sensazione della carta e della penna è più propizia per la riflessione, magari con il supporto di un codice - e confidare nella giustizia, nell'applicazione della norma. Ma forse ci sono anche altre strade...........
"Io sono un avvocato.Ogni tanto ci penso e mi dico porca miseria sono proprio un avvocato. Non tanto come titolo, proprio come persona. Mi esprimo da avvocato, ragiono da avvocato, mi comporto da avvocato.Così, capita che sono ad una cena, gente che non conosco neanche troppo bene. Sento un tizio che si lamenta, che non era possibile, che si era allontanato due minuti, proprio due, e se non erano due esatti, comunque non più di mezz’ora, e, tac, multa. Tutti intorno a dire eh, già, scandaloso, lì è il Comune di Milano che manda le direttive, la multa come tassa, ah io le multe le pagherei volentieri ma se sono per le cose giuste e invece ci sono le stragi del sabato sera e nessuno dice niente, e i sassi dal cavalcavia? beh quello è anche un po’ la società di oggi. Io ascolto, bevo la mia birra, mi guardo intorno. Poi schiarisco la voce e parlo.- “Quella multa lì, lo sai che facciamo, quella multa noi la impugniamo.”Anche con i miei genitori. Mi raccontano che sono due mesi che Alice non funziona, non si connette e se si connette, ecco che la linea cade dopo neanche cinque minuti. Mia mamma ha cominciato ad usare le mail da poco, ci rimane male. Dice mi piacerebbe anche scriverti ogni tanto, che so che al lavoro sei sempre lì sul computer, potrei girarti le barzellette che mi manda la Laura, la mia collega, divertentissime, ti distrai un po’, fai un sorriso, e invece chiamiamo l’assistenza e quelli non rispondono e se rispondono non ci aiutano e se cercano di aiutarci ci chiedono cose che noi non capiamo. Io ascolto, poi schiarisco la voce e parlo.- “Quelli lì della Telecom gli facciamo passare un guaio, aspetta solo che butto giù due righe io, lasciatemi fare.”Poi è la volta del mio amico Aldo, che lavora in una nota banca d’affari. Dice dovresti vedere poi le mail del capo, cioè, ormai solo insulti, due richiami ingiustificati, incarichi dequalificanti, sono tre giorni addirittura che sono senza computer, non c’è il tecnico dicono, il tecnico, guarda prima o poi,li mando tutti a fanculo. Io ascolto, poi schiarisco la voce e parlo.- “No, no, no, no, no. Tu devi rimanere lucido. Mobbing, tipica fattispecie di mobbing. C’è fior fior di giurisprudenza sul punto. Qui ci esce una bella causa. Ti faccio parlare con un mio collega. Gli do la tua mail, ti scrive lui. Tu solo una cosa devi fare, fatti ridare il computer. Dico, per la mail.”Dappertutto. Mi capita di perdere il numerino del guardaroba dei locali? Cito il codice civile e mi faccio restituire il giubbino. Un marocchino cerca di vendermi la rivista Terre di mezzo? Lo allontano chiedendogli se ha l’autorizzazione. Si rompe lo scaldabagno? Chiamo la padrona di casa e cito inesistenti leggi locative e l’ISTAT quest’anno, non più del 25%. Mi ha chiamato Tele2.- “Pronto?”, ho risposto gentile.- “Buonasera. Sono Paola di Tele2. Parlo con il signor Duchesne?”- “Sono io”, ma mi ero già rabbuiato.- “Signor Duchesne, io la chiamo per informarla di una nuova offerta che…”- “Come ha avuto il mio numero?”- “Pardon?”- “Risponda. Mi dica, come ha avuto il mio numero?”- “Io… l’elenco, l’elenco telefonico.”- “Impossibile. Non sono sull’elenco. Ho dato disposizioni.”- “Ma io, insomma, non saprei.”- “Ecco, lei non sa. Allora le chiedo il piacere, si annoti il mio nome, il mio numero, e faccia in modo che siano cancellati dai vostri archivi.”- “Ma io…”- “Ai sensi di legge.”- “Eh?”- “Questa telefonata è una violazione delle normative applicabili. Lei forse sottovaluta la questione.”- “Ma che cosa sta dicendo?”- “I sensi di legge. Nessuno si cura dei sensi di legge?”- “Ma lei non sta per niente bene, però. Se lo lasci dire, mi scusi. Arrivederci. Eh.”Stare bene, sono il primo a dirlo che non sto bene.Però ho un titolo.Lo faccio valere."
mi ha incuriosito la storia del suo autore, che tra l'altro ha pubblicato, con successo, un libro con lo stesso titolo .
Copio questo brano perchè esprime perfettamente quello che provo questa sera.
E' la deformazione che spesso, nella vita, impedisce di trovare delle strade diverse da quelle che sono le applicazioni della norma. E' un modo di porsi di fronte alla realtà, analizzarla da un punto di vista professionale anche quando forse ci sarebbero delle strade più semplici e dirette
Intendiamoci quotidianamente ci troviamo di fronte a situazioni davvero ingiuste, abusi (più o meno conclamati), sopraffazioni, mi riferisco a questioni bagatellari di modesta entità ovviamente. Comunque la reazione tipica dell'avvocato è prendere carta e penna -anzi mettersi davanti al pc, ma per me la sensazione della carta e della penna è più propizia per la riflessione, magari con il supporto di un codice - e confidare nella giustizia, nell'applicazione della norma. Ma forse ci sono anche altre strade...........
"Io sono un avvocato.Ogni tanto ci penso e mi dico porca miseria sono proprio un avvocato. Non tanto come titolo, proprio come persona. Mi esprimo da avvocato, ragiono da avvocato, mi comporto da avvocato.Così, capita che sono ad una cena, gente che non conosco neanche troppo bene. Sento un tizio che si lamenta, che non era possibile, che si era allontanato due minuti, proprio due, e se non erano due esatti, comunque non più di mezz’ora, e, tac, multa. Tutti intorno a dire eh, già, scandaloso, lì è il Comune di Milano che manda le direttive, la multa come tassa, ah io le multe le pagherei volentieri ma se sono per le cose giuste e invece ci sono le stragi del sabato sera e nessuno dice niente, e i sassi dal cavalcavia? beh quello è anche un po’ la società di oggi. Io ascolto, bevo la mia birra, mi guardo intorno. Poi schiarisco la voce e parlo.- “Quella multa lì, lo sai che facciamo, quella multa noi la impugniamo.”Anche con i miei genitori. Mi raccontano che sono due mesi che Alice non funziona, non si connette e se si connette, ecco che la linea cade dopo neanche cinque minuti. Mia mamma ha cominciato ad usare le mail da poco, ci rimane male. Dice mi piacerebbe anche scriverti ogni tanto, che so che al lavoro sei sempre lì sul computer, potrei girarti le barzellette che mi manda la Laura, la mia collega, divertentissime, ti distrai un po’, fai un sorriso, e invece chiamiamo l’assistenza e quelli non rispondono e se rispondono non ci aiutano e se cercano di aiutarci ci chiedono cose che noi non capiamo. Io ascolto, poi schiarisco la voce e parlo.- “Quelli lì della Telecom gli facciamo passare un guaio, aspetta solo che butto giù due righe io, lasciatemi fare.”Poi è la volta del mio amico Aldo, che lavora in una nota banca d’affari. Dice dovresti vedere poi le mail del capo, cioè, ormai solo insulti, due richiami ingiustificati, incarichi dequalificanti, sono tre giorni addirittura che sono senza computer, non c’è il tecnico dicono, il tecnico, guarda prima o poi,li mando tutti a fanculo. Io ascolto, poi schiarisco la voce e parlo.- “No, no, no, no, no. Tu devi rimanere lucido. Mobbing, tipica fattispecie di mobbing. C’è fior fior di giurisprudenza sul punto. Qui ci esce una bella causa. Ti faccio parlare con un mio collega. Gli do la tua mail, ti scrive lui. Tu solo una cosa devi fare, fatti ridare il computer. Dico, per la mail.”Dappertutto. Mi capita di perdere il numerino del guardaroba dei locali? Cito il codice civile e mi faccio restituire il giubbino. Un marocchino cerca di vendermi la rivista Terre di mezzo? Lo allontano chiedendogli se ha l’autorizzazione. Si rompe lo scaldabagno? Chiamo la padrona di casa e cito inesistenti leggi locative e l’ISTAT quest’anno, non più del 25%. Mi ha chiamato Tele2.- “Pronto?”, ho risposto gentile.- “Buonasera. Sono Paola di Tele2. Parlo con il signor Duchesne?”- “Sono io”, ma mi ero già rabbuiato.- “Signor Duchesne, io la chiamo per informarla di una nuova offerta che…”- “Come ha avuto il mio numero?”- “Pardon?”- “Risponda. Mi dica, come ha avuto il mio numero?”- “Io… l’elenco, l’elenco telefonico.”- “Impossibile. Non sono sull’elenco. Ho dato disposizioni.”- “Ma io, insomma, non saprei.”- “Ecco, lei non sa. Allora le chiedo il piacere, si annoti il mio nome, il mio numero, e faccia in modo che siano cancellati dai vostri archivi.”- “Ma io…”- “Ai sensi di legge.”- “Eh?”- “Questa telefonata è una violazione delle normative applicabili. Lei forse sottovaluta la questione.”- “Ma che cosa sta dicendo?”- “I sensi di legge. Nessuno si cura dei sensi di legge?”- “Ma lei non sta per niente bene, però. Se lo lasci dire, mi scusi. Arrivederci. Eh.”Stare bene, sono il primo a dirlo che non sto bene.Però ho un titolo.Lo faccio valere."
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sabato 23 maggio 2009
Il giardino dei limoni
È un film che mi è piaciuto molto; è del 2008 l’ha diretto Eran Riklis . Racconta la storia di una donna che si chiama Salma ed è interpretata da Hiam Abbass
Salma ha 45 anni e vive in Cisgiordania, la sua fonte di sostentamento, oltre che di gioia, sono gli alberi di limoni secolari che crescono nel suo giardino e che fin da piccola ha imparato a curare, le insegnavano il suo papà ed un altro fedele servitore.
Lei è rimasta sola, suo marito è morto ed i suoi figli se ne sono andati. La sua vita però è tranquilla fino quando un giorno il Ministro della difesa israeliano si trasferisce in una casa vicina a quella di Salma e, per motivi di sicurezza, i servizi sergreti vogliono abbattere le piante secolari di limoni.
Inizia un clima di sospetto, fatto di recinzioni e di vedette, ma la donna non si arrende e comincia una battaglia legale per difendere gli amati alberi. E’ aiutata da un giovane avvocato trentenne e ne nasce una storia delicata. Oltre il recinto un altra solitudine: quella della moglie del ministro, sola per le assenze del marito.
E’ un film dove le parole sono molto poche. Si avverte forte la paura ed il sospetto che accompagna il modo di vivere di questi due mondi così vicini e così lontani.
La storia è raccontata con estrema pacatezza.
Mi ha incuriosito e mi è piaciuta molto Hiam Abbass , il suo volto così intenso, il modo di interpretare il personaggio, di recitare . Sempre curiosando ho visto che nel 2007 ha lavorato con Thomas McCarthy nel film "L'ospite inatteso" dove ha interpretato la parte di Mouna Khalil.
E così ho visto anche questo film che mi ha affascinato .
Ma di questo racconterò un altra volta.
Salma ha 45 anni e vive in Cisgiordania, la sua fonte di sostentamento, oltre che di gioia, sono gli alberi di limoni secolari che crescono nel suo giardino e che fin da piccola ha imparato a curare, le insegnavano il suo papà ed un altro fedele servitore.
Lei è rimasta sola, suo marito è morto ed i suoi figli se ne sono andati. La sua vita però è tranquilla fino quando un giorno il Ministro della difesa israeliano si trasferisce in una casa vicina a quella di Salma e, per motivi di sicurezza, i servizi sergreti vogliono abbattere le piante secolari di limoni.
Inizia un clima di sospetto, fatto di recinzioni e di vedette, ma la donna non si arrende e comincia una battaglia legale per difendere gli amati alberi. E’ aiutata da un giovane avvocato trentenne e ne nasce una storia delicata. Oltre il recinto un altra solitudine: quella della moglie del ministro, sola per le assenze del marito.
E’ un film dove le parole sono molto poche. Si avverte forte la paura ed il sospetto che accompagna il modo di vivere di questi due mondi così vicini e così lontani.
La storia è raccontata con estrema pacatezza.
Mi ha incuriosito e mi è piaciuta molto Hiam Abbass , il suo volto così intenso, il modo di interpretare il personaggio, di recitare . Sempre curiosando ho visto che nel 2007 ha lavorato con Thomas McCarthy nel film "L'ospite inatteso" dove ha interpretato la parte di Mouna Khalil.
E così ho visto anche questo film che mi ha affascinato .
Ma di questo racconterò un altra volta.
lunedì 18 maggio 2009
un abbinamento tra fagioli e tonno (potrebbe chiamarsi anche hummus de noartri)
Tutto è iniziato perchè volevo preparare una salsetta, la ricetta l'avevo letta chissà dove. La preparazione prevedeva di tritare insieme tonno, olive taggiasche, capperi e allungare con olio. Il composto era un pò troppo saporito e allora ho unito una scatola di fagioli, scolati dal liquido e tenuti un poco sotto acqua corrente. Il risultato non è affatto male. Si accompagna bene con verdure bollite, carne arrostita, spalmata su crostini oppure gustata semplicemente così com'è.
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venerdì 1 maggio 2009
Maggio
Maggio è il mese delle rose, dei rosai, delle mamme. Maggio è il mese in cui è nato il mio papà al quale mi lega un rapporto a fasi alterne, conflittuale, ricco di sensi di colpa, ma anche di intenso affetto.
Il giorno in cui è nato, nel diario della mia bisnonna ho trovato scritta questa frase, per me è bellissima:
"Puissiez vous connaitre l'adorable collier de deux petits bras qui se nuent aux cous des mamans"
Il giorno in cui è nato, nel diario della mia bisnonna ho trovato scritta questa frase, per me è bellissima:
"Puissiez vous connaitre l'adorable collier de deux petits bras qui se nuent aux cous des mamans"
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martedì 28 aprile 2009
un modo semplice e leggero per cucinare le melanzane
Non è proprio una ricetta mia, però non ricordo dove l'ho trovata, forse sono diversi spunti che ho assemblato in base a quello che mi è rimasto in mente.
Comunque è semplicissima: per prima cosa si accende il forno impostando una temperatura non troppo elevata, poi si prendono delle melanzane, si tagliano a fette, non troppo sottili.
Si mette dell'olio in una ciottola e con un pennello si ungono leggermente da tutti e due i lati le melanzane.
A questo punto avrete già preparato una panure, con pane grattugiato mescolato a grana grattugiato, erbette aromatiche secondo quanto potete disporre (origano oppure prezzemolo tritato), un pizzico di sale.
Si passano le fette di melanzane, previamente oliate, nella panure e poi si adagiano sulla placca del forno, sulla quale avrete steso un foglio di carta da forno.
restano in forno fino a quando diventano morbide e dorate.
si possono servire da sole, condite con un filo di olio a crudo. Oppure farcite con prosciutto crudo, buone anche con pomodoro e formaggio.
Spariscono subito, anche se prodotte in quantitativi industriali
Comunque è semplicissima: per prima cosa si accende il forno impostando una temperatura non troppo elevata, poi si prendono delle melanzane, si tagliano a fette, non troppo sottili.
Si mette dell'olio in una ciottola e con un pennello si ungono leggermente da tutti e due i lati le melanzane.
A questo punto avrete già preparato una panure, con pane grattugiato mescolato a grana grattugiato, erbette aromatiche secondo quanto potete disporre (origano oppure prezzemolo tritato), un pizzico di sale.
Si passano le fette di melanzane, previamente oliate, nella panure e poi si adagiano sulla placca del forno, sulla quale avrete steso un foglio di carta da forno.
restano in forno fino a quando diventano morbide e dorate.
si possono servire da sole, condite con un filo di olio a crudo. Oppure farcite con prosciutto crudo, buone anche con pomodoro e formaggio.
Spariscono subito, anche se prodotte in quantitativi industriali
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venerdì 24 aprile 2009
e' comparsa la primavera
ecco per me oggi è il primo giorno di primavera, inteso come sensazione di rinascita, con questo sole che ti allarga il cuore.
E sento questa voglia di cambiare, di cambiare pelle, abiti, vestiti, di buttarmi nella sabbia, di uscire dal grigiore dell'inverno, di incontri, di uscite, di progetti nuovi .........
il sole io lo adoro, ne riconosco gli effetti sul fisico, sulla mente e nel cuore
sono una praticona, anche di joga, però quando il maestro aiuta a percepire le zone del sole e della luna dentro di noi, per una strana alchimia le sento.
vorrei stare fuori, la vita è fuori è nelle strade, nelle piazze, nella gente, nei negozi, nei parchi, nel verde dei giardini, nel mare, nel vento e nell'aria.
Eppure sono inchiodata qui, affascinata da questo lavoro che mi prende l'anima, da questa vita fatta di scadenze, di impegni, di ascolto, di pazienza infinita, di analisi e di sintesi. ammalliata da un nuovo programma che permettendomi di scoprire nuove opportunità di ricerca mi fa restare davanti al pc tutta la notte.
Mi piace il mio lavoro, e non mi lamento. Però ecco il rammarico per questa giornata di sole, per una vita più normale.
Delle volte quando ascolto qualcuno che al mattino pensa a cosa mangerà a pranzo o a cena, resto stupita. Io non lo so mai, ad uno dei figli che oggi alle due mi ha telefonato per sapere cosa si mangiava ho risposto: metti la pentola con l'acqua al fuoco, che qualcosa troviamo.
abbiamo sempre vissuto così............
buon we a tutti e godetevi il sole e la primavera
E sento questa voglia di cambiare, di cambiare pelle, abiti, vestiti, di buttarmi nella sabbia, di uscire dal grigiore dell'inverno, di incontri, di uscite, di progetti nuovi .........
il sole io lo adoro, ne riconosco gli effetti sul fisico, sulla mente e nel cuore
sono una praticona, anche di joga, però quando il maestro aiuta a percepire le zone del sole e della luna dentro di noi, per una strana alchimia le sento.
vorrei stare fuori, la vita è fuori è nelle strade, nelle piazze, nella gente, nei negozi, nei parchi, nel verde dei giardini, nel mare, nel vento e nell'aria.
Eppure sono inchiodata qui, affascinata da questo lavoro che mi prende l'anima, da questa vita fatta di scadenze, di impegni, di ascolto, di pazienza infinita, di analisi e di sintesi. ammalliata da un nuovo programma che permettendomi di scoprire nuove opportunità di ricerca mi fa restare davanti al pc tutta la notte.
Mi piace il mio lavoro, e non mi lamento. Però ecco il rammarico per questa giornata di sole, per una vita più normale.
Delle volte quando ascolto qualcuno che al mattino pensa a cosa mangerà a pranzo o a cena, resto stupita. Io non lo so mai, ad uno dei figli che oggi alle due mi ha telefonato per sapere cosa si mangiava ho risposto: metti la pentola con l'acqua al fuoco, che qualcosa troviamo.
abbiamo sempre vissuto così............
buon we a tutti e godetevi il sole e la primavera
sabato 11 aprile 2009
giovedì 2 aprile 2009
Merci Mamman
Ho ritrovvato questo brano che ti piaceva.
Io vorrei poterti ringraziare per tutte le cose che mi hai insegnato; è passato così tanto tempo, anni e poi decenni e sei andata via troppo, troppo presto. E il dolore è ancora qui che brucia.
Oltre all'amore, sono tantissime le cose che mi hai trasmesso negli anni che abbiamo condiviso, anche se io ero in piene crisi adolescenziali, di ribellione e siamo entrate in conflitto. Era normale, certo: una donna bellissima, elegante e piena di grazia e una ragazzetta introversa, timidissima, goffa e pure con i brufoli; però mi dispiace ancora.
Essere autonoma, non dipendere da nessuno, sapere provvedere a me stessa in tutti i sensi, me lo ripetevi sempre , e quanto mi è servito nella vita.Anche per rimediare a chi, seguendo i propri sogni, mi ha coinvolto in imprese i cui rischi per lungo tempo non ho voluto vedere. Ma non importa è andata bene così, ho vissuto una realtà diversa, dove contavano i sogni e la fantasia; anche se poi la fatica per rimediare è stata (ed è) immane.
Forse sono presuntuosa, ma mi consola, per tutte le cose che non abbiamo potuto condividere (e tra le prime metto la nascita dei miei figli), il pensiero che se mi conoscessi adesso, se vedessi la persona che sono diventata, saresti contenta di me.
un abbraccio attraverso il tempo, e che queste parole in qualche modo ti possano arrivare.
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Starry Starry Night,
Vincent van Gogh
domenica 29 marzo 2009
meme
Rispondo al meme sulle 5 cose da cui non posso prescindere, a cui mi ha invitato gentilmente Le Franc Buveur.
Anche le mie sono in ordine sparso
1) La mia famiglia, sia quella di origine (con tutti i suoi casini) che quella che ho avuto la fortuna di aver creato.
2) I doveri, brutta parola però io non riesco ad immaginarmi senza. Sono il mio onere e onore quotidiano. Anni e anni fa uno stranissimo personaggio che ricordo ancora, mi disse che avevo un senso del dovere spropositato. Ho riflettuto molto su queste parole in più occasioni e le ho trovate profetiche.
3) Yoga, nuotare, ballare (un giorno se trovo il coraggio mi iscrivo a una scuola di balli sudamericani). Tutto il movimento che è fluido e non competitivo.
4) La Francia in tutte le sue manifestazioni (Paese, cucina, letteratura, cinema, canzoni, musica, stato d'animo etc.)
5) Il confronto, parlare, comunicare, ascoltare le storie, anche di gossip e soprattutto RIDERE!
Adesso dovrei mandare il meme ad altre 5 persone che conosco. Ma al momento non saprei. Così invito i visitatori che lo vogliono a rispondere e riproporre questo simpatico giochetto
ciao a tutti
Anche le mie sono in ordine sparso
1) La mia famiglia, sia quella di origine (con tutti i suoi casini) che quella che ho avuto la fortuna di aver creato.
2) I doveri, brutta parola però io non riesco ad immaginarmi senza. Sono il mio onere e onore quotidiano. Anni e anni fa uno stranissimo personaggio che ricordo ancora, mi disse che avevo un senso del dovere spropositato. Ho riflettuto molto su queste parole in più occasioni e le ho trovate profetiche.
3) Yoga, nuotare, ballare (un giorno se trovo il coraggio mi iscrivo a una scuola di balli sudamericani). Tutto il movimento che è fluido e non competitivo.
4) La Francia in tutte le sue manifestazioni (Paese, cucina, letteratura, cinema, canzoni, musica, stato d'animo etc.)
5) Il confronto, parlare, comunicare, ascoltare le storie, anche di gossip e soprattutto RIDERE!
Adesso dovrei mandare il meme ad altre 5 persone che conosco. Ma al momento non saprei. Così invito i visitatori che lo vogliono a rispondere e riproporre questo simpatico giochetto
ciao a tutti
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martedì 24 marzo 2009
Aurado i poumo d’amour (orata con salsa di pomodori)
Sempre dal mio prezioso libretto di Alan Davidson, prezioso anche perchè non riesco più a trovarlo in commercio, questa ricetta che l'autore suggerisce a tutti coloro che hanno la bella abitudine di presentare dei menù, questo titolo è davvero intrigante, penso sia in provenzale.
Comunque questa è la ricetta, fedelmente copiata
Acquistate un orata da un chilo e dopo le solite operazioni (squamare, svuotare, lavare, asciugare) ricavatene sei grosse trance.
In un piatto da gratino o altro recipiente da forno distribuite 50 gr di burro in fiocchetti, una cipolla tritata finemente, 3 pomodori pelati, privati dei semi e tritati grossolanamente, un cucchiaio di prezzemolo tritato, sale e pepe.
Accomodatevi le trance di orata, bagnate con u bicchiere di vino bianco secco e cuocete in forno medio da 20 a 30 minuti, voltando a metà cottura. Quando il pesce è perfettamente cotto, passatelo in un piatto e tenetelo al caldo.
Nel frattempo preparate una salsa vellutata (fate fondere in un casseruolino 25 gr di burro, mescolatevi 25 gr di farina e cuocetela per 2 minuti, mescolando senza far prendere colore.
Togliete dal fuoco e dopo un paio di minuti versarvi poco meno di ½ litro di brodo di pollo o vitello ben caldo, mescolando energicamente portate a bollore e lasciate bollire per un minuto.
Aggiustate di sale, se necessario. Versate questa salsa nel recipiente dove avete cotto il pesce e dove rimane il fondo di cottura, composto prevalentemente dai pomodori. Cuocete per dieci minuti, mescolando di tanto in tanto. Passate al setaccio, e otterrete una salsa di un gradevole color corallo che verserete sulle trance di orata prima di servirle ben calde.
Comunque questa è la ricetta, fedelmente copiata
Acquistate un orata da un chilo e dopo le solite operazioni (squamare, svuotare, lavare, asciugare) ricavatene sei grosse trance.
In un piatto da gratino o altro recipiente da forno distribuite 50 gr di burro in fiocchetti, una cipolla tritata finemente, 3 pomodori pelati, privati dei semi e tritati grossolanamente, un cucchiaio di prezzemolo tritato, sale e pepe.
Accomodatevi le trance di orata, bagnate con u bicchiere di vino bianco secco e cuocete in forno medio da 20 a 30 minuti, voltando a metà cottura. Quando il pesce è perfettamente cotto, passatelo in un piatto e tenetelo al caldo.
Nel frattempo preparate una salsa vellutata (fate fondere in un casseruolino 25 gr di burro, mescolatevi 25 gr di farina e cuocetela per 2 minuti, mescolando senza far prendere colore.
Togliete dal fuoco e dopo un paio di minuti versarvi poco meno di ½ litro di brodo di pollo o vitello ben caldo, mescolando energicamente portate a bollore e lasciate bollire per un minuto.
Aggiustate di sale, se necessario. Versate questa salsa nel recipiente dove avete cotto il pesce e dove rimane il fondo di cottura, composto prevalentemente dai pomodori. Cuocete per dieci minuti, mescolando di tanto in tanto. Passate al setaccio, e otterrete una salsa di un gradevole color corallo che verserete sulle trance di orata prima di servirle ben calde.
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ricette sparse con pesce
giovedì 19 marzo 2009
flan de baudroie ovvero flan di rana pescatrice
Chiudo questa piccola rassegna di ricette con ingredienti "scappati", deliziose anche perchè originate forse dalla necessità di ovviare alla mancanza di mezzi, ma ricche di fantasia.
Forse questa ricetta non è proprio in linea con le altre, ma meriterebbe di essere provata perchè traveste da aragosta la rana pescatrice. Pesce ottimo e poco conosciuto, non abbastanza apprezzato.
Attingo ancora da Alan Davidson e dal suo libro « il mare in pentola », ecco cosa scrive:
Devo questa ricetta ad Anna Moss, moglie di Kenneth Moss, l’unico pescivendolo inglese di Marsiglia, stabilitosi in questa città da vent’anni: da quando vi tornò per sposare anna, che aveva conosciuta durante il servizio militare, scendendo a terra per una breve licenza dalla nave su cui era imbarcato. Se vi divertono le piccole bugie innocenti, questo piatto, fa notare la signora Moss, può presentare per voi un duplice interesse, perchè preparata così la rana pescatrice è spesso scambiata per aragosta.
1 Kg di rana pescatrice, 1 Kg di pomodori maturi, olio di oliva, otto uova.
Tagliate il pesce in grosse trance e cuocetele per 20-30 minuti in acqua a leggerissimo bollore. Intanto pelate e liberate dai semi i pomodori e cuoceteli in un pò di olio di oliva fino a che non sono ridotti a una purea densa. Tagliate il pesce a piccoli pezzi, mescolateli al pomodoro. Unite le uova e mescolate bene. Versate in uno stampo imburrato e cuocete per un ora a bagno maria in forno moderatamente caldo (210°circa). Sformate e lasciate raffreddare prima di servire.
Forse questa ricetta non è proprio in linea con le altre, ma meriterebbe di essere provata perchè traveste da aragosta la rana pescatrice. Pesce ottimo e poco conosciuto, non abbastanza apprezzato.
Attingo ancora da Alan Davidson e dal suo libro « il mare in pentola », ecco cosa scrive:
Devo questa ricetta ad Anna Moss, moglie di Kenneth Moss, l’unico pescivendolo inglese di Marsiglia, stabilitosi in questa città da vent’anni: da quando vi tornò per sposare anna, che aveva conosciuta durante il servizio militare, scendendo a terra per una breve licenza dalla nave su cui era imbarcato. Se vi divertono le piccole bugie innocenti, questo piatto, fa notare la signora Moss, può presentare per voi un duplice interesse, perchè preparata così la rana pescatrice è spesso scambiata per aragosta.
1 Kg di rana pescatrice, 1 Kg di pomodori maturi, olio di oliva, otto uova.
Tagliate il pesce in grosse trance e cuocetele per 20-30 minuti in acqua a leggerissimo bollore. Intanto pelate e liberate dai semi i pomodori e cuoceteli in un pò di olio di oliva fino a che non sono ridotti a una purea densa. Tagliate il pesce a piccoli pezzi, mescolateli al pomodoro. Unite le uova e mescolate bene. Versate in uno stampo imburrato e cuocete per un ora a bagno maria in forno moderatamente caldo (210°circa). Sformate e lasciate raffreddare prima di servire.
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lunedì 16 marzo 2009
Finti filetti di sogliola o tinche travestite da sogliole
Ho trovato questa ricetta in un libro prezioso, il suo titolo è “Il mare in pentola” di Alan Davidson, se lo trovate compratelo è davvero una fonte inesauribile di informazioni sui pesci e sui modi di cucinarli nel bacino del Mediterraneo.
Ecco cosa scrive riguardo ai finti filetti di sogliola
“ho trovato nel libro di Cavanna “i doni di Nettuno” un curioso metodo per travestire da filetti di sogliola dei filetti di tinche” riguardo a questo metodo l’autore precisa subito di non averlo provato in quanto non offre incentivi dal punto di vista dell’economia, con il prezzo che hanno le ostriche e con la disponibilità che esiste oggi di filetti di sogliola surgelati, ma merita di essere descritto per la sua stranezza. Consiste nell’appiattire leggermente dei filetti di tinca, spalmarli con una pasta fatta di carne di ostriche (pochissima), sale, pepe e sugo di limone, friggerli. Vanno poi passati in un recipiente con sale, pepe grossolanamente tritato olio e burro; quando sono ben caldi si bagnano con vino bianco secco, a riduzione del vino, si servono cosparsi di prezzemolo tritato, passando a parte degli spicchi di limone
Cavanna assicura che solo un conoscitore con un palato finissimo e per di più già messo in sospetto, è in grado di scoprire l’inganno.
Ecco cosa scrive riguardo ai finti filetti di sogliola
“ho trovato nel libro di Cavanna “i doni di Nettuno” un curioso metodo per travestire da filetti di sogliola dei filetti di tinche” riguardo a questo metodo l’autore precisa subito di non averlo provato in quanto non offre incentivi dal punto di vista dell’economia, con il prezzo che hanno le ostriche e con la disponibilità che esiste oggi di filetti di sogliola surgelati, ma merita di essere descritto per la sua stranezza. Consiste nell’appiattire leggermente dei filetti di tinca, spalmarli con una pasta fatta di carne di ostriche (pochissima), sale, pepe e sugo di limone, friggerli. Vanno poi passati in un recipiente con sale, pepe grossolanamente tritato olio e burro; quando sono ben caldi si bagnano con vino bianco secco, a riduzione del vino, si servono cosparsi di prezzemolo tritato, passando a parte degli spicchi di limone
Cavanna assicura che solo un conoscitore con un palato finissimo e per di più già messo in sospetto, è in grado di scoprire l’inganno.
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martedì 10 marzo 2009
Osei scampadi - uccelletti scappati
continuo la simpatica ricerca di ricette con ingredienti scappati, perchè non ci sono.
Questa ricetta l'ho trovata e la ricopio con il copia incolla dal sito del Comune di Pergine, di cui vi fornisco il link, invitandovi a visitarlo perchè è molto interessane thttp://www.comune.pergine.tn.it/content.asp?Subc=1280&L=1&idMen=213
"Gli “Osei scampadi” (letteralmente uccelli scappati) sono involtini di carne di vitello con all’interno pancetta e salvia.
Secondo una leggenda popolare questo piatto si preparava quando la battuta di caccia era stata infruttuosa e quindi non c’era alcun volatile da mettere in padella
Ingredienti (per 4 persone):
• 8 fettine di noce di vitello
• 8 fette di pancetta (cruda o affumicata a seconda dei gusti)
• 16 foglioline di salvia
• farina
• 2 cucchiai di burro
• 4 cucchiai di olio di oliva
• 1 pizzico di sale
• 1 bicchiere di vino bianco secco
Preparazione:
Battete leggermente le fettine di vitello avendo l’accortezza di togliere l’eventuale grasso e di tagliare i bordi della carne in 3-4 punti così eviterete di farla arricciare durante la cottura.
Disponete sopra ogni fettina una fetta di pancetta (cruda o affumicata a seconda dei gusti) e due foglioline di salvia.
Arrotolate la carne in modo da ottenere degli involtini, chiudete con degli stecchini e spolverizzate con un po’ di farna bianca.
Ponete quindi gli involtini in una teglia dove avrete già messo il burro e l’olio di oliva e fateli rosolare cercando di rivoltarli spesso e di irrorarli con del vino bianco secco.
Lasciate evaporare, aggiungete un pizzico di sale e, dopo circa 20 minuti cioè quando la carne avrà assunto un colore dorato e il sughetto si sarà ristretto, togliete la teglia dal fuoco.
Servite gli “Osei scampadi” con il loro gustosissimo sughetto accompagnandoli magari con una fetta di polenta gialla.
Vino consigliato:
Trentino D.O.C. Chardonnay"
Questa ricetta l'ho trovata e la ricopio con il copia incolla dal sito del Comune di Pergine, di cui vi fornisco il link, invitandovi a visitarlo perchè è molto interessane thttp://www.comune.pergine.tn.it/content.asp?Subc=1280&L=1&idMen=213
"Gli “Osei scampadi” (letteralmente uccelli scappati) sono involtini di carne di vitello con all’interno pancetta e salvia.
Secondo una leggenda popolare questo piatto si preparava quando la battuta di caccia era stata infruttuosa e quindi non c’era alcun volatile da mettere in padella
Ingredienti (per 4 persone):
• 8 fettine di noce di vitello
• 8 fette di pancetta (cruda o affumicata a seconda dei gusti)
• 16 foglioline di salvia
• farina
• 2 cucchiai di burro
• 4 cucchiai di olio di oliva
• 1 pizzico di sale
• 1 bicchiere di vino bianco secco
Preparazione:
Battete leggermente le fettine di vitello avendo l’accortezza di togliere l’eventuale grasso e di tagliare i bordi della carne in 3-4 punti così eviterete di farla arricciare durante la cottura.
Disponete sopra ogni fettina una fetta di pancetta (cruda o affumicata a seconda dei gusti) e due foglioline di salvia.
Arrotolate la carne in modo da ottenere degli involtini, chiudete con degli stecchini e spolverizzate con un po’ di farna bianca.
Ponete quindi gli involtini in una teglia dove avrete già messo il burro e l’olio di oliva e fateli rosolare cercando di rivoltarli spesso e di irrorarli con del vino bianco secco.
Lasciate evaporare, aggiungete un pizzico di sale e, dopo circa 20 minuti cioè quando la carne avrà assunto un colore dorato e il sughetto si sarà ristretto, togliete la teglia dal fuoco.
Servite gli “Osei scampadi” con il loro gustosissimo sughetto accompagnandoli magari con una fetta di polenta gialla.
Vino consigliato:
Trentino D.O.C. Chardonnay"
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sabato 7 marzo 2009
spaghetti con le vongole "a mare"
Tzatziki a colazione, un blog che seguo spesso e mi piace molto(vorrei, come vedo negli altri blog, mettere qui il loro link, ma non sono capace, con il copia e incolla non viene bene), ha pubblicato una ricetta il ragu alla carne fujuta, nel senso che la carne è fuggita e non ci stà proprio
http://tzatzikiacolazione.blogspot.com/2009/03/ragu-alla-carne-fujuta.html .
E' un ottimo modo di condire la pasta, un sughetto leggero che potete proporre anche ai vs amici vegetariani.
Mi ha fatto ripensare ad un altra ricetta, gli spaghetti con le vongole a mare, perchè anche queste non ci stanno sono appunto a mare, ma nel piatto grazie ad una sapiente combinazione di ingredienti, potrete ritrovare una parte del loro aroma. E' una ricetta di V. Buonassisi, tratta da il piccolo codice della pasta.
500 gr di spaghetti, 100 gr di burro, sei filetti di acciughe salate, 60 gr di olio di oliva, due spicchi d’aglio, 200 gr di pomodori, prezzemolo, sale e pepe.
Ammorbidite il burro, pulite, dissalate, tritate finemente i filetti di acciughe e mescolate il burro ammorbidito con le acciughe tritate in modo da ottenete un composto omogeneo che si può conservare a lungo in frigorifero, fino al momento di preparare la pasta. Venuto questo momento scaldate l’olio con gli spicchi di aglio schiacciati e quando l’aglio imbiondisce mettete dentro la polpa dei pomodori passati oppure i pelati che schiaccerete sul fondo del tegame. Lasciate cuocere qualche minuto in modo che la salsa arrivi al punto giusto e aggiustate di sale e di pepe.
Togliete dal fuoco e aggiungete una bella manciata di prezzemolo tritato. Intanto gli spaghetti staranno cuocendo. Operazione finale: disponete sul fondo della zuppiera il composto di burro e acciughe, versate sopra gli spaghetti cotti al dente in abbondante acqua salata, mescolate, versate sopra la salsa di pomodoro e mescolate ancora.
Vincenzo Buonassisi “il piccolo codice della pasta”
http://tzatzikiacolazione.blogspot.com/2009/03/ragu-alla-carne-fujuta.html .
E' un ottimo modo di condire la pasta, un sughetto leggero che potete proporre anche ai vs amici vegetariani.
Mi ha fatto ripensare ad un altra ricetta, gli spaghetti con le vongole a mare, perchè anche queste non ci stanno sono appunto a mare, ma nel piatto grazie ad una sapiente combinazione di ingredienti, potrete ritrovare una parte del loro aroma. E' una ricetta di V. Buonassisi, tratta da il piccolo codice della pasta.
500 gr di spaghetti, 100 gr di burro, sei filetti di acciughe salate, 60 gr di olio di oliva, due spicchi d’aglio, 200 gr di pomodori, prezzemolo, sale e pepe.
Ammorbidite il burro, pulite, dissalate, tritate finemente i filetti di acciughe e mescolate il burro ammorbidito con le acciughe tritate in modo da ottenete un composto omogeneo che si può conservare a lungo in frigorifero, fino al momento di preparare la pasta. Venuto questo momento scaldate l’olio con gli spicchi di aglio schiacciati e quando l’aglio imbiondisce mettete dentro la polpa dei pomodori passati oppure i pelati che schiaccerete sul fondo del tegame. Lasciate cuocere qualche minuto in modo che la salsa arrivi al punto giusto e aggiustate di sale e di pepe.
Togliete dal fuoco e aggiungete una bella manciata di prezzemolo tritato. Intanto gli spaghetti staranno cuocendo. Operazione finale: disponete sul fondo della zuppiera il composto di burro e acciughe, versate sopra gli spaghetti cotti al dente in abbondante acqua salata, mescolate, versate sopra la salsa di pomodoro e mescolate ancora.
Vincenzo Buonassisi “il piccolo codice della pasta”
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martedì 3 marzo 2009
pensando alle vacanze
forse perchè fuori è grigio e piove, però avevo proprio bisogno di ripescare questa foto, un ricordo delle vacanze in Grecia (Peloponneso), una baia magica e piena di suoni armoniosi.
La cosa che in verità mi scoccia di più non è il lavoro in se, delle volte non è neanche poi così male, ma restare rinchiusa. Pensare che mentre sono qui chiusa a lavorare e guardando fuori vedo solo grigio e grigiore (in tutti i sensi), ci sono al mondo posti così belli da vedere e soprattutto da vivere.
Quandosi parte????????
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lunedì 2 marzo 2009
sarde all'aroma di alloro
L'idea originaria era un altra: volevo cucinare le sarde con il finocchietto selvatico, ma vagando nei campi ne ho trovato poco e spelacchiato pure.
Così ho preso quello che ieri forniva la campagna: un limone e delle foglie di alloro bagnate di pioggia.
Ho preso poi le sarde, già pulite e sfilettate, ho strizzato mezzo limone e con quello e pochissimo sale ho condito le sarde. Dopo una decina di minuti le ho impanate, poi ho preso una teglia unta leggermente di olio di oliva, ho sparso qua e la delle foglie di alloro e sopra ho sistemato le sarde.
In forno già caldo (180 gradi) per 15-20 minuti fino alla perfetta doratura del pane.
Sono ottime e la casa non puzza di pesce ma profuma di alloro.
Così ho preso quello che ieri forniva la campagna: un limone e delle foglie di alloro bagnate di pioggia.
Ho preso poi le sarde, già pulite e sfilettate, ho strizzato mezzo limone e con quello e pochissimo sale ho condito le sarde. Dopo una decina di minuti le ho impanate, poi ho preso una teglia unta leggermente di olio di oliva, ho sparso qua e la delle foglie di alloro e sopra ho sistemato le sarde.
In forno già caldo (180 gradi) per 15-20 minuti fino alla perfetta doratura del pane.
Sono ottime e la casa non puzza di pesce ma profuma di alloro.
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giovedì 26 febbraio 2009
zuppetta di cicale (di mare)
per fare questa deliziosa zuppetta occorrono cicale piene, adesso si trovano.
Si staccano le teste e si mettono da parte. I corpicini vengono tagliati a pezzi e aperti sul dorso. Si mette poi in un largo tegame olio, aglio e peperoncino, quando soffrigge leggermente si mettono i busti, tagliati. Devono cuocere poco.
Con le teste si fa un brodetto mettendole in un altro tegame a bollire con acqua, sedano, prezzemolo, vinobianco.
Quando si è formato un brodetto saporito, si filtra passandolo da un colino e schiacciando bene.
Con questo brodetto si bagnano i busti e si fa cuocere ancora un poco.
Si serve la zuppa su pane mettendo nei piatti pane casalingo, tostato.
Si mangiano con le mani e con amici sinceri.
Si staccano le teste e si mettono da parte. I corpicini vengono tagliati a pezzi e aperti sul dorso. Si mette poi in un largo tegame olio, aglio e peperoncino, quando soffrigge leggermente si mettono i busti, tagliati. Devono cuocere poco.
Con le teste si fa un brodetto mettendole in un altro tegame a bollire con acqua, sedano, prezzemolo, vinobianco.
Quando si è formato un brodetto saporito, si filtra passandolo da un colino e schiacciando bene.
Con questo brodetto si bagnano i busti e si fa cuocere ancora un poco.
Si serve la zuppa su pane mettendo nei piatti pane casalingo, tostato.
Si mangiano con le mani e con amici sinceri.
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mercoledì 18 febbraio 2009
martedì 10 febbraio 2009
lunedì 9 febbraio 2009
Pagello fragolino al finocchietto selvatico
Questa ricetta è una rielaborazione di quest'ottimo abbinamento che ho trovato nel blog di Max della piccola casa http://lapiccolacasa.blogspot.com/2008/05/filetti-di-pagello-fragolino-con.html
Mi piacciono molto le ricette di Max, e l'abbinamento del pagello con il finocchietto selavatico mi ha intrigato subito. Non possedendo la stessa abilità nel fiammeggiare e temendo un incendio, ho semplificato la ricetta e il risultato non è stato male.
Prendere un bel pagello fragolino e riempirgli la pancia con del fresco e tenero finocchietto selvatico. Lasciarlo un pò li ad aromatizzarsi.
Prendere una padella riscaldare olio con vino, mettere anche qualche ciuffetto di finocchietto selvatico. Quando olio e vino sono a bollore, mettere in padella il pagello e farlo rosolare da entrambi i lati e poi cuocere più lentamente fino a portarlo a cottura, salando il giusto. Sfilettare e servire caldo con il sughetto. Accompagnare con patate bollite.
Mi piacciono molto le ricette di Max, e l'abbinamento del pagello con il finocchietto selavatico mi ha intrigato subito. Non possedendo la stessa abilità nel fiammeggiare e temendo un incendio, ho semplificato la ricetta e il risultato non è stato male.
Prendere un bel pagello fragolino e riempirgli la pancia con del fresco e tenero finocchietto selvatico. Lasciarlo un pò li ad aromatizzarsi.
Prendere una padella riscaldare olio con vino, mettere anche qualche ciuffetto di finocchietto selvatico. Quando olio e vino sono a bollore, mettere in padella il pagello e farlo rosolare da entrambi i lati e poi cuocere più lentamente fino a portarlo a cottura, salando il giusto. Sfilettare e servire caldo con il sughetto. Accompagnare con patate bollite.
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lunedì 2 febbraio 2009
bistecca alla griglia simil Robespierre
lo so che bisogna utilizzare poca carne, del resto io non ne vado matta e mi nutrirei di pesce, ma sono l'unica in famiglia.
Ho realizzato questa variazione della solita bistecca ai ferri ricordandomi di una ricetta che, qualche tempo fa, era piuttosto diffusa e si chiamava appunto Robespierre.
Il procedimento è semplicissimo, si prende una bella bistecca con osso o anche una lombata disossata, entrambe devono essere piuttosto alte, si lascia almeno un ora fuori dal frigo, poi si procede così: si fa arroventare una griglia o una padella antiaderente con fondo pesante.
Poi si cuoce la carne, prima da un lato e poi dall'altro seguendo i canonici tempi di cottura rapportati al peso della carne. Ma non cuocendola completamente.
Deve rimanere all'interno poco cotta, ma nemmeno sanguinare (brr che brutto verbo). A questo punto si toglie dalla griglia e si lascia riposare un poco, poi si taglia a striscioline e si accomoda in un grande piatto fondo, si cosparge con poco pepe, ma soprattutto con dell'olio caldo aromatizzato al rosmarino ottenuto facendo cuocere, ma non bollire dell'olio con rametti di rosmarino a piacere e se si vuole anche un poco di aglio. L'olio caldo finisce di cuocere la carne e la lascia gradevolmente profumata
Ho realizzato questa variazione della solita bistecca ai ferri ricordandomi di una ricetta che, qualche tempo fa, era piuttosto diffusa e si chiamava appunto Robespierre.
Il procedimento è semplicissimo, si prende una bella bistecca con osso o anche una lombata disossata, entrambe devono essere piuttosto alte, si lascia almeno un ora fuori dal frigo, poi si procede così: si fa arroventare una griglia o una padella antiaderente con fondo pesante.
Poi si cuoce la carne, prima da un lato e poi dall'altro seguendo i canonici tempi di cottura rapportati al peso della carne. Ma non cuocendola completamente.
Deve rimanere all'interno poco cotta, ma nemmeno sanguinare (brr che brutto verbo). A questo punto si toglie dalla griglia e si lascia riposare un poco, poi si taglia a striscioline e si accomoda in un grande piatto fondo, si cosparge con poco pepe, ma soprattutto con dell'olio caldo aromatizzato al rosmarino ottenuto facendo cuocere, ma non bollire dell'olio con rametti di rosmarino a piacere e se si vuole anche un poco di aglio. L'olio caldo finisce di cuocere la carne e la lascia gradevolmente profumata
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domenica 1 febbraio 2009
Sformato di gobbi detti anche cardi
Ricetta della mia nonna
Ingredienti: Scegliere dei gobbi piccoli e bianchi. Burro, grana, latte, farina, 2 uova, noce moscata.
Preparazione: Lessare i gobbi in acqua bollente, senza sale. Tritarli e farli rololare in un pò di burro e cospargerli con il grana grattugiato.
Imburrare una teglia da forno.
Preparare una besciamella non troppo soda.
Mettere nella teglia uno strato di gobbi. Versarvi sopra la besciamella alla quale si saranno aggiunti i rossi d’uovo o le uova intere.
Cospargere la superficie dello sformato con noce moscata.
Mettere in forno già caldo
Ingredienti: Scegliere dei gobbi piccoli e bianchi. Burro, grana, latte, farina, 2 uova, noce moscata.
Preparazione: Lessare i gobbi in acqua bollente, senza sale. Tritarli e farli rololare in un pò di burro e cospargerli con il grana grattugiato.
Imburrare una teglia da forno.
Preparare una besciamella non troppo soda.
Mettere nella teglia uno strato di gobbi. Versarvi sopra la besciamella alla quale si saranno aggiunti i rossi d’uovo o le uova intere.
Cospargere la superficie dello sformato con noce moscata.
Mettere in forno già caldo
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giovedì 22 gennaio 2009
prima ricetta dell'anno: tartufi di mare
Forse non è nemmeno la stagione e di sicuro con i tempi di crisi non è molto economica, con il pesce crudo ovunque imperante non è nemmeno in linea con le tendenze attuali, però......... è la prima ricetta dell'anno!
Spazzolare bene i tartufi lavarli. Farli aprire. Accomodarli sui piatti. Filtrare l’acqua che hanno emesso durante la cottura ed emulsionarla ad olio e succo di limone, se si vuole anche pochissimo pepe.
Cospargere i tartufi con la salsetta.
Spazzolare bene i tartufi lavarli. Farli aprire. Accomodarli sui piatti. Filtrare l’acqua che hanno emesso durante la cottura ed emulsionarla ad olio e succo di limone, se si vuole anche pochissimo pepe.
Cospargere i tartufi con la salsetta.
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martedì 20 gennaio 2009
Viaggio, freddo e musica
Il viaggio
Da Milano , passando da Pavia, la campagna è coperta da un spesso strato di neve. Bianca, sembra interminabile, gli alberi sono spogli. I rami si protendono verso il cielo, la luce è rosata, in cielo nuvole azzurrine, i capannoni.
Fari gialli nell’autostrada, arbusti che fuggono lasciati indietro da questo treno che corre, quasi deserto e anche molto freddo e non è solo suggestione del paesaggio che si vede fuori. Il riscaldamento sembra rotto. Che novità!!!!
Un abete ha ancora neve nei suoi rami, poi la statale corre al nostro fianco.
Macchinine tutte in fila, fumo che esce dai comignoli, luci accese dietro le finestre. Il colore è diventato quello più cupo della notte e si riflette nella campagna, sempre bianca e silenziosa.
Strati di neve sopra i tetti. Tra poco siamo a Voghera, anzi no l’abbiamo già superata.
Bello per contrasto ascoltare Maracaibo, “si ma le machines pistoles, era una copertura faceva traffico d’armi con Cuba”. Morde il pesce cane nella pelle bruna....., centotrentachili splendida regina........
Che freddo belino non serve a nulla! Non avessimo tutti questi bagagli da esodo cercherei delle altre carrozze più calde, il controllore ha detto che il treno è quasi deserto. Anche gli altri pochi viaggiatori di questa carrozza nei toni del blu e dell’azzurro sono tutti coperti con i loro piumini, uno ha anche tirato su il cappuccio con pelliccia. Meno male non sono l’unica pigrona. Invece del venditore di bibite, arriva un pinguino che spinge il carrello. Ho il naso gelato.
Proviamo con il Walzer di Gounod
E’ passata Arquata ecco davanti a noi queste meravigliose montagne innevate.
Adesso siamo entrati in galleria, ne usciamo e fuori è buio.
Comincia la sequenza delle gallerie e dell’oscuro.
Splendido vedere tutte le lucine delle case nella vallata. Le luci si intensificano.
Giorgio Laneve, mi sembra intonarsi a questa fredda atmosfera solo per il nome però, la sua voce e le parole di “amore dove sei”, sono intense.
Poco prima di Genova un verde controllore impietosito dalla vista degli utenti intabbarrati riaccende il riscaldamento. Adesso il clima si è fatto umano, ci togliamo sciarpe e cappelli, increduli di fronte a tanta bontade, il naso inizia a scongelarsi. Però ci siamo fermati, non riesco a capire perchè, nè dove siamo.
Ripartiti, stiamo per arrivare a Rapallo.
Robbie Williams con Advertising space nel buio che arriva dall’esterno, mi sembra favoloso.
Da Milano , passando da Pavia, la campagna è coperta da un spesso strato di neve. Bianca, sembra interminabile, gli alberi sono spogli. I rami si protendono verso il cielo, la luce è rosata, in cielo nuvole azzurrine, i capannoni.
Fari gialli nell’autostrada, arbusti che fuggono lasciati indietro da questo treno che corre, quasi deserto e anche molto freddo e non è solo suggestione del paesaggio che si vede fuori. Il riscaldamento sembra rotto. Che novità!!!!
Un abete ha ancora neve nei suoi rami, poi la statale corre al nostro fianco.
Macchinine tutte in fila, fumo che esce dai comignoli, luci accese dietro le finestre. Il colore è diventato quello più cupo della notte e si riflette nella campagna, sempre bianca e silenziosa.
Strati di neve sopra i tetti. Tra poco siamo a Voghera, anzi no l’abbiamo già superata.
Bello per contrasto ascoltare Maracaibo, “si ma le machines pistoles, era una copertura faceva traffico d’armi con Cuba”. Morde il pesce cane nella pelle bruna....., centotrentachili splendida regina........
Che freddo belino non serve a nulla! Non avessimo tutti questi bagagli da esodo cercherei delle altre carrozze più calde, il controllore ha detto che il treno è quasi deserto. Anche gli altri pochi viaggiatori di questa carrozza nei toni del blu e dell’azzurro sono tutti coperti con i loro piumini, uno ha anche tirato su il cappuccio con pelliccia. Meno male non sono l’unica pigrona. Invece del venditore di bibite, arriva un pinguino che spinge il carrello. Ho il naso gelato.
Proviamo con il Walzer di Gounod
E’ passata Arquata ecco davanti a noi queste meravigliose montagne innevate.
Adesso siamo entrati in galleria, ne usciamo e fuori è buio.
Comincia la sequenza delle gallerie e dell’oscuro.
Splendido vedere tutte le lucine delle case nella vallata. Le luci si intensificano.
Giorgio Laneve, mi sembra intonarsi a questa fredda atmosfera solo per il nome però, la sua voce e le parole di “amore dove sei”, sono intense.
Poco prima di Genova un verde controllore impietosito dalla vista degli utenti intabbarrati riaccende il riscaldamento. Adesso il clima si è fatto umano, ci togliamo sciarpe e cappelli, increduli di fronte a tanta bontade, il naso inizia a scongelarsi. Però ci siamo fermati, non riesco a capire perchè, nè dove siamo.
Ripartiti, stiamo per arrivare a Rapallo.
Robbie Williams con Advertising space nel buio che arriva dall’esterno, mi sembra favoloso.
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annotazioni sparse di viaggio
giovedì 15 gennaio 2009
ultimo giorno del 2008 primo giorno dell'anno nuovo
Un 2008 che ha avuto i suoi momenti difficili, molto, e anche tanti cambiamenti; ma nell’insieme non è stato un brutto anno. Grazie
E sono riuscita ad arrivare a Como in tempo per il Te Deum in Duomo. Te Deum laudamus Domine, in te Domine confitemur............
Sono anni che partecipo a questa celebrazione e per tanti anni ho sentito la voce e le parole di Monsignor Maggiolini. Ho avuto la possibilità di ascoltarlo anche l’ultima volta che ha celebrato il Te Deum in Cattedrale, prima di ritirarsi. Ancora oggi mi commuove pensare al lungo, sentito e affettuoso applauso con il quale questa popolazione del Nord, in genere così schiva, così parca nell’esternare i propri sentimenti, ha voluto salutarlo, e le Sue misurate parole colme di gratitudine.
Quest’anno percorro il lungo lago, decorato da mille lucine che pendono dai rami spogli degli alberi. I loro colori argentei ed azzurrini si intonano così bene alla nebbia ed al colore plumbeo del lago e del cielo.
Il messaggio del Vescovo è positivo e dalla “crisi”, ormai tema presente in ogni dove, forse potrà nascere un nuovo modo di vivere, con più sobrietà ed armonia. Mi sembrano parole sagge, che meritano una riflessione.
Da Piazza Cavour inizia la musica.
Ascolto il messaggio del Presidente della Repubblica a reti unificate; mi colpisce quando afferma che l’unica cosa di cui avere paura è la paura. Anche questa frase merita di essere scritta sulla nuova agenda.
Preparo una cena con tante piccole cose da assaporare, finger food, lenticchie , verdure e dolci.
La musica da Piazza Cavour aumenta, e poi meravigliosi, proprio di fronte a noi, cominciano i fuochi d’artificio: scintille di fuoco che sembrano emergere dal lago e salire verso le profondità della notte. Dal cielo cominciano a cadere tanti, tanti piccoli fiocchi di neve, questo è un effetto speciale non programmato, ma bellissimo. I fiocchi danzano scendendo e vengono a cadere nei nostri calici, ghiaccio di stelle.
Dopo un brindisi, sotto le luci, i fuochi e la neve, verso la una, scendiamo nella piazza. C’è tanta gente e anche polizia e carabinieri. L’atmosfera è festosa, ma tranquilla.
Ballo con il mio ombrellino rosso per ripararmi dalla neve, guardo verso il cielo e vedo cadere questa pioggia bianca, mi sento felice sorridente e serena, verso questo nuovo anno appena iniziato.
E’ un modo davvero speciale per accoglierlo.
La mattina dopo le telefonate, tante con gli amici e Auguri, Auguri e tanta serenità a tutti.
Ascoltiamo il concerto del Primo dell’anno dalla Fenice. Pretre è fantastico per lui la musica è piacere grande e si vede.
Stupendo come dirige la Barcarola di Hoffenbach.
Buon 2009 a Tutti e Auguri di ogni bene.
“Estote laeto animo”!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
E sono riuscita ad arrivare a Como in tempo per il Te Deum in Duomo. Te Deum laudamus Domine, in te Domine confitemur............
Sono anni che partecipo a questa celebrazione e per tanti anni ho sentito la voce e le parole di Monsignor Maggiolini. Ho avuto la possibilità di ascoltarlo anche l’ultima volta che ha celebrato il Te Deum in Cattedrale, prima di ritirarsi. Ancora oggi mi commuove pensare al lungo, sentito e affettuoso applauso con il quale questa popolazione del Nord, in genere così schiva, così parca nell’esternare i propri sentimenti, ha voluto salutarlo, e le Sue misurate parole colme di gratitudine.
Quest’anno percorro il lungo lago, decorato da mille lucine che pendono dai rami spogli degli alberi. I loro colori argentei ed azzurrini si intonano così bene alla nebbia ed al colore plumbeo del lago e del cielo.
Il messaggio del Vescovo è positivo e dalla “crisi”, ormai tema presente in ogni dove, forse potrà nascere un nuovo modo di vivere, con più sobrietà ed armonia. Mi sembrano parole sagge, che meritano una riflessione.
Da Piazza Cavour inizia la musica.
Ascolto il messaggio del Presidente della Repubblica a reti unificate; mi colpisce quando afferma che l’unica cosa di cui avere paura è la paura. Anche questa frase merita di essere scritta sulla nuova agenda.
Preparo una cena con tante piccole cose da assaporare, finger food, lenticchie , verdure e dolci.
La musica da Piazza Cavour aumenta, e poi meravigliosi, proprio di fronte a noi, cominciano i fuochi d’artificio: scintille di fuoco che sembrano emergere dal lago e salire verso le profondità della notte. Dal cielo cominciano a cadere tanti, tanti piccoli fiocchi di neve, questo è un effetto speciale non programmato, ma bellissimo. I fiocchi danzano scendendo e vengono a cadere nei nostri calici, ghiaccio di stelle.
Dopo un brindisi, sotto le luci, i fuochi e la neve, verso la una, scendiamo nella piazza. C’è tanta gente e anche polizia e carabinieri. L’atmosfera è festosa, ma tranquilla.
Ballo con il mio ombrellino rosso per ripararmi dalla neve, guardo verso il cielo e vedo cadere questa pioggia bianca, mi sento felice sorridente e serena, verso questo nuovo anno appena iniziato.
E’ un modo davvero speciale per accoglierlo.
La mattina dopo le telefonate, tante con gli amici e Auguri, Auguri e tanta serenità a tutti.
Ascoltiamo il concerto del Primo dell’anno dalla Fenice. Pretre è fantastico per lui la musica è piacere grande e si vede.
Stupendo come dirige la Barcarola di Hoffenbach.
Buon 2009 a Tutti e Auguri di ogni bene.
“Estote laeto animo”!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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