E' una preparazione alla quale sono particolarmente legata. Venivano confezionati il giorno prima, dalla mia nonna che coinvolgeva tutti i nipoti di ogni età e li cucinava in un modo meraviglioso, io non sono mai riuscita a ritrovare quei sapori, era bravissima. Comunque questa è la ricetta ogni anno per Natale ritrovo quei gesti e una parte di quei profumi.
Ingredienti
- per la pasta:
700 gr di farina
4 uova
acqua quanto basta (1 bicchiere)
- per il ripieno:
1/2 kg di carne di manzo (non deve essere nervosa, né filacciosa)
1/2 kg di carne di maiale
1 hg mortadella di puro suino
1 carota
1 cipolla
1 costa di sedano
2 scatole di pomodori pelati
1 scatola di concentrato
parmigiano
timo
tre uova
Preparazione
Tagliare la carne a pezzi piccoli (strisce).
Fare un trito con la carota la cipolla ed il sedano e farlo rosolare bene con olio e burro.
Unire la carne al battuto, aggiungere il sale e fare rosolare tutto molto bene.
Poi aggiungere il vino e quando è evaporato aggiungere il pomodoro (le due scatole più la scatolina di concentrato).
Quando la carne è ben cotta (dev'essere come un brasato, per accertare la consistenza, provarla con la forchetta deve entrare morbidamente), tirare fuori la carne con una spatola, un pezzo alla volta.
Tritare la carne con il tritacarne e aggiungervi la mortadella.
Riunire tutto in una ciotola, unire parmigiano grattugiato, noce moscata ed anche il timo, le uova.Questo è il ripieno.
Quello che resta nella casseruola è il sugo al quale si può unire qualche cucchiaio del ripieno.
Adesso con gli ingredienti che ho indicato si fa una bella sfoglia, che si riempie con il ripieno (noi abbiamo sempre usato raviolamp...).
I tordelli dovrebbero riposare e seccare un pochettino, occorre girarli in modo che venga esposta all'aria anche la superficie sottostante.
Si fanno bollire (preferibilmente in un buon brodo), poi si scolano e si mettono a strati in una zuppiera calda, dove si alternano uno strato di tordelli, uno di parmigiano grattugiato, uno di sugo e così via.
si mescolano delicatamente
lunedì 15 dicembre 2008
sabato 13 dicembre 2008
le conversazioni di Anna K
Finalmente dopo tanto tempo in questi giorni ho visto uno spettacolo teatrale davvero interessante, coinvolgente.
Questo spettacolo è liberamente ispirato a "la metamorfosi" di kafka.
Nel racconto originale la figura della governante non aveva un rilievo ed il povero Gregory era assistito dalla sorella.
Invece Ugo Chiti da rilievo e spessore alla governante che è interpretata da Giuliana Lojodice, splendidamente; nel senso che riesce a rendere questa figura di donna così spigolosa, pettegola, inopportuna, e piano piano ne fa trasparire tutta la forza interiore, l'umanità il coraggio. E' la sola che riesce ad avvicinare, comprendere, decifrare, che riesce a rapportarsi insomma allo strano insetto nel quale Gregory si è trasformato.
Del racconto mi sembra sia rimasta la "trasformazione" che suo malgrado la famiglia subisce. si ribalta il loro appoggiarsi sia economicamente che per tutto il resto, al figlio perfetto, a Gregory. Dopo la trasformazione anche gli altri componenti della famiglia subiscono una metamorfosi, escono dalla loro ignavia e cercano di sopravvivere, di reagire, ognuno a suo modo.
Ma la sola che con umanità, affetto riesce a convivere con il dolore, riesce a vedere oltre l'insetto la persona è la governante anna k.
Perfetti nel loro ruolo i due pensionanti e anche gli altri interpreti.
Finalmente una bella pagina di teatro.
Questo spettacolo è liberamente ispirato a "la metamorfosi" di kafka.
Nel racconto originale la figura della governante non aveva un rilievo ed il povero Gregory era assistito dalla sorella.
Invece Ugo Chiti da rilievo e spessore alla governante che è interpretata da Giuliana Lojodice, splendidamente; nel senso che riesce a rendere questa figura di donna così spigolosa, pettegola, inopportuna, e piano piano ne fa trasparire tutta la forza interiore, l'umanità il coraggio. E' la sola che riesce ad avvicinare, comprendere, decifrare, che riesce a rapportarsi insomma allo strano insetto nel quale Gregory si è trasformato.
Del racconto mi sembra sia rimasta la "trasformazione" che suo malgrado la famiglia subisce. si ribalta il loro appoggiarsi sia economicamente che per tutto il resto, al figlio perfetto, a Gregory. Dopo la trasformazione anche gli altri componenti della famiglia subiscono una metamorfosi, escono dalla loro ignavia e cercano di sopravvivere, di reagire, ognuno a suo modo.
Ma la sola che con umanità, affetto riesce a convivere con il dolore, riesce a vedere oltre l'insetto la persona è la governante anna k.
Perfetti nel loro ruolo i due pensionanti e anche gli altri interpreti.
Finalmente una bella pagina di teatro.
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giovedì 11 dicembre 2008
Chipmunk Song
che bella l'atmosfera del Natale, di questi giorni così colorati e luminosi nell'aria gelida e grigia.
Sono in pieno spirito natalizio e siccome sono inchiodata qui dal lavoro, mi sono sintonizzata sulle radio che trasmettono solo canti, musiche di Natale e ho trovato questi deliziosi personaggi
sabato 6 dicembre 2008
le plat pays
non conoscevo questa canzone di j.brel. Ne ho letto le parole nel post di franc buveur, e così l'ho trovata su youtube.
mi ha colpito l'immagine di un paese così piatto che le uniche montagne sono le cattedrali.
adoro il nord della francia.
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venerdì 5 dicembre 2008
Buone Feste
giovedì 4 dicembre 2008
coincidenze
salutati gli amici e salita in macchina ieri sera, ho acceso la radio e la stavano trasmettendo...................
coincidenze
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mercoledì 3 dicembre 2008
una giornata
e' iniziata con il sole, splendido dopo tanta pioggia. E una strana calma.
Poi gli eventi della mattina, gli appuntamenti, le corse, il telefono che mi fa compagnia nel senso che delle volte non rispondo e lo lascio suonare. Pianifico, gli impresvisti cerco di risolverli.
Vorrei avere una calma olimpica,chissà poi perchè si dice così, forse perchè dall'Olimpo gli dei vedevano tutto questo nostro immane indaffaramento, vano, e lo consideravano con distacco e compassione.
E' intensa la mia giornata, la vivo in parte con un collega che ammiro profondamente e da cui molto ho imparato. E' stato un privilegio avere avuto questa occasione di collaborare e conoscerlo come persona. Non spreca le parole.
Poi quando il lavoro finisce questa serata con i vecchi compagni di scuola, alcuni non li vedevo da vent'anni. Quaalcuno ha portato delle foto, un pò scolorite: come eravamo.......... in quarta ginnasio ragazzini, bambini quasi. Che tenerezza!!!!!! Mi rivedo con una vecchia camicetta che riconosco subito, la mia espressione, non ricordavo quella serata, quell'occasione.
E' possibile commuoversi così tanto, avere questa nostalgia. No, non nel senso di voler tornare indietro, ma una sorta di struggimento verso questo nostro essere così spensierato felice, quasi ingenui,anzi sicuramente si.
Specialmente per alcuni sapendo poi cosa il destino gli ha riservato e vederli così. Al momento ho riso, ma neanche tanto poi ho cercato di non guardarle. Come gli struzzi.
Poi gli eventi della mattina, gli appuntamenti, le corse, il telefono che mi fa compagnia nel senso che delle volte non rispondo e lo lascio suonare. Pianifico, gli impresvisti cerco di risolverli.
Vorrei avere una calma olimpica,chissà poi perchè si dice così, forse perchè dall'Olimpo gli dei vedevano tutto questo nostro immane indaffaramento, vano, e lo consideravano con distacco e compassione.
E' intensa la mia giornata, la vivo in parte con un collega che ammiro profondamente e da cui molto ho imparato. E' stato un privilegio avere avuto questa occasione di collaborare e conoscerlo come persona. Non spreca le parole.
Poi quando il lavoro finisce questa serata con i vecchi compagni di scuola, alcuni non li vedevo da vent'anni. Quaalcuno ha portato delle foto, un pò scolorite: come eravamo.......... in quarta ginnasio ragazzini, bambini quasi. Che tenerezza!!!!!! Mi rivedo con una vecchia camicetta che riconosco subito, la mia espressione, non ricordavo quella serata, quell'occasione.
E' possibile commuoversi così tanto, avere questa nostalgia. No, non nel senso di voler tornare indietro, ma una sorta di struggimento verso questo nostro essere così spensierato felice, quasi ingenui,anzi sicuramente si.
Specialmente per alcuni sapendo poi cosa il destino gli ha riservato e vederli così. Al momento ho riso, ma neanche tanto poi ho cercato di non guardarle. Come gli struzzi.
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giovedì 27 novembre 2008
sorella del mio cuore
Chitra Baneriee Divakaruni
Mi piace molto questa scrittrice di origini benalesi. Avevo letto “la maga delle spezie” e mi aveva affascinato il suo modo di sentire e di esprimersi.
Adesso ho appena finito di leggere un altro suo libro “sorella del mio cuore”, che mi ha accompagnato in un mondo lontano, che mi ha fatto davvero compagnia in questi giorni. Il potere salvifico della lettura e dell’evasione. Avrei preferito un finale diverso, però.
I personaggi e le atmosfere sono indimenticabili.
Voglio dedicarlo all’amica che avrei tanto voluto avere, che ognuna di noi vorrebbe avere.
Gouri Ma
“Tra tutte le stanze di questa dimora sul punto di crollare sotto gli assalti del tempo e dei ricordi quella di Gouri Ma è per me la più misteriosa. E’ sempre stata il suo rifugio, il solo luogo che potesse offrirle riparo quando si sentiva stanca delle nostre liti, delle animate discussioni, dell’interminabile sequela dei conti da pagare. In una vita vissuta soprattutto per gli altri era questo l’unico luogo che potesse chiamare suo. Talora a tarda notte dalla porta chiusa trapelavano le note di una melodia suonata sul sitar, o si effondeva il lieve sentore dell’incenso di rosa, così dolce e puro da farmi desiderare di esserne sommersa.”
Ashok e Sudha
“Se un uomo ed una donna si guardano negli occhi come era successo a noi, narrano le antiche leggende, le loro anime si uniscono. Lo sguardo è una corda d’oro che lega l’uno all’altra. Anche se i due in seguito non si incontreranno più, porteranno sempre con sè qualcosa dell’altro. Non riusciranno mai a dimenticare, e non potranno più essere del tutto felici.
Per questo nelle famiglie fedeli alle antiche tradizioni alle ragazze non era consentito conoscere alcun uomo fino al momento dell’incontro propizio, lo shubho drishiti, quando lo sposo e la sposa si donano l’uno all’altra attraverso gli occhi. Non per mantenere le donne nell’ignoranza e nella sottomissione. Gli anziani, nella loro saggezza, lo facevano per evitare che morissero di crepacuore.”
Mi piace molto questa scrittrice di origini benalesi. Avevo letto “la maga delle spezie” e mi aveva affascinato il suo modo di sentire e di esprimersi.
Adesso ho appena finito di leggere un altro suo libro “sorella del mio cuore”, che mi ha accompagnato in un mondo lontano, che mi ha fatto davvero compagnia in questi giorni. Il potere salvifico della lettura e dell’evasione. Avrei preferito un finale diverso, però.
I personaggi e le atmosfere sono indimenticabili.
Voglio dedicarlo all’amica che avrei tanto voluto avere, che ognuna di noi vorrebbe avere.
Gouri Ma
“Tra tutte le stanze di questa dimora sul punto di crollare sotto gli assalti del tempo e dei ricordi quella di Gouri Ma è per me la più misteriosa. E’ sempre stata il suo rifugio, il solo luogo che potesse offrirle riparo quando si sentiva stanca delle nostre liti, delle animate discussioni, dell’interminabile sequela dei conti da pagare. In una vita vissuta soprattutto per gli altri era questo l’unico luogo che potesse chiamare suo. Talora a tarda notte dalla porta chiusa trapelavano le note di una melodia suonata sul sitar, o si effondeva il lieve sentore dell’incenso di rosa, così dolce e puro da farmi desiderare di esserne sommersa.”
Ashok e Sudha
“Se un uomo ed una donna si guardano negli occhi come era successo a noi, narrano le antiche leggende, le loro anime si uniscono. Lo sguardo è una corda d’oro che lega l’uno all’altra. Anche se i due in seguito non si incontreranno più, porteranno sempre con sè qualcosa dell’altro. Non riusciranno mai a dimenticare, e non potranno più essere del tutto felici.
Per questo nelle famiglie fedeli alle antiche tradizioni alle ragazze non era consentito conoscere alcun uomo fino al momento dell’incontro propizio, lo shubho drishiti, quando lo sposo e la sposa si donano l’uno all’altra attraverso gli occhi. Non per mantenere le donne nell’ignoranza e nella sottomissione. Gli anziani, nella loro saggezza, lo facevano per evitare che morissero di crepacuore.”
mercoledì 26 novembre 2008
premio dardos
http://1.bp.blogspot.com/_46ZkR17jdko/SRMDGLC7C6I/AAAAAAAAArM/iJxozmrXyU4/s1600-h/premio_dardos.jpg
spiegazione:
Questo è un premio che riconosce i valori che ogni blogger dimostra ogni giorno nel suo impegno a trasmettere valori culturali, etici, letterari e personali. In breve mostra la sua creatività in ogni cosa che fa.
Regole indicate:
1) Accettare e visualizzare l'immagine del premio e far rispettare le regole.
Accetto e visualizzo, poi vedete voi, ma mi raccomando
2) Linkare il blog che ti ha premiato.
Linko e ringrazio: Giovanna http://lost-in-kitchen.blogspot.com/2008/11/ma-insomma-ci-lasciate-cucinare-in-pace.html
3) Premiare altri 15 blog e avvisarli del premio.
premio con piacere:
http://papaverodicampo.blogspot.com/,
http://www.isaporideiricordi.com/, http://labelleauberge.blogspot.com/, http://ninocucinasanteramo.blogspot.com/, http://senzapanna.blogspot.com/, http://lapiccolacasa.blogspot.com/, http://lefrancbuveur.blogspot.com/, http://cucino-in-giardino.blogspot.com/, http://zenzero2.blogspot.com/, http://ilmondodiadrenalina.blogspot.com/,http://mestoloepaiolo.blogspot.com/,http://ricettevagabonde.blogspot.com/,http://iocomesono-pippi.blogspot.com/,http://www.ilpranzodibabette.com/,http://lamercantedispezie.blogspot.com/, http://cucinarelontano.blogspot.com/,
domani vi avverto tutti. promesso
lunedì 24 novembre 2008
che scarpe!!!!!
la prima volta che le ho viste ho pensato: non metterò mai delle cose così orrende.
Poi, su consiglio di un amico medico, sono andata nel negozio dove le vendevano, le ho prese in mano: un peso pazzesco. Ho pensato con questi cosi ai piedi, il mio passo veloce sarà incredibilmente rallentato.
Ero molto sconcertata, poi ci sono salita sopra: passati i primi momenti di adattamento sembra di volare, sono fantastiche.Leggerissime.
Da quando le ho acquistate non le toglierei praticamente più.
Anche con la gonna non stanno poi così male, sono buffe, con una calza pesante ricamata non sono affatto malaccio.
Sto parlando delle MBT, progettate da un ingegnere svizzero, davvero geniale.
Per saperne di più vi rimando al sito:
http://www.swissmasai.it
Poi, su consiglio di un amico medico, sono andata nel negozio dove le vendevano, le ho prese in mano: un peso pazzesco. Ho pensato con questi cosi ai piedi, il mio passo veloce sarà incredibilmente rallentato.
Ero molto sconcertata, poi ci sono salita sopra: passati i primi momenti di adattamento sembra di volare, sono fantastiche.Leggerissime.
Da quando le ho acquistate non le toglierei praticamente più.
Anche con la gonna non stanno poi così male, sono buffe, con una calza pesante ricamata non sono affatto malaccio.
Sto parlando delle MBT, progettate da un ingegnere svizzero, davvero geniale.
Per saperne di più vi rimando al sito:
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giovedì 20 novembre 2008
modi di cottura del polpo
dedicato all'amico franc buveur, che ha raccontato una splendida leggenda di questo simpatico e gustoso animaletto
"'o purpo adda cocere int' all'acqua soia" così dicono a Napoli ed hanno ragione.
Fno ad un peso massimo di 600 grammi, il polpo può essere collocato in un recipiente e poi coperto e senza acqua, deve cuocere a fuoco lento, da 20 a 40 minuti. Naturalmente va fatto raffreddare nell’acqua che emanerà durante la cottura.
Se è più grosso conviene tenerlo per una notte in freezer, poi va fatto scongelare e si cuoce anche lui senz’acqua a fuoco molto basso, si possono aggiungere anche della patate, tagliate a pezzi grossi. Quando le patate sono cotte è cotto anche il polpo.
Il polpo può essere cotto anche affogandolo nel vino: si prende il polpo, lo si mette in pentola e si ricopre di vino bianco. Poi si cuoce tutto molto lentamente.
Il polpo alla Luciana è un modo meraviglioso di cuocere il polpo: occorre una pentola di coccio nella quale si mette il polpo, con prezzemolo, aglio, pomodoro e un poco di olio. Sopra la pentola, per chiuderla, si mette un foglio di carta oleata, legato con uno spago. E sopra questo un coperchio. Sempre fuoco lentissimo e quando avrà finito di cuocere, senza aprire mai prima il coperchio si avrà un sughetto delizioso ed un polpo squisito.
"'o purpo adda cocere int' all'acqua soia" così dicono a Napoli ed hanno ragione.
Fno ad un peso massimo di 600 grammi, il polpo può essere collocato in un recipiente e poi coperto e senza acqua, deve cuocere a fuoco lento, da 20 a 40 minuti. Naturalmente va fatto raffreddare nell’acqua che emanerà durante la cottura.
Se è più grosso conviene tenerlo per una notte in freezer, poi va fatto scongelare e si cuoce anche lui senz’acqua a fuoco molto basso, si possono aggiungere anche della patate, tagliate a pezzi grossi. Quando le patate sono cotte è cotto anche il polpo.
Il polpo può essere cotto anche affogandolo nel vino: si prende il polpo, lo si mette in pentola e si ricopre di vino bianco. Poi si cuoce tutto molto lentamente.
Il polpo alla Luciana è un modo meraviglioso di cuocere il polpo: occorre una pentola di coccio nella quale si mette il polpo, con prezzemolo, aglio, pomodoro e un poco di olio. Sopra la pentola, per chiuderla, si mette un foglio di carta oleata, legato con uno spago. E sopra questo un coperchio. Sempre fuoco lentissimo e quando avrà finito di cuocere, senza aprire mai prima il coperchio si avrà un sughetto delizioso ed un polpo squisito.
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martedì 11 novembre 2008
Jacques Brel - La chanson des vieux amants
questa per me è intraducibile nel senso che in italiano è orrenda, almeno le traduzioni che finora ho trovato non ne rendono il senso, un senso che si intuisce. ma appunto è intraducibile perchè è un intuizione
Bien sûr nous eûmes des orages
Vingt ans d'amour c'est l'amour fol
Mille fois tu pris ton bagage
Mille fois je pris mon envol
Et chaque meuble se souvient
Dans cette chambre sans berceau
Des éclats des vieilles tempêtes
Plus rien ne ressemblait à rien
Tu avais perdu le goût de l'eau
Et moi celui de la conquête
Mais mon amour
Mon doux mon tendre mon merveilleux amour
De l'aube claire jusqu'à la fin du jour
Je t'aime encore tu sais je t'aime
Moi je sais tous les sortilèges
Tu sais tous mes envoûtements
Tu m'as gardé de piège en piège
Je t'ai perdue de temps en temps
Bien sûr tu pris quelques amants
Il fallait bien passer le temps
Il faut bien que le corps exulte
Finalement finalement
Il nous fallut bien du talent
Pour être vieux sans être adultes
Oh mon amour
Mon doux mon tendre mon merveilleux amour
De l'aube claire jusqu'à la fin du jour
Je t'aime encore tu sais je t'aime
Et plus le temps nous fait cortège
Et plus le temps nous fait tourment
Mais n'est-ce pas le pire piège
Que vivre en paix pour des amants
Bien sûr tu pleures un peux moins tôt
Je me déchire un peu plus tard
Nous protégeons moins nos mystères
On laisse moins faire le hasard
On se méfie du fil de l'eau
Mais c'est toujours la tendre guerre
Oh mon amour
Mon doux mon tendre mon merveilleux amour
De l'aube claire jusqu'à la fin du jour
Je t'aime encore tu sais je t'aime
Bien sûr nous eûmes des orages
Vingt ans d'amour c'est l'amour fol
Mille fois tu pris ton bagage
Mille fois je pris mon envol
Et chaque meuble se souvient
Dans cette chambre sans berceau
Des éclats des vieilles tempêtes
Plus rien ne ressemblait à rien
Tu avais perdu le goût de l'eau
Et moi celui de la conquête
Mais mon amour
Mon doux mon tendre mon merveilleux amour
De l'aube claire jusqu'à la fin du jour
Je t'aime encore tu sais je t'aime
Moi je sais tous les sortilèges
Tu sais tous mes envoûtements
Tu m'as gardé de piège en piège
Je t'ai perdue de temps en temps
Bien sûr tu pris quelques amants
Il fallait bien passer le temps
Il faut bien que le corps exulte
Finalement finalement
Il nous fallut bien du talent
Pour être vieux sans être adultes
Oh mon amour
Mon doux mon tendre mon merveilleux amour
De l'aube claire jusqu'à la fin du jour
Je t'aime encore tu sais je t'aime
Et plus le temps nous fait cortège
Et plus le temps nous fait tourment
Mais n'est-ce pas le pire piège
Que vivre en paix pour des amants
Bien sûr tu pleures un peux moins tôt
Je me déchire un peu plus tard
Nous protégeons moins nos mystères
On laisse moins faire le hasard
On se méfie du fil de l'eau
Mais c'est toujours la tendre guerre
Oh mon amour
Mon doux mon tendre mon merveilleux amour
De l'aube claire jusqu'à la fin du jour
Je t'aime encore tu sais je t'aime
lunedì 10 novembre 2008
memorie di famiglia
E così una Domenica la bimba, veniva chiamata così dal suo papà quando aveva già due anni e un nome, trovò delle vecchie lettere accuratamente conservate, profumate del buon profumo dell’anziana signorina, e scoprì che erano dei dossier.
Attraverso i quali, la bimba che aveva oramai un età venerabile, avendo superato il mezzo secolo, scoprì tante cose. Che nessuno le aveva mai raccontato prima.
Nella sua famiglia erano venerati e ricordati dei personaggi sacrali, ai quali la bimba aveva cercato sempre di ispirarsi, nell’impegno, nel lavoro e nella serietà. Li aveva sempre ammirati e cercava in tutti i modi di seguirne l’esempio. Ha fatto sempre così finora. E continuerà a farlo.
Mais ces lettres....... si sente quasi indegna per averle aperte e lette, come se un mondo nuovo le si fosse aperto davanti.
Il y avait dans cette famille aussi des autres personnes, di cui nessuno mai le aveva raccontato molto. Quasi fossero solo pallidi fantasmi nello sfondo, di loro aveva sentito storie frammentarie che ne mettevano in luce gli aspetti deteriori, manie e fissazioni, ossessioni peraltro ricorrenti nella famiglia; invece, attraverso queste lettere scoprì che avevano dignità, sogni, aspirazioni anche loro.
Elle apprit aussi que le grand pere de son grand pere etait un batard, che aveva un nome splendente ed inconsueto e veniva da lontano ed era ebreo, non sa da dove venisse ma vorrebbe tanto saperne di più.
E la nipote di questo nonno negli anni 40 scriveva a suo fratello (le grand pere venerato della bimba) di sentirsi bastarda pure lei e che la madre non l’aveva mai amata, che il nonno era bastardo ma almeno aveva avuto la fortuna di essere figlio unico. Parole terribili. Che a distanza di anni feriscono ancora e fanno capire la tristezza e la disperazione di questa donna di cui non c’è neppure una fotografia. Ma che non era frutto di una relazione perchè suo figlio, che la bimba ha conosciuto quando era grandicella, portava stampata sul viso quella che è una particolare caratteristica della famiglia paterna della madre. Donna piuttosto lamentosa nel resto della lettera, ma di cui traspare il coraggio nell’affrontare le situazioni ed una vita che non deve essere stata nè facile nè semplice.
E come lei ce ne sono tanti altri, così lontani ma le cui parole adesso mi risuonano nella mente, come se attraverso quei fogli ingialliti e quelle calligrafie così eleganti ma spesso indecifrabili, volessero continuare a raccontarmi le loro storie, le loro gioie e le loro pene.
Attraverso i quali, la bimba che aveva oramai un età venerabile, avendo superato il mezzo secolo, scoprì tante cose. Che nessuno le aveva mai raccontato prima.
Nella sua famiglia erano venerati e ricordati dei personaggi sacrali, ai quali la bimba aveva cercato sempre di ispirarsi, nell’impegno, nel lavoro e nella serietà. Li aveva sempre ammirati e cercava in tutti i modi di seguirne l’esempio. Ha fatto sempre così finora. E continuerà a farlo.
Mais ces lettres....... si sente quasi indegna per averle aperte e lette, come se un mondo nuovo le si fosse aperto davanti.
Il y avait dans cette famille aussi des autres personnes, di cui nessuno mai le aveva raccontato molto. Quasi fossero solo pallidi fantasmi nello sfondo, di loro aveva sentito storie frammentarie che ne mettevano in luce gli aspetti deteriori, manie e fissazioni, ossessioni peraltro ricorrenti nella famiglia; invece, attraverso queste lettere scoprì che avevano dignità, sogni, aspirazioni anche loro.
Elle apprit aussi que le grand pere de son grand pere etait un batard, che aveva un nome splendente ed inconsueto e veniva da lontano ed era ebreo, non sa da dove venisse ma vorrebbe tanto saperne di più.
E la nipote di questo nonno negli anni 40 scriveva a suo fratello (le grand pere venerato della bimba) di sentirsi bastarda pure lei e che la madre non l’aveva mai amata, che il nonno era bastardo ma almeno aveva avuto la fortuna di essere figlio unico. Parole terribili. Che a distanza di anni feriscono ancora e fanno capire la tristezza e la disperazione di questa donna di cui non c’è neppure una fotografia. Ma che non era frutto di una relazione perchè suo figlio, che la bimba ha conosciuto quando era grandicella, portava stampata sul viso quella che è una particolare caratteristica della famiglia paterna della madre. Donna piuttosto lamentosa nel resto della lettera, ma di cui traspare il coraggio nell’affrontare le situazioni ed una vita che non deve essere stata nè facile nè semplice.
E come lei ce ne sono tanti altri, così lontani ma le cui parole adesso mi risuonano nella mente, come se attraverso quei fogli ingialliti e quelle calligrafie così eleganti ma spesso indecifrabili, volessero continuare a raccontarmi le loro storie, le loro gioie e le loro pene.
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venerdì 31 ottobre 2008
Insalata di pollo
E’ un insalata di pollo, semplice e che risolve tante situazioni.
Antipasto o secondo in colazione leggera.
Ho scoperto che viene bene con del pollo lessato in un brodo vegetale (sedano, carote e poca cipolla con foglia di alloro). Delle volte quando non ho tempo l’ho preparata anche con un pollo arrosto di quelli del super, disossato e fatto a piccoli pezzi.
Altri ingredienti sono: cuori di sedano a pezzettini, dadi di groviera, prosciutto cotto tagliato a dadini, olive verdi denociolate, lattuga a striscioline fini.
Si mescola tutto insieme. Poi condito con olio di oliva e poco sale. Se siete bravi con la maionese e avete la fortuna di procurarvi uova fresche penso ci stiano bene.
Antipasto o secondo in colazione leggera.
Ho scoperto che viene bene con del pollo lessato in un brodo vegetale (sedano, carote e poca cipolla con foglia di alloro). Delle volte quando non ho tempo l’ho preparata anche con un pollo arrosto di quelli del super, disossato e fatto a piccoli pezzi.
Altri ingredienti sono: cuori di sedano a pezzettini, dadi di groviera, prosciutto cotto tagliato a dadini, olive verdi denociolate, lattuga a striscioline fini.
Si mescola tutto insieme. Poi condito con olio di oliva e poco sale. Se siete bravi con la maionese e avete la fortuna di procurarvi uova fresche penso ci stiano bene.
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Ricette sparse a base di pollo
mercoledì 29 ottobre 2008
terrina di pollo profumata alla salvia
Vorrei dire subito che non è una vera e propria terrina, l'ho chiamata così per il recipiente utilizzato per la sua cottura.
Occorrono: petto di pollo, salvia, mortadella di Bologna a fette sottili, 2 uova,grana grattugiato, formaggio a fette sottili(fontina oppure scamorza affumicata) , noce moscata, facoltativo un piccolo pugno di spinaci lessati.
Procedimento: tritate il petto di pollo a crudo (ho usato le lame del Braun), aggiungete la salvia e se li avete anche un piccolo pugno di spinaci lessati, servono a dare colore. Unite al composto il grana grattugiato e la noce moscata.
Foderate le pareti della terrina con le fettine di mortadella e poi iniziate a comporre la terrina a strati: un primo strato è costituito da parte della polpa del pollo tritata,sopra questo ponete le fette di mortadella e sopra queste le fette di formaggio, condite ogni strato con le uova battute leggermente. Procedete così fino ad esaurimento degli ingredienti e terminate con le fettine di mortadella. tra uno strato e l'altro potete porre anche qualche fogliolina di salvia.
mettete lo stampo della terrina a cuocere come di consueto a bagno maria in forno a 180° per circa 30-40 minuti. Lasciate raffreddare in forno.
Servite con insalata fresca.
L'ho preparata ieri e forse per la presenza degli spinaci e della salvia la parte "pollosa" ha assunto una delicata colorazione verde pastello, molto scenografica.
Occorrono: petto di pollo, salvia, mortadella di Bologna a fette sottili, 2 uova,grana grattugiato, formaggio a fette sottili(fontina oppure scamorza affumicata) , noce moscata, facoltativo un piccolo pugno di spinaci lessati.
Procedimento: tritate il petto di pollo a crudo (ho usato le lame del Braun), aggiungete la salvia e se li avete anche un piccolo pugno di spinaci lessati, servono a dare colore. Unite al composto il grana grattugiato e la noce moscata.
Foderate le pareti della terrina con le fettine di mortadella e poi iniziate a comporre la terrina a strati: un primo strato è costituito da parte della polpa del pollo tritata,sopra questo ponete le fette di mortadella e sopra queste le fette di formaggio, condite ogni strato con le uova battute leggermente. Procedete così fino ad esaurimento degli ingredienti e terminate con le fettine di mortadella. tra uno strato e l'altro potete porre anche qualche fogliolina di salvia.
mettete lo stampo della terrina a cuocere come di consueto a bagno maria in forno a 180° per circa 30-40 minuti. Lasciate raffreddare in forno.
Servite con insalata fresca.
L'ho preparata ieri e forse per la presenza degli spinaci e della salvia la parte "pollosa" ha assunto una delicata colorazione verde pastello, molto scenografica.
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Ricette sparse a base di pollo,
salvia,
terrina
martedì 28 ottobre 2008
grazie
non vorrei che suonasse blasfemo, è solo un grazie per un successo professionale al quale tenevo tanto.
successo temporaneo, certo, ma intenso, conseguito grazie all'apporto di un lavoro di squadra magistralmente orchestrato e che mi ha dato davvero tanto in termini di conoscenza.
Oltre al privilegio di lavorare con una persona di grande intelligenza e umanità.
successo temporaneo, certo, ma intenso, conseguito grazie all'apporto di un lavoro di squadra magistralmente orchestrato e che mi ha dato davvero tanto in termini di conoscenza.
Oltre al privilegio di lavorare con una persona di grande intelligenza e umanità.
venerdì 17 ottobre 2008
sere d'estate 1
In questa giornata che è grigia, ma anche calda, che è però così piovosa e in questo particolare momento di stanchezza, stanchezza, nervosismo, stress, impegni, incombenze, responsabilità insomma grandi rotture interminabili perché sono una dietro l'altra (superi una neanche un momento per respirare di sollievo ed eccone pronta un'altra, ma non mi lamento, ogni tanto esplodo ma non importa…….),vorrei rievocare uno dei modi che preferisco per trascorrere le serate estive.
E' una sorta di tradizione, ormai da qualche anno. Nelle sere particolarmente calde tra fine Luglio e inizi di Agosto.
L'appuntamento è intorno alle 19. Basta davvero molto poco: una spiaggia deserta, le ore della sera, un grande fuoco fatto con i rami che porta il mare, una griglia per arrostire le carni, il pane per le bruschette, qualche focaccia, delle torte salate e qualche dolcetto.
Inizia con un bagno al tramonto, l'acqua è tiepida e pulita. Poi una lunga camminata sulla spiaggia che a quell'ora in genere è quasi deserta; intanto i maschietti di tutte le età accendono il fuoco, anzi due fuochi uno per i grandi un altro per i figli.
Poi un aperitivo, i costumi sono bagnati, ma è meraviglioso un aperitivo sul mare, con i piedi sulla battigia, chiacchierando se si ha voglia oppure semplicemente guardando il tramonto.
Poi si arrostisce la carne, mangiamo con i piatti di carta, ridiamo molto, raccontiamo, parliamo non c'è bisogno di molto per comunicare quando si condividono le stesse passioni. I ragazzi sono intorno al loro fuoco o giocano correndo sulla spiaggia.
Piano piano diventa notte, arrivano le prime stelle, la luna con i suoi lucenti capelli si riflette sul mare, i profumi della macchia mediterranea si fanno intensi. Sdraiati sugli asciugamani guardiamo le stelle, ascoltiamo il rumore del mare. Con le pile continuiamo a camminare.
All'inizio eravamo 2 coppie con bambini e un cane, poi si sono aggiunti altri amici, altri bambini, nessun altro cane. Poi i bambini sono cresciuti e sono diventati ragazzini, poi ragazzi. Gli amici alcuni sono andati in altri luoghi, cercando altre mete, altri orizzonti. Altri amori. Altri e nuovi ne sono arrivati.
Noi anche questa estate ci siamo ritrovati qui, in questo gruppo così eterogeneo che si espande accogliendo tutti da 3 anni in su, anche con una nonnina zoppicante disposta a tutto pur di partecipare ma che ora vive in un paese lontano.
E' una sorta di tradizione, ormai da qualche anno. Nelle sere particolarmente calde tra fine Luglio e inizi di Agosto.
L'appuntamento è intorno alle 19. Basta davvero molto poco: una spiaggia deserta, le ore della sera, un grande fuoco fatto con i rami che porta il mare, una griglia per arrostire le carni, il pane per le bruschette, qualche focaccia, delle torte salate e qualche dolcetto.
Inizia con un bagno al tramonto, l'acqua è tiepida e pulita. Poi una lunga camminata sulla spiaggia che a quell'ora in genere è quasi deserta; intanto i maschietti di tutte le età accendono il fuoco, anzi due fuochi uno per i grandi un altro per i figli.
Poi un aperitivo, i costumi sono bagnati, ma è meraviglioso un aperitivo sul mare, con i piedi sulla battigia, chiacchierando se si ha voglia oppure semplicemente guardando il tramonto.
Poi si arrostisce la carne, mangiamo con i piatti di carta, ridiamo molto, raccontiamo, parliamo non c'è bisogno di molto per comunicare quando si condividono le stesse passioni. I ragazzi sono intorno al loro fuoco o giocano correndo sulla spiaggia.
Piano piano diventa notte, arrivano le prime stelle, la luna con i suoi lucenti capelli si riflette sul mare, i profumi della macchia mediterranea si fanno intensi. Sdraiati sugli asciugamani guardiamo le stelle, ascoltiamo il rumore del mare. Con le pile continuiamo a camminare.
All'inizio eravamo 2 coppie con bambini e un cane, poi si sono aggiunti altri amici, altri bambini, nessun altro cane. Poi i bambini sono cresciuti e sono diventati ragazzini, poi ragazzi. Gli amici alcuni sono andati in altri luoghi, cercando altre mete, altri orizzonti. Altri amori. Altri e nuovi ne sono arrivati.
Noi anche questa estate ci siamo ritrovati qui, in questo gruppo così eterogeneo che si espande accogliendo tutti da 3 anni in su, anche con una nonnina zoppicante disposta a tutto pur di partecipare ma che ora vive in un paese lontano.
venerdì 10 ottobre 2008
Il Grande Dizionario di Cucina di Alexandre Dumas
Alexandre Dumas, oltre ad essere il grande romanziere che tutti conoscono, era un grande viaggiatore e gourmet.
Ha scritto anche ”Il grande dizionario della cucina”, pubblicato da Sellerio. A proposito quanto mi piacciono queste edizioni con la copertina blu, sempre delle stampe particolari, e poi la qualità della carta, i caratteri. Sono cose che contano, a mio avviso, nella scelta di un libro, E’ come una sorta di ammicamento.
Ma torniamo ad Alexandre. Gran mangiatore e viaggiatore, natura possente e anche sensuale. Produceva molto e spendeva molto. Ha scritto anche " memories" e "impressions de voyage", che sono molto curiosa di leggere.
I due volumetti che compongono il grande dizionario sono una miniera di informazioni, di storie, di personaggi celebri raccontati nelle loro tavole. Sono anche una porta aperta su un epoca di mangiatori insaziabili, di banchetti e cibarie a profusione, almeno sulle mense dei più fortunati.
Potete trovarvi davvero tanto.
Se il vostro maschietto cacciatore vi porta a casa un armadillo, saprete già che ha carni tenere e delicate che gli Indiani apprezzano molto, anche se ha un forte odore muschiato.
Se avete la bella abitudine di scrivere in elegante grafia i vs menù, potrete inserirvi i "pomodori alla Grimod de la Reynière" (semplicemente ripieni di un trito di carne tenera, con spicchio di aglio, prezzemolo, erba cipollina e dragoncello tritati, cosparsi da molto pane grattugiato. Il tutto viene cotto in forno).
Se poi, preoccupati per l’andamento delle borse, avete deciso di fare fuori i vostri risparmi, potete prepararvi dei tartufi alla cenere, oppure allo Champagne, è vero che si tratta dei tartufi che si trovano in Francia e sono quelli neri, grigi o violetti, ma penso che le loro quotazioni siano abbastanza elevate se anche Brillat Savarin scriveva che erano il diamante della cucina.
Comunque troverete anche la ricetta per fare una bella insalata di tartufi bianchi del Piemonte che hanno la notevole caratteristica di non necessitare di cottura.
Meglio seguire l’andamento disastroso dell’economia mondiale o investire in questo delizioso tubero che “risveglia ricordi erotici e ghiotti nel sesso che porta la veste e dei ricordi ghiotti ed erotici nel sesso che porta la barba”?.
Per tornare al quotidiano, potrete leggere tante storie che accompagnano le ricette come la zuppa di cipolle alla Stanislao, così chiamata perchè l’ex re di Polonia in uno dei suoi viaggi da Luneville a Versailles, dove si recava a trovare sua figlia la regina, si fermò in un albergo di Cholons, dove gli servirono una zuppa di cipolle così gustosa e delicata che non volle proseguire il viaggio prima di apprenderne la ricetta.
E così, avvolto nella sua vestaglia, Sua Maestà si recò nelle cucine e pretese che il cuoco la preparasse sotto i suoi occhi. Nè il vapore nè l’odore delle cipolle lo distolsero dalla preparazione. Osservò e prese nota di tutto e ripartì solo quando fu certo di possedere l’arte di preparare questa eccellente zuppa.
Ha scritto anche ”Il grande dizionario della cucina”, pubblicato da Sellerio. A proposito quanto mi piacciono queste edizioni con la copertina blu, sempre delle stampe particolari, e poi la qualità della carta, i caratteri. Sono cose che contano, a mio avviso, nella scelta di un libro, E’ come una sorta di ammicamento.
Ma torniamo ad Alexandre. Gran mangiatore e viaggiatore, natura possente e anche sensuale. Produceva molto e spendeva molto. Ha scritto anche " memories" e "impressions de voyage", che sono molto curiosa di leggere.
I due volumetti che compongono il grande dizionario sono una miniera di informazioni, di storie, di personaggi celebri raccontati nelle loro tavole. Sono anche una porta aperta su un epoca di mangiatori insaziabili, di banchetti e cibarie a profusione, almeno sulle mense dei più fortunati.
Potete trovarvi davvero tanto.
Se il vostro maschietto cacciatore vi porta a casa un armadillo, saprete già che ha carni tenere e delicate che gli Indiani apprezzano molto, anche se ha un forte odore muschiato.
Se avete la bella abitudine di scrivere in elegante grafia i vs menù, potrete inserirvi i "pomodori alla Grimod de la Reynière" (semplicemente ripieni di un trito di carne tenera, con spicchio di aglio, prezzemolo, erba cipollina e dragoncello tritati, cosparsi da molto pane grattugiato. Il tutto viene cotto in forno).
Se poi, preoccupati per l’andamento delle borse, avete deciso di fare fuori i vostri risparmi, potete prepararvi dei tartufi alla cenere, oppure allo Champagne, è vero che si tratta dei tartufi che si trovano in Francia e sono quelli neri, grigi o violetti, ma penso che le loro quotazioni siano abbastanza elevate se anche Brillat Savarin scriveva che erano il diamante della cucina.
Comunque troverete anche la ricetta per fare una bella insalata di tartufi bianchi del Piemonte che hanno la notevole caratteristica di non necessitare di cottura.
Meglio seguire l’andamento disastroso dell’economia mondiale o investire in questo delizioso tubero che “risveglia ricordi erotici e ghiotti nel sesso che porta la veste e dei ricordi ghiotti ed erotici nel sesso che porta la barba”?.
Per tornare al quotidiano, potrete leggere tante storie che accompagnano le ricette come la zuppa di cipolle alla Stanislao, così chiamata perchè l’ex re di Polonia in uno dei suoi viaggi da Luneville a Versailles, dove si recava a trovare sua figlia la regina, si fermò in un albergo di Cholons, dove gli servirono una zuppa di cipolle così gustosa e delicata che non volle proseguire il viaggio prima di apprenderne la ricetta.
E così, avvolto nella sua vestaglia, Sua Maestà si recò nelle cucine e pretese che il cuoco la preparasse sotto i suoi occhi. Nè il vapore nè l’odore delle cipolle lo distolsero dalla preparazione. Osservò e prese nota di tutto e ripartì solo quando fu certo di possedere l’arte di preparare questa eccellente zuppa.
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mercoledì 1 ottobre 2008
Le cinquanta cortesie
Ai fiorentini del 300 piaceva il vino buono che consideravano un toccasana contro le malattie e quasi un vaccino contro la peste. Boccaccio racconta che nei periodi di epidemia si beveva vino giorno e notte senza misura.
Gregorio da Montecatini dice che il vino genera buon sangue per l'assomiglianza che ha con esso.
Durante i desinari e le cene si beveva parecchio adoperandosi più il vetro che 'l legname, cioè più il bicchiere del tagliere.
Nonostante qualche perdonabile sbornia i commensali cercavano di comportarsi a tavola con una certa educazione e, forse seguivano qualcuna delle cinquanta cortesie o norme di buona creanza nei conviti dettate dal milanese Bonvesin da Riva.
tra queste:
La cortesia cinquena: sta conzamente al desco
cortese adorno alegro e confortoso e fresco
no dì sta cuintoroso, no grano ni travacao
ni co le gambe incrosae, ni torto, ni apodiao
.........
La cortesia ogena si è ke Dio n'acresca
ni trop impir la boca, ni trop mangiar in pressa
lo gordo ke mangia in pressa, ke mangia a boca plena
quand el fiss appellao el have responde a pena
Gregorio da Montecatini dice che il vino genera buon sangue per l'assomiglianza che ha con esso.
Durante i desinari e le cene si beveva parecchio adoperandosi più il vetro che 'l legname, cioè più il bicchiere del tagliere.
Nonostante qualche perdonabile sbornia i commensali cercavano di comportarsi a tavola con una certa educazione e, forse seguivano qualcuna delle cinquanta cortesie o norme di buona creanza nei conviti dettate dal milanese Bonvesin da Riva.
tra queste:
La cortesia cinquena: sta conzamente al desco
cortese adorno alegro e confortoso e fresco
no dì sta cuintoroso, no grano ni travacao
ni co le gambe incrosae, ni torto, ni apodiao
.........
La cortesia ogena si è ke Dio n'acresca
ni trop impir la boca, ni trop mangiar in pressa
lo gordo ke mangia in pressa, ke mangia a boca plena
quand el fiss appellao el have responde a pena
lunedì 29 settembre 2008
Torta Manfreda Bona e Vantagiata
dal libro di cucina del sec. XIV a cura di Ludovico Frati ed. R. Giusti Livorno 1899
Prendere dei fegatini di pollo e tagliarli a pezzetti piccoli e metterli in una teglia con pancetta di maiale salata tritata fine con il coltello. Aggiungere un pizzico di pepe e far rosolare i fegatini a fuoco vivace. Quando i fegatini saranno cotti sbattere delle uova con un pizzico di sale e versarle nella teglia. Fate cuocere le uova in modo uniforme ma non troppo e servire subito il tortino.
Prendere dei fegatini di pollo e tagliarli a pezzetti piccoli e metterli in una teglia con pancetta di maiale salata tritata fine con il coltello. Aggiungere un pizzico di pepe e far rosolare i fegatini a fuoco vivace. Quando i fegatini saranno cotti sbattere delle uova con un pizzico di sale e versarle nella teglia. Fate cuocere le uova in modo uniforme ma non troppo e servire subito il tortino.
domenica 28 settembre 2008
le tourbillon de la vie
Elle avait des bagues à chaque doigt,
Des tas de bracelets autour des poignets,
Et puis elle chantait avec une voix
Qui sitôt m'enjôla
Elle avait des yeux, des yeux d'opale
Qui m'fascinaient, qui m'fascinaient,
Y avait l'ovale d'son visage pâle
De femme fatale qui m'fut fatal {x2}
On s'est connus, on s'est reconnus,
On s'est perdus de vue, on s'est r'perdus d'vue
On s'est retrouvés, on s'est réchauffés
Puis on s'est séparés
Chacun pour soi est reparti
Dans l'tourbillon de la vie
Je l'ai revue un soir, aïe, aïe, aïe !
Ça fait déjà un fameux bail {x2}
Au son des banjos, je l'ai reconnu
Ce curieux sourire qui m'avait tant plu
Sa voix si fatale, son beau visage pâle
M'émurent plus que jamais
Je me suis soûlé en l'écoutant
L'alcool fait oublier le temps
Je me suis réveillé en sentant
Des baisers sur mon front brûlant {x2}
On s'est connus, on s'est reconnus,
On s'est perdus de vue, on s'est r'perdus de vue,
On s'est retrouvés, on s'est séparés
Puis on s'est réchauffés
Chacun pour soi est reparti
Dans l'tourbillon de la vie
Je l'ai revue un soir ah la la
Elle est retombée dans mes bras {x2}
Quand on s'est connus,
Quand on s'est reconnus,
Pourquoi s'perdre de vue,
Se reperdre de vue ?
Quand on s'est retrouvés,
Quand on s'est réchauffés,
Pourquoi se séparer ?
Alors tous deux, on est repartis
Dans l'tourbillon de la vie
On a continué à tourner
Tous les deux enlacés {x3}
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Patty Pravo e Robert Charlebois - La solitude
tanti anni fa avevo pochi anni eppure amavo già questa meravigliosa poesia..........
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sabato 27 settembre 2008
mercoledì 24 settembre 2008
ricerca interlocutore e danno esistenziale
ho trovato questa interessante sentenza sul sito di altalex e la sottopongo alla vostra attenzione
Ricerca interlocutore Telecom - Danno esistenziale – legittimità – sussistenza [art. 2059 c.c.]
La ricerca estenuante di un interlocutore Telecom da parte di un cliente giustifica il risarcimento del danno esistenziale.
Il danno esistenziale, quindi, si differenzia sia dal danno patrimoniale perché prescinde da una modificazione di segno negativo della capacità reddituale, sia del danno biologico perché non postula la correlazione con un fatto patologicamente rilevante (suscettibile di essere accertato e valutato in sede medico legale), sia infine del danno morale in senso stretto inteso come turbamento dello stato d'animo del soggetto perché non si esaurisce in una sensazione di sofferenza e di dolore. E la giurisprudenza riconosce che la immaterialità della suindicata forma di pregiudizio comporta la necessità del ricorso al criterio dell'equità nella liquidazione del risarcimento, e rende ammissibile l'utilizzazione della prova per presunzioni sulla scorta di valutazioni prognostiche anche affidate a fatti notori o massima di comune esperienza, pur con la segnalazione dell'esigenza di particolare cautela anche e specificamente in funzione di un onere di allegazione che resta pur sempre incombente a carico del danneggiato.
Corte di Appello
Genova
Sezione I civile
Sentenza 7 novembre 2007 - 7 marzo 2008 n. 281
(Presidente e relatore Ferro)
...omissis...
Svolgimento del processo
Con la citazione introduttiva del procedimento di primo grado, notificata il 14 novembre 2002, l'avv. A. conveniva in giudizio la Spa X., ponendo: che, venuto a morte il 3 marzo 2002 il di lui padre avv. B., titolare dell'utenza telefonica **** utilizzata per l'attività professionale in K., egli, esercente la professione legale nello stesso studio, aveva chiesto (dapprima verbalmente e poi con telefax in data 15 maggio 2002) di subentrare nell'utenza suindicata, trasmettendo tutta la documentazione a tal fine richiesta; che egli aveva altresì richiesto che uno degli apparecchi facenti capo al centralino dello studio, inutilizzato, venisse ritirato, e venisse applicata la conseguente riduzione sul canone di noleggio; che non solo non era stata effettuata la voltura, ma era stata inviata da X. nei confronti del defunto una bolletta per euro 225,00; che solo nel settembre 2002 egli era riuscito a prendere contatto con un funzionario di X. al quale aveva reiterato la richiesta di voltura, ottenendo il 13 settembre 2002 assicurazione verbale di sollecita definizione della pratica; che ciò nonostante ancora nell'ottobre 2002 la X. aveva richiesto al defunto il pagamento delle fatture non pagate e aveva emesso nuova fattura nei suoi confronti per euro 183,50, con comminatoria di disattivazione della linea; che, avendo X. dichiarato che le fatture erroneamente intestate a B. dovevano intendersi riferite a A., questi aveva provveduto al pagamento il 6 novembre 2002; che tuttavia nello steso giorno la linea era stata disattivata, per essere poco dopo ripristinata e nella serata nuovamente disattivata, con la giustificazione che il ripristino avrebbe potuto aver luogo solo dopo il decorso di 48 ore dal pagamento; che la valutazione alla data della citazione non era ancora avvenuta. Ciò premesso, l'attore chiedeva «previo eventuale ordine da impartire alla X. Spa di immediata riattivazione dell'utenza **** » dichiarare tenuta la X. nei confronti dell'avv. A. e conseguentemente condannarla a valutare e intestare all'attore l'utenza telefonica ****, il cui costo ad ogni effetto di legge si indica in euro 100,00 salva migliore determinazione, inoltre dichiarare tenuta e conseguentemente condannare la X. Spa a consegnare all'avv. B. tutta la documentazione e/o le attestazioni ovvero a compiere tutte le operazioni necessarie a consentire all'avv. A. stesso di dedurre fiscalmente l'importo di euro 621, 50 per le fatture erroneamente intestate al deceduto avv. B., nonché a dichiarare tenuta la X. ad operare la riduzione del canone di noleggio con conseguente restituzione delle somme versate in più, inoltre dichiarare tenuta e condannare conseguentemente la X. Spa a risarcire in favore dell'avv. A. tutti i danni patrimoniali e non patrimoniali dallo stesso subiti in conseguenza dell'illecito comportamento tenuto dalla X., danni che in oggi si indicano in euro 5.000,00 o in quella maggiore o minore somma che il Tribunale dovesse liquidare, anche in via equitativa. «Costituivasi in giudizio X. Spa la quale opponeva: che si era provveduto alla voltura nei tempi tecnici e necessari per l'operazione»; che dovevasi ritenere cessata la materia del contendere in considerazione dell'avvenuta «immediata riattivazione della linea» e del pagamento della fattura; che era stato fornito sin dal 5 novembre 2002 il documento necessario per la imputazione dei pagamenti a A.; che la riduzione del canone di noleggio avrebbe potuto aver luogo solo a seguito della riconsegna ad iniziativa e a spese dell'utente dell'apparecchio inattivo; che nessuna responsabilità e nessun danno e quindi nessuna obbligazione risarcitoria potevano configurarsi a carico della convenuta. Con sentenza 23 maggio/19 giugno 2006 n. 2429 il Tribunale di K., sezione sesta civile, in composizione monocratica, ha così deciso: «Definitivamente pronunciando, respinta ogni diversa domanda o eccezione, condanna X. a pagare in favore di A., a titolo di risarcimento per il danno non patrimoniale arrecato allo stesso nelle circostanze di cui in motivazione (ritardo nella volturazione del contratto relativo all'utenza **** la somma di euro 5.000, 00; dichiara compensate per un terzo tra le parti le spese processuali, e condanna X. a rifondere all'attore i due terzi delle spese sostenute». Propone appello in via principale X. Spa con deduzione di tre motivi concernenti «la legittimità dell'operato di X. Spa e la conseguente insussistenza di un danno risarcibile dell'appellato»; «erroneità e contraddittorietà della pronuncia di primo grado», e in subordine mancanza di prova del danno non patrimoniale esistenziale, ed infine «la erroneità del capo della pronuncia con cui sono state liquidate le spese di giudizio». L'avv. A. resiste all'impugnazione e propone appello incidentale contro la reiezione della domanda avente ad oggetto la riduzione del canone di noleggio.
Motivi della decisione
Avendo X. Spa provveduto, dopo il promovimento del giudizio, alla volturazione dell'utenza al nome dell'attore A., il Tribunale ha ritenuto cessata la materia del contendere relativamente e limitatamente all'obbligo di facere del quale l'attore chiedeva l'adempimento. In ordine alla domanda avente ad oggetto la consegna della documentazione occorrente per ottenere la deduzione fiscale degli importi di cui alle fatture emesse nei confronti di B. ma pagate da A., il Tribunale ha ritenuto la domanda stessa non meritevole di accoglimento, osservando che «il B. avrebbe potuto comunque dedurre fiscalmente le fatture in esame, attesa la non obbligatorietà dell'indicazione in fattura del codice fiscale e/o della partita Iva dell'utente» e che, qualora la discrepanza fosse stata rilevata in sede di verifica, «l'interessato sarebbe stato in grado di provare le circostanze in presenza delle quali era avvenuto il pagamento e la riferibilità di questo a un'utenza che, per quanto non formalmente volturata, era comunque relativa al suo studio legale», onde «il B. avrebbe potuto tranquillamente pagare le bollette ancorché erroneamente intestate, deducendo gli importi dalla propria dichiarazione dei redditi». In relazione alle suindicate componenti della originaria materia del contendere, nessuna questione viene ulteriormente sollevata nella presente fase di gravame. La X. Spa si duole invece, mediante l'appello principale, dell'accoglimento della domanda risarcitoria che il primo giudice ha ritenuto fondata, nell'an debeatur in considerazione del «grave e inammissibile ritardo con cui da parte di X. si è provveduto alla volturazione», con determinazione del quantum in via equitativa, «in termini non patrimoniali o se si preferisce esistenziali», in euro 5.000,00. Sotto il primo profilo, il Tribunale osserva che X. non ha giustificato il ritardo adducendo il mancato pagamento delle bollette ma allegando imprecisate ragioni di carattere tecnico delle quali non è dimostrata la congruenza con un'attesa di sei mesi dalla richiesta, e delle quali non era stata mai comunicata la natura dell'utente, nei cui confronti erano state fornite soltanto generiche assicurazioni ed era stata dapprima minacciata e poi posta in atto la disattivazione della linea (seguita dalla riattivazione a sua volta tardiva) ed era stato inoltre attuato un illegittimo tentativo di imporre la stipulazione di un nuovo contratto ingannevolmente predisposto al fine di ottenere il suo consenso al trattamento dei dati personali anche attraverso terzi per finalità promozionali, pubblicitarie e commerciali.
Contro tale affermazione di responsabilità omissiva, non ha pregio l'argomento opposto da X. circa l'insussistenza di un termine contrattualmente prestabilito per l'esecuzione dell'incombente richiesto, dovendo trovare applicazione, a temperamento del principio quod sine die debetur statim debetur, i criteri opportunamente richiamati dal primo giudice della correttezza e buona fede e della ragionevolezza, dei quali si esige l'osservanza affinché l'utente non si trovi privo di tutela contro il comportamento arbitrario del contraente più forte, e dei quali le circostanze del caso di specie rendono palese la violazione. X. censura inoltre l'assunto del Tribunale secondo cui, mentre «l'aspetto patrimoniale deve ritenersi insussistente o irrilevante sia per la breve durata della disattivazione che per la possibilità che l'avv. B. e i suoi clienti hanno avuto di comunicare attraverso il telefono del collega del professionista», grave e sicuramente significativo è il danno di natura non patrimoniale consistente nelle estenuanti ricerche di un interlocutore X., nel turbamento alla serenità e alla continuità professionale determinato dalla mancanza di risposte chiare e affidabili dall'ostinata esasperante inerzia tecnica del soggetto da cui dipende la fornitura di un servizio essenziale.
Sempre secondo il Tribunale, «in questo grado si inserisce, come fattore ulteriormente aggravante, il tentativo di trasformare la semplice pratica di volturazione nella stipulazione di un nuovo contratto alle condizioni illegittime (o illecite) che si sono descritte con riferimento alla violazione del diritto ai propri dati professionali e alla loro utilizzazione per fini non consentiti dall'interessato». Si condivide, anzitutto, l'osservazione dell'appellante secondo cui la proposta di un nuovo contratto (quand'anche formulata, come afferma il primo giudice, «in termini manifestamente ingannevoli»), a prescindere dal fatto che la illiceità intrinseca di tale condotta non è stata denunciata dall'utente in correlazione con le prospettazione della fattispecie risarcitoria, non essendo stato perfezionato il contratto con l'accettazione della proposta, ed essendo quindi la proposta rimasta priva di effetto, non può nemmeno astrattamente essere configurata come fonte di danno risarcibile.
Sotto diverso profilo, e con circoscritto riferimento alle conseguenze del ritardo nella valutazione, si prende atto che il danno giudicato suscettibile il risarcimento viene individuato dal primo giudice in quella subcategoria del danno non patrimoniale che va sotto il nome di «danno esistenziale».
La identificazione concettuale di tale specie di danno, riconosciuto per la prima volta dalla Corte di Cassazione con la sentenza 7 giugno 2000 n. 7713, rappresenta nel diritto vivente il più recente risultato della elaborazione della giurisprudenza costituzionale e della giurisprudenza di legittimità volta ad assicurare a definitivo superamento della tradizionale dicotomia codicistica tra danno patrimoniale e danno non patrimoniale, e ad integrazione altresì dell'area del danno risarcibile coma già ampliata con l'introduzione della categoria del danno biologico la tutela dei beni e interessi costituzionalmente garantiti inerenti l'esistenza della persona, la qualità della sua vita e la quotidianità del suo «fare areddituale». Il danno esistenziale, quindi, si differenzia sia dal danno patrimoniale perché prescinde da una modificazione di segno negativo della capacità reddituale, sia del danno biologico perché non postula la correlazione con un fatto patologicamente rilevante (suscettibile di essere accertato e valutato in sede medico legale), sia infine del danno morale in senso stretto inteso come turbamento dello stato d'animo del soggetto perché non si esaurisce in una sensazione di sofferenza e di dolore. E la giurisprudenza riconosce che la immaterialità della suindicata forma di pregiudizio comporta la necessità del ricorso al criterio dell'equità nella liquidazione del risarcimento, e rende ammissibile l'utilizzazione della prova per presunzioni sulla scorta di valutazioni prognostiche anche affidate a fatti notori o massima di comune esperienza, pur con la segnalazione dell'esigenza di particolare cautela anche e specificamente in funzione di un onere di allegazione che resta pur sempre incombente a carico del danneggiato. In concreto, l'applicazione dei principi suindicati con criteri di doverosa prudenza, nella fattispecie in esame, conduce questa Corte a ritenere ingiustificata, ed eccessiva rispetto a una realistica esigenza riparatoria di un pregiudizio realmente subito, la determinazione quantitativa operata dal primo giudice del risarcimento dovuto da X. al B., che viene quindi ridotta alla misura di euro 2.500,00.
L'appello incidentale di A. è affidato al rilievo, in se stesso fondato, della erroneità dell'affermazione del Tribunale secondo cui «secondo il criterio di cui all'art. 1590 C.C. (nella prospettiva L generale della locatio rei applicabile al caso in esame è il conduttore utilizzatore a doversi dare carico della restituzione, procedendovi, in assenza di istruzioni, secondo le comuni modalità della consegna e dell'invio a mezzo posta o corriere» in fattispecie nella quale, invece, il comportamento delle parti esigeva di essere valutato alla stregua dell'art. 12 del contratto di utenza secondo cui «alla cessazione del rapporto per qualsiasi causa X. provvederà a sue spese, direttamente o tramite ditta da essa incaricata, al ritiro delle apparecchiature oggetto del contratto non oltre trenta giorni dalla data di cessazione». Ma l'appello incidentale non può trovare accoglimento, non risultando assolto dal B. l'onere a lui incombente in ordine ai profili oggettivi del fatto costitutivo del diritto da lui fatto valere in giudizio della dimostrazione degli elementi occorrenti per verificare e determinare quantitativamente la differenza tra il canone corrisposto e quello dovuto. La pur solo parziale riforma della sentenza comporta la revisione totale della regolamentazione dell'onere delle spese dell'intero giudizio, che questa Corte giudica equo e congruo compensare per un terzo ponendo a carico di X. il rimborso in favore del B. dei restanti due terzi.
P.Q.M.
La Corte, pronunciando in via definitiva ogni diversa istanza, eccezione e deduzione disattesa accoglie parzialmente l'appello principale; rigetta l'appello incidentale; e in parziale riforma della sentenza impugnata, condanna la X. Spa al pagamento in favore di A. della minor somma di euro 2.500,00.
(
Ricerca interlocutore Telecom - Danno esistenziale – legittimità – sussistenza [art. 2059 c.c.]
La ricerca estenuante di un interlocutore Telecom da parte di un cliente giustifica il risarcimento del danno esistenziale.
Il danno esistenziale, quindi, si differenzia sia dal danno patrimoniale perché prescinde da una modificazione di segno negativo della capacità reddituale, sia del danno biologico perché non postula la correlazione con un fatto patologicamente rilevante (suscettibile di essere accertato e valutato in sede medico legale), sia infine del danno morale in senso stretto inteso come turbamento dello stato d'animo del soggetto perché non si esaurisce in una sensazione di sofferenza e di dolore. E la giurisprudenza riconosce che la immaterialità della suindicata forma di pregiudizio comporta la necessità del ricorso al criterio dell'equità nella liquidazione del risarcimento, e rende ammissibile l'utilizzazione della prova per presunzioni sulla scorta di valutazioni prognostiche anche affidate a fatti notori o massima di comune esperienza, pur con la segnalazione dell'esigenza di particolare cautela anche e specificamente in funzione di un onere di allegazione che resta pur sempre incombente a carico del danneggiato.
Corte di Appello
Genova
Sezione I civile
Sentenza 7 novembre 2007 - 7 marzo 2008 n. 281
(Presidente e relatore Ferro)
...omissis...
Svolgimento del processo
Con la citazione introduttiva del procedimento di primo grado, notificata il 14 novembre 2002, l'avv. A. conveniva in giudizio la Spa X., ponendo: che, venuto a morte il 3 marzo 2002 il di lui padre avv. B., titolare dell'utenza telefonica **** utilizzata per l'attività professionale in K., egli, esercente la professione legale nello stesso studio, aveva chiesto (dapprima verbalmente e poi con telefax in data 15 maggio 2002) di subentrare nell'utenza suindicata, trasmettendo tutta la documentazione a tal fine richiesta; che egli aveva altresì richiesto che uno degli apparecchi facenti capo al centralino dello studio, inutilizzato, venisse ritirato, e venisse applicata la conseguente riduzione sul canone di noleggio; che non solo non era stata effettuata la voltura, ma era stata inviata da X. nei confronti del defunto una bolletta per euro 225,00; che solo nel settembre 2002 egli era riuscito a prendere contatto con un funzionario di X. al quale aveva reiterato la richiesta di voltura, ottenendo il 13 settembre 2002 assicurazione verbale di sollecita definizione della pratica; che ciò nonostante ancora nell'ottobre 2002 la X. aveva richiesto al defunto il pagamento delle fatture non pagate e aveva emesso nuova fattura nei suoi confronti per euro 183,50, con comminatoria di disattivazione della linea; che, avendo X. dichiarato che le fatture erroneamente intestate a B. dovevano intendersi riferite a A., questi aveva provveduto al pagamento il 6 novembre 2002; che tuttavia nello steso giorno la linea era stata disattivata, per essere poco dopo ripristinata e nella serata nuovamente disattivata, con la giustificazione che il ripristino avrebbe potuto aver luogo solo dopo il decorso di 48 ore dal pagamento; che la valutazione alla data della citazione non era ancora avvenuta. Ciò premesso, l'attore chiedeva «previo eventuale ordine da impartire alla X. Spa di immediata riattivazione dell'utenza **** » dichiarare tenuta la X. nei confronti dell'avv. A. e conseguentemente condannarla a valutare e intestare all'attore l'utenza telefonica ****, il cui costo ad ogni effetto di legge si indica in euro 100,00 salva migliore determinazione, inoltre dichiarare tenuta e conseguentemente condannare la X. Spa a consegnare all'avv. B. tutta la documentazione e/o le attestazioni ovvero a compiere tutte le operazioni necessarie a consentire all'avv. A. stesso di dedurre fiscalmente l'importo di euro 621, 50 per le fatture erroneamente intestate al deceduto avv. B., nonché a dichiarare tenuta la X. ad operare la riduzione del canone di noleggio con conseguente restituzione delle somme versate in più, inoltre dichiarare tenuta e condannare conseguentemente la X. Spa a risarcire in favore dell'avv. A. tutti i danni patrimoniali e non patrimoniali dallo stesso subiti in conseguenza dell'illecito comportamento tenuto dalla X., danni che in oggi si indicano in euro 5.000,00 o in quella maggiore o minore somma che il Tribunale dovesse liquidare, anche in via equitativa. «Costituivasi in giudizio X. Spa la quale opponeva: che si era provveduto alla voltura nei tempi tecnici e necessari per l'operazione»; che dovevasi ritenere cessata la materia del contendere in considerazione dell'avvenuta «immediata riattivazione della linea» e del pagamento della fattura; che era stato fornito sin dal 5 novembre 2002 il documento necessario per la imputazione dei pagamenti a A.; che la riduzione del canone di noleggio avrebbe potuto aver luogo solo a seguito della riconsegna ad iniziativa e a spese dell'utente dell'apparecchio inattivo; che nessuna responsabilità e nessun danno e quindi nessuna obbligazione risarcitoria potevano configurarsi a carico della convenuta. Con sentenza 23 maggio/19 giugno 2006 n. 2429 il Tribunale di K., sezione sesta civile, in composizione monocratica, ha così deciso: «Definitivamente pronunciando, respinta ogni diversa domanda o eccezione, condanna X. a pagare in favore di A., a titolo di risarcimento per il danno non patrimoniale arrecato allo stesso nelle circostanze di cui in motivazione (ritardo nella volturazione del contratto relativo all'utenza **** la somma di euro 5.000, 00; dichiara compensate per un terzo tra le parti le spese processuali, e condanna X. a rifondere all'attore i due terzi delle spese sostenute». Propone appello in via principale X. Spa con deduzione di tre motivi concernenti «la legittimità dell'operato di X. Spa e la conseguente insussistenza di un danno risarcibile dell'appellato»; «erroneità e contraddittorietà della pronuncia di primo grado», e in subordine mancanza di prova del danno non patrimoniale esistenziale, ed infine «la erroneità del capo della pronuncia con cui sono state liquidate le spese di giudizio». L'avv. A. resiste all'impugnazione e propone appello incidentale contro la reiezione della domanda avente ad oggetto la riduzione del canone di noleggio.
Motivi della decisione
Avendo X. Spa provveduto, dopo il promovimento del giudizio, alla volturazione dell'utenza al nome dell'attore A., il Tribunale ha ritenuto cessata la materia del contendere relativamente e limitatamente all'obbligo di facere del quale l'attore chiedeva l'adempimento. In ordine alla domanda avente ad oggetto la consegna della documentazione occorrente per ottenere la deduzione fiscale degli importi di cui alle fatture emesse nei confronti di B. ma pagate da A., il Tribunale ha ritenuto la domanda stessa non meritevole di accoglimento, osservando che «il B. avrebbe potuto comunque dedurre fiscalmente le fatture in esame, attesa la non obbligatorietà dell'indicazione in fattura del codice fiscale e/o della partita Iva dell'utente» e che, qualora la discrepanza fosse stata rilevata in sede di verifica, «l'interessato sarebbe stato in grado di provare le circostanze in presenza delle quali era avvenuto il pagamento e la riferibilità di questo a un'utenza che, per quanto non formalmente volturata, era comunque relativa al suo studio legale», onde «il B. avrebbe potuto tranquillamente pagare le bollette ancorché erroneamente intestate, deducendo gli importi dalla propria dichiarazione dei redditi». In relazione alle suindicate componenti della originaria materia del contendere, nessuna questione viene ulteriormente sollevata nella presente fase di gravame. La X. Spa si duole invece, mediante l'appello principale, dell'accoglimento della domanda risarcitoria che il primo giudice ha ritenuto fondata, nell'an debeatur in considerazione del «grave e inammissibile ritardo con cui da parte di X. si è provveduto alla volturazione», con determinazione del quantum in via equitativa, «in termini non patrimoniali o se si preferisce esistenziali», in euro 5.000,00. Sotto il primo profilo, il Tribunale osserva che X. non ha giustificato il ritardo adducendo il mancato pagamento delle bollette ma allegando imprecisate ragioni di carattere tecnico delle quali non è dimostrata la congruenza con un'attesa di sei mesi dalla richiesta, e delle quali non era stata mai comunicata la natura dell'utente, nei cui confronti erano state fornite soltanto generiche assicurazioni ed era stata dapprima minacciata e poi posta in atto la disattivazione della linea (seguita dalla riattivazione a sua volta tardiva) ed era stato inoltre attuato un illegittimo tentativo di imporre la stipulazione di un nuovo contratto ingannevolmente predisposto al fine di ottenere il suo consenso al trattamento dei dati personali anche attraverso terzi per finalità promozionali, pubblicitarie e commerciali.
Contro tale affermazione di responsabilità omissiva, non ha pregio l'argomento opposto da X. circa l'insussistenza di un termine contrattualmente prestabilito per l'esecuzione dell'incombente richiesto, dovendo trovare applicazione, a temperamento del principio quod sine die debetur statim debetur, i criteri opportunamente richiamati dal primo giudice della correttezza e buona fede e della ragionevolezza, dei quali si esige l'osservanza affinché l'utente non si trovi privo di tutela contro il comportamento arbitrario del contraente più forte, e dei quali le circostanze del caso di specie rendono palese la violazione. X. censura inoltre l'assunto del Tribunale secondo cui, mentre «l'aspetto patrimoniale deve ritenersi insussistente o irrilevante sia per la breve durata della disattivazione che per la possibilità che l'avv. B. e i suoi clienti hanno avuto di comunicare attraverso il telefono del collega del professionista», grave e sicuramente significativo è il danno di natura non patrimoniale consistente nelle estenuanti ricerche di un interlocutore X., nel turbamento alla serenità e alla continuità professionale determinato dalla mancanza di risposte chiare e affidabili dall'ostinata esasperante inerzia tecnica del soggetto da cui dipende la fornitura di un servizio essenziale.
Sempre secondo il Tribunale, «in questo grado si inserisce, come fattore ulteriormente aggravante, il tentativo di trasformare la semplice pratica di volturazione nella stipulazione di un nuovo contratto alle condizioni illegittime (o illecite) che si sono descritte con riferimento alla violazione del diritto ai propri dati professionali e alla loro utilizzazione per fini non consentiti dall'interessato». Si condivide, anzitutto, l'osservazione dell'appellante secondo cui la proposta di un nuovo contratto (quand'anche formulata, come afferma il primo giudice, «in termini manifestamente ingannevoli»), a prescindere dal fatto che la illiceità intrinseca di tale condotta non è stata denunciata dall'utente in correlazione con le prospettazione della fattispecie risarcitoria, non essendo stato perfezionato il contratto con l'accettazione della proposta, ed essendo quindi la proposta rimasta priva di effetto, non può nemmeno astrattamente essere configurata come fonte di danno risarcibile.
Sotto diverso profilo, e con circoscritto riferimento alle conseguenze del ritardo nella valutazione, si prende atto che il danno giudicato suscettibile il risarcimento viene individuato dal primo giudice in quella subcategoria del danno non patrimoniale che va sotto il nome di «danno esistenziale».
La identificazione concettuale di tale specie di danno, riconosciuto per la prima volta dalla Corte di Cassazione con la sentenza 7 giugno 2000 n. 7713, rappresenta nel diritto vivente il più recente risultato della elaborazione della giurisprudenza costituzionale e della giurisprudenza di legittimità volta ad assicurare a definitivo superamento della tradizionale dicotomia codicistica tra danno patrimoniale e danno non patrimoniale, e ad integrazione altresì dell'area del danno risarcibile coma già ampliata con l'introduzione della categoria del danno biologico la tutela dei beni e interessi costituzionalmente garantiti inerenti l'esistenza della persona, la qualità della sua vita e la quotidianità del suo «fare areddituale». Il danno esistenziale, quindi, si differenzia sia dal danno patrimoniale perché prescinde da una modificazione di segno negativo della capacità reddituale, sia del danno biologico perché non postula la correlazione con un fatto patologicamente rilevante (suscettibile di essere accertato e valutato in sede medico legale), sia infine del danno morale in senso stretto inteso come turbamento dello stato d'animo del soggetto perché non si esaurisce in una sensazione di sofferenza e di dolore. E la giurisprudenza riconosce che la immaterialità della suindicata forma di pregiudizio comporta la necessità del ricorso al criterio dell'equità nella liquidazione del risarcimento, e rende ammissibile l'utilizzazione della prova per presunzioni sulla scorta di valutazioni prognostiche anche affidate a fatti notori o massima di comune esperienza, pur con la segnalazione dell'esigenza di particolare cautela anche e specificamente in funzione di un onere di allegazione che resta pur sempre incombente a carico del danneggiato. In concreto, l'applicazione dei principi suindicati con criteri di doverosa prudenza, nella fattispecie in esame, conduce questa Corte a ritenere ingiustificata, ed eccessiva rispetto a una realistica esigenza riparatoria di un pregiudizio realmente subito, la determinazione quantitativa operata dal primo giudice del risarcimento dovuto da X. al B., che viene quindi ridotta alla misura di euro 2.500,00.
L'appello incidentale di A. è affidato al rilievo, in se stesso fondato, della erroneità dell'affermazione del Tribunale secondo cui «secondo il criterio di cui all'art. 1590 C.C. (nella prospettiva L generale della locatio rei applicabile al caso in esame è il conduttore utilizzatore a doversi dare carico della restituzione, procedendovi, in assenza di istruzioni, secondo le comuni modalità della consegna e dell'invio a mezzo posta o corriere» in fattispecie nella quale, invece, il comportamento delle parti esigeva di essere valutato alla stregua dell'art. 12 del contratto di utenza secondo cui «alla cessazione del rapporto per qualsiasi causa X. provvederà a sue spese, direttamente o tramite ditta da essa incaricata, al ritiro delle apparecchiature oggetto del contratto non oltre trenta giorni dalla data di cessazione». Ma l'appello incidentale non può trovare accoglimento, non risultando assolto dal B. l'onere a lui incombente in ordine ai profili oggettivi del fatto costitutivo del diritto da lui fatto valere in giudizio della dimostrazione degli elementi occorrenti per verificare e determinare quantitativamente la differenza tra il canone corrisposto e quello dovuto. La pur solo parziale riforma della sentenza comporta la revisione totale della regolamentazione dell'onere delle spese dell'intero giudizio, che questa Corte giudica equo e congruo compensare per un terzo ponendo a carico di X. il rimborso in favore del B. dei restanti due terzi.
P.Q.M.
La Corte, pronunciando in via definitiva ogni diversa istanza, eccezione e deduzione disattesa accoglie parzialmente l'appello principale; rigetta l'appello incidentale; e in parziale riforma della sentenza impugnata, condanna la X. Spa al pagamento in favore di A. della minor somma di euro 2.500,00.
(
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martedì 23 settembre 2008
con la straordinaria partecipazione dei muppets
non so perchè ma questa sera mi risuonava nella memoria e nella mente
è troppo bella
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sabato 20 settembre 2008
linguine ai ricci di mare
Dosi per 4 persone.
Per prima cosa dovete procurarvi un marito, fratello, compagno, amante, amico, figlio o quant'altro che sappia pescare i ricci di mare senza ridursi ad un colabrodo.
Poi dovete addestrarlo a pulire detti ricci direttamente in mare. In cucina è un disastro, nonostante le precauzioni si trovano spine dappertutto per giorni e giorni.
Fatto questo, quando il pescatore di cui sopra debitamente addestrato tornerà con un barattolo (io ho usato un ex barattolo di marmellata da 600 gr.) riempito fino ad un terzo abbondante di polpa dei suddetti ricci, è' fatto tutto. E la ricetta è facilissima.
Cuocete al dente le linguine ponetele in una zuppiera e conditele con olio (se cercate un gusto "marinaro"), o con burro (se volete qualcosa di più delicato), da ultimo versate il contenuto del barattolo e mescolate.
E' squisita
Per prima cosa dovete procurarvi un marito, fratello, compagno, amante, amico, figlio o quant'altro che sappia pescare i ricci di mare senza ridursi ad un colabrodo.
Poi dovete addestrarlo a pulire detti ricci direttamente in mare. In cucina è un disastro, nonostante le precauzioni si trovano spine dappertutto per giorni e giorni.
Fatto questo, quando il pescatore di cui sopra debitamente addestrato tornerà con un barattolo (io ho usato un ex barattolo di marmellata da 600 gr.) riempito fino ad un terzo abbondante di polpa dei suddetti ricci, è' fatto tutto. E la ricetta è facilissima.
Cuocete al dente le linguine ponetele in una zuppiera e conditele con olio (se cercate un gusto "marinaro"), o con burro (se volete qualcosa di più delicato), da ultimo versate il contenuto del barattolo e mescolate.
E' squisita
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mercoledì 17 settembre 2008
launeddas
Le launeddas sono uno strumento antichissimo, simile alle zampogne. I maestri custodivano religiosamente i segreti di questa musica ipnotica che sembra riportare l'uomo all'età del bronzo.
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sono rientrata
sono rientrata in questi giorni dalle vacanze. Vorrei ringraziare tutti: Giovanna che mi ha premiato, Laura per i commenti e saluti che mi ha lasciato, le francb e tutti quanti mi fanno compagnia in questo mondo del blog che mi piace sempre più.
Dove sono stata?
la risposta è nel video che segue e nei post che mi auguro di poter scrivere presto sulle esperienze di questa bella vacanza.
vi abbraccio tutti cari
marg.
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vi abbraccio tutti cari
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domenica 24 agosto 2008
Sans feu ni lieu
EL DESDICHADO
Je suis le Ténébreux, - le Veuf, - l'Inconsolé,
Le Prince d'Aquitaine à la Tour abolie :
Ma seule Etoile est morte, - et mon luth constellé
Porte le Soleil noir de la Mélancolie.
Dans la nuit du Tombeau, Toi qui m'as consolé,
Rends-moi le Pausilippe et la mer d'Italie,
La fleur qui plaisait tant à mon coeur désolé,
Et la treille où le Pampre à la Rose s'allie.
Suis-je Amour ou Phébus ?... Lusignan ou Biron ?
Mon front est rouge encor du baiser de la Reine ;
J'ai rêvé dans la Grotte où nage la sirène...
Et j'ai deux fois vainqueur traversé l'Achéron :
Modulant tour à tour sur la lyre d'Orphée
Les soupirs de la Sainte et les cris de la Fée
Gerard de Narval, scrittore ottocentesco dalla vita piuttosto dissipata, ma intensa ha scritto questi versi. Gotici, se vogliamo. Anni ed anni dopo una ricercatrice di archeozoologia presso il Centro nazionale francese per le ricerche scientifiche, ed esperta in medievistica, nel corso dei ventuno giorni di ferie che si concede ogni anno ha scritto un giallo delizioso, che ha come epicentro questi terribili versi.
Lei pubblica i suoi libri con uno pseudonimo Fred Vargas, che deriva da uno dei personaggi di un film interpretato da Ava Gardner: "La contessa scalza".
Ho letto questo libro in lingua originale e mi è piaciuto molto, per il modo mirabile di descrivere i personaggi, che sono insoliti, a cominciare da uno dei protagonisti Ludwig Kelweihler, ex poliziotto ed ex dipendente del ministero degli Interni francese, con una rete nazionale di informatori che vive con un rospo di nome Bufo, che cura con amore e dedizione. Poi ci sono gli Evangelisti: storici ricercatori che vivono nella "baraque pourrie" dedicandosi alle più disparate occupazioni, uno è anche colf durante il giorno per poter proseguire nei loro studi.
Ho trovato questo libro per caso, era un pò che volevo leggere qualcosa in francese e i gialli sono una delle mie letture preferite, adesso vorrei trovarne altri della stessa autrice perchè mi ha affascinato.
Je suis le Ténébreux, - le Veuf, - l'Inconsolé,
Le Prince d'Aquitaine à la Tour abolie :
Ma seule Etoile est morte, - et mon luth constellé
Porte le Soleil noir de la Mélancolie.
Dans la nuit du Tombeau, Toi qui m'as consolé,
Rends-moi le Pausilippe et la mer d'Italie,
La fleur qui plaisait tant à mon coeur désolé,
Et la treille où le Pampre à la Rose s'allie.
Suis-je Amour ou Phébus ?... Lusignan ou Biron ?
Mon front est rouge encor du baiser de la Reine ;
J'ai rêvé dans la Grotte où nage la sirène...
Et j'ai deux fois vainqueur traversé l'Achéron :
Modulant tour à tour sur la lyre d'Orphée
Les soupirs de la Sainte et les cris de la Fée
Gerard de Narval, scrittore ottocentesco dalla vita piuttosto dissipata, ma intensa ha scritto questi versi. Gotici, se vogliamo. Anni ed anni dopo una ricercatrice di archeozoologia presso il Centro nazionale francese per le ricerche scientifiche, ed esperta in medievistica, nel corso dei ventuno giorni di ferie che si concede ogni anno ha scritto un giallo delizioso, che ha come epicentro questi terribili versi.
Lei pubblica i suoi libri con uno pseudonimo Fred Vargas, che deriva da uno dei personaggi di un film interpretato da Ava Gardner: "La contessa scalza".
Ho letto questo libro in lingua originale e mi è piaciuto molto, per il modo mirabile di descrivere i personaggi, che sono insoliti, a cominciare da uno dei protagonisti Ludwig Kelweihler, ex poliziotto ed ex dipendente del ministero degli Interni francese, con una rete nazionale di informatori che vive con un rospo di nome Bufo, che cura con amore e dedizione. Poi ci sono gli Evangelisti: storici ricercatori che vivono nella "baraque pourrie" dedicandosi alle più disparate occupazioni, uno è anche colf durante il giorno per poter proseguire nei loro studi.
Ho trovato questo libro per caso, era un pò che volevo leggere qualcosa in francese e i gialli sono una delle mie letture preferite, adesso vorrei trovarne altri della stessa autrice perchè mi ha affascinato.
idee per marinare la carne di maiale
Buona sera a tutti
in questi giorni ho disertato il pc. Ancora nessun giorno di vacanza, ma visto che i miei amici sono in ferie e molti vengono a villeggiare in questi ameni luoghi, ho organizzato diverse occasioni di incontro.
Tra questi un pic nic che si è proptratto da mezzogiorno alle due di notte, nel modo più informale e divertente. Ho lavorato molto ma ne è valsa davvero la pena.
Proprio in questa occasione, visto che avevamo anche diversi barbecue, tre perchè il numero dei partecipanti superava abbondantemente la trentina, ho grigliato dei pezzi vari di maiale. Si trattava di rosticciana e di capo collo, quel taglio di carne che in genere viene utilizzata per fare la coppa.
La sera precedente ho preparato tre diversi contenitori. In uno ho messo parte della rosticciana e sopra ho versato una miscela di mia invenzione composta da: olio di oliva emulsionato a salsa di soia, zenzero e miele. Un bel composto profumato. Il giorno successivo, scolati i pezzi di rosticciana sono stati mirabilmente arrostiti dall'amico Andea, il risultato è stato eccellente.
Altri pezzi di rosticciana ed il capo collo tagliato a fette sono stati messi, sempre la sera prima, ma in due contenitori separati, in un infusione di olio, succo di limone, aglio, origano e pepe, tutti questi ingredienti li ho sbattuti insieme e poi ne ho ricoperto la carne. Questo modo di marinare la carne l'ho trovato nel blog di jm di cucinare lontano, lui aggiunge anche della cipolla tritata e condisce così degli spiedini. Io non avevo la cipolla ed era notte inoltrata........ così ho fatto senza
Ha avuto anche questo un grande successo, ottimo.
in questi giorni ho disertato il pc. Ancora nessun giorno di vacanza, ma visto che i miei amici sono in ferie e molti vengono a villeggiare in questi ameni luoghi, ho organizzato diverse occasioni di incontro.
Tra questi un pic nic che si è proptratto da mezzogiorno alle due di notte, nel modo più informale e divertente. Ho lavorato molto ma ne è valsa davvero la pena.
Proprio in questa occasione, visto che avevamo anche diversi barbecue, tre perchè il numero dei partecipanti superava abbondantemente la trentina, ho grigliato dei pezzi vari di maiale. Si trattava di rosticciana e di capo collo, quel taglio di carne che in genere viene utilizzata per fare la coppa.
La sera precedente ho preparato tre diversi contenitori. In uno ho messo parte della rosticciana e sopra ho versato una miscela di mia invenzione composta da: olio di oliva emulsionato a salsa di soia, zenzero e miele. Un bel composto profumato. Il giorno successivo, scolati i pezzi di rosticciana sono stati mirabilmente arrostiti dall'amico Andea, il risultato è stato eccellente.
Altri pezzi di rosticciana ed il capo collo tagliato a fette sono stati messi, sempre la sera prima, ma in due contenitori separati, in un infusione di olio, succo di limone, aglio, origano e pepe, tutti questi ingredienti li ho sbattuti insieme e poi ne ho ricoperto la carne. Questo modo di marinare la carne l'ho trovato nel blog di jm di cucinare lontano, lui aggiunge anche della cipolla tritata e condisce così degli spiedini. Io non avevo la cipolla ed era notte inoltrata........ così ho fatto senza
Ha avuto anche questo un grande successo, ottimo.
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sabato 16 agosto 2008
una piccola storia sempre attuale
C'era una volta una coppia
con un figlio di 12 anni e un asino.
Decisero di viaggiare, di lavorare
e di conoscere il mondo.
Così partirono tutti e tre con il loro asino.
Arrivati nel primo paese, la gente commentava:
'Guardate quel ragazzo quanto è maleducato
...lui sull'asino e i poveri genitori, già anziani,
che lo tirano'
Allora la moglie disse a suo marito:
'Non permettiamo che la gente
parli male di nostro figlio'.
Il marito lo fece scendere e salì sull'asino.
Arrivati al secondo paese, la gente mormorava:
'Guardate che svergognato quel tipo
...lascia che il ragazzo e la povera moglie tirino l'asino,
mentre lui vi sta comodamente in groppa'.
Allora, presero la decisione di far salire la moglie,
mentre padre e figlio tenevano le redini per tirare l'asino.
Arrivati al terzo paese, la gente commentava:
'Pover'uomo !!!
Dopo aver lavorato tutto il giorno,
lascia che la moglie salga sull'asino,
...e povero figlio, chissà cosa gli spetta,
con una madre del genere !!!'
Allora si misero d'accordo
e decisero di sedersi
tutti e tre sull'asino
per cominciare nuovamente il pellegrinaggio.
Arrivati al paese successivo,
ascoltarono cosa diceva la gente del paese:
'Sono delle bestie, più bestie dell'asino che li porta,
gli spaccheranno la schiena !!!'
Alla fine, decisero di scendere tutti
e camminare insieme all'asino.
Ma, passando per il paese seguente,
non potevano credere a ciò che le voci dicevano ridendo:
'Guarda quei tre idioti; camminano,
anche se hanno un asino che potrebbe portarli !!!'
Conclusione
---
Ti criticheranno sempre,
parleranno male di te
e sarà difficile che incontri qualcuno
al quale tu possa andare bene come sei.
Quindi
---
Vivi come credi.
Fai cosa ti dice il cuore ...ciò che vuoi,
una vita è un'opera di teatro
che non ha prove iniziali.
Canta, ridi, balla, ama
e vivi intensamente ogni momento della tua vita,
prima che cali il sipario e l'opera finisca senza applausi.
(Charlie Chaplin)
con un figlio di 12 anni e un asino.
Decisero di viaggiare, di lavorare
e di conoscere il mondo.
Così partirono tutti e tre con il loro asino.
Arrivati nel primo paese, la gente commentava:
'Guardate quel ragazzo quanto è maleducato
...lui sull'asino e i poveri genitori, già anziani,
che lo tirano'
Allora la moglie disse a suo marito:
'Non permettiamo che la gente
parli male di nostro figlio'.
Il marito lo fece scendere e salì sull'asino.
Arrivati al secondo paese, la gente mormorava:
'Guardate che svergognato quel tipo
...lascia che il ragazzo e la povera moglie tirino l'asino,
mentre lui vi sta comodamente in groppa'.
Allora, presero la decisione di far salire la moglie,
mentre padre e figlio tenevano le redini per tirare l'asino.
Arrivati al terzo paese, la gente commentava:
'Pover'uomo !!!
Dopo aver lavorato tutto il giorno,
lascia che la moglie salga sull'asino,
...e povero figlio, chissà cosa gli spetta,
con una madre del genere !!!'
Allora si misero d'accordo
e decisero di sedersi
tutti e tre sull'asino
per cominciare nuovamente il pellegrinaggio.
Arrivati al paese successivo,
ascoltarono cosa diceva la gente del paese:
'Sono delle bestie, più bestie dell'asino che li porta,
gli spaccheranno la schiena !!!'
Alla fine, decisero di scendere tutti
e camminare insieme all'asino.
Ma, passando per il paese seguente,
non potevano credere a ciò che le voci dicevano ridendo:
'Guarda quei tre idioti; camminano,
anche se hanno un asino che potrebbe portarli !!!'
Conclusione
---
Ti criticheranno sempre,
parleranno male di te
e sarà difficile che incontri qualcuno
al quale tu possa andare bene come sei.
Quindi
---
Vivi come credi.
Fai cosa ti dice il cuore ...ciò che vuoi,
una vita è un'opera di teatro
che non ha prove iniziali.
Canta, ridi, balla, ama
e vivi intensamente ogni momento della tua vita,
prima che cali il sipario e l'opera finisca senza applausi.
(Charlie Chaplin)
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giovedì 31 luglio 2008
Love song for a Vampire
sensuale, tenera, decadente, estrema, una storia d'amore oltre il tempo, oltre lo spazio.........un sogno
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Love song for a Vampire
a mon fils parce que il a dix-neuf ans
j'aime bien ce film, in questi giorni ho capito anche il perchè. E' un film che mi è entrato dentro con i suoi personaggi e la sua storia così tragica, che tutti li coinvolge e li porta bene o male ad un finale così pieno di armonia e di speranza.
Io l'ho visto appena uscito e poi qualche anno dopo ho incontrato par hazard mon mari le musicien. E quando l'ho visto per la prima volta aveva per me qualcosa di famigliare, ma non ho mai capito cosa.
solo in questi giorni rivedendo qualche parte di questo film su you tube ho capito: ho trovato in lui i tratti ed i colori (delle volte anche l'antipatia) del direttore di orchestra tedesco e di Jorge Donn, gli zigomi alti. E' stata una rivelazione.
ho trovato poi le parole di questo brano
Dis, m'en veux surtout pas
Si ma chanson a un parfum de fin du monde
C'est vrai
Dis, on se reverra
Un café désert
Sans les cafés, les gares
Comment faire pour se retrouver ?
Demain
On s'endormira
Puisque tout sera
Le grand sommeil
Dis, t'en fais surtout pas
Si je vois déjà
Le premier oiseau d'une après-guerre
Sur un fil de fer
Qui s'est barbelé
Au coeur des années
ho vinto un bellissimo premio
questo coloratissimo e brillante premio l'ho ricevuto da franc di http://lefrancbuveur.blogspot.com/, con queste deliziose parole:
Marguerited
Brillante per la “francesità” che traspare dal suo blog
Grazie davvero Franc.
questo è il regolamento di Brillante weblog:
"Il Brillante weblog è un premio assegnato a siti e blog che risaltano per la loro brillantezza, sia per i temi che per il design.” Lo scopo è promuovere tutti nella blogosfera mondiale! 1. al ricevimento del premio, bisogna scrivere un post mostrando il premio e citando il nome con link al blog di chi lo ha attribuito; 2. scegliere un minimo di 7 blog (o più) che si ritiene siano brillanti nei loro temi o nel loro design. Esibire il loro nome e link e avvisarli di avere ottenuto il Premio “Brillante Weblog” 3. (facoltativo) esibire la foto (il profilo) di chi ha premiato e di chi viene premiato nel proprio blog".
Per continuare questo gioco divertente adesso scelgo altri blog brillanti, eccoli qui: i primi in lingua francese, visto che sono stata premiata per questo, ma non c'è nessun ordine di preferenza, li amo tutti
tascada elvira http://tascadaelvira.blogspot.com/
j'aime bien ce blog il est creatif et il y a beaucoup de merveilleuses recettes, des coulelurs, d'immagines....
c'est moi qui l'ai fait http://scally.typepad.com/cest_moi_qui_lai_fait/
je trouve que scally est tres sympa et elle ecrit dans une facon agreable, en plus elle cuisine avec des idees, elle goute elle experimente, j'adore
dans la cuisine des frangines http://miam.over-blog.net/
il y a des magnigiques photos, des recettes fraiches et elles aiment bien le chevre...
jm di http://cucinarelontano.blogspot.com/
perchè mi piace molto la domanda finale: ma lontano da dove? è così relativa. A parte ciò è davvero un blog molto interessante dove ci sono tante cose che mi piacciono, anche i filmati e gli indovinelli
marcella di http://zenzero2.blogspot.com/
perchè nel suo blog le ricette si raccontano, dietro ognuna di loro c'è tutta una storia, ma anche perchè sono semplici e deliziose
laura di http://papaverodicampo.blogspot.com/
perchè mi piacciono i papaveri ed anche lei, che riesce a mescolare con armonia i colori, le parole, le foto e le ricette
giovanna di http://lost-in-kitchen.blogspot.com/
è davvero bello leggere i post di questo blog, le sue ricette, le descrizioni dei locali, mi piace molto
pippi di http://iocomesono-pippi.blogspot.com/
dietro le sue ricette c'è una storia personale, alcune vengono dalla tradizione rivedute in modo particolare, altre sono sue creazioni. belle anche le foto delle piante e del suo giardino
lunedì 21 luglio 2008
Modo di fare pollo confetto che usava Jacopo Salviati
Ho raccolto questa curiosa ricetta dal libro"Desinari e Cene " di Maria Luisa Incontri Lotteringhi della Stufa, è originale anche se non di facile realizzazione. L'autrice dice di averla presa da ricette diverse e segreti di Pietro Paolo di Carlo Beccuti Scala. Manoscritto: II 163 a c. 17 v.
Prendi scorze di cedro buonissimo peste e finocchi di simile pesti oncie 2, mandorle nostrane monde e peste oncie 3, pistacchi, pinocchi d'ognuno oncie due ben peste, cannella pesta oncie due, zucchero fine dsoluto in acqua rosa libbre una e polpe di petto di cappone cotto ragionevolmente onche 10, muscho oncie una. Cuoci lo zucchero a cotgta di pinocchiato e dipoi fai la pasta con tutte le sopra dette cose e aceto dipoi disolvi tutta la polpa di cappone benissimo pesta uno brodo di acqua rosa e adagio adagio unisci ogni cosa e fa i morselletti.
Prendi scorze di cedro buonissimo peste e finocchi di simile pesti oncie 2, mandorle nostrane monde e peste oncie 3, pistacchi, pinocchi d'ognuno oncie due ben peste, cannella pesta oncie due, zucchero fine dsoluto in acqua rosa libbre una e polpe di petto di cappone cotto ragionevolmente onche 10, muscho oncie una. Cuoci lo zucchero a cotgta di pinocchiato e dipoi fai la pasta con tutte le sopra dette cose e aceto dipoi disolvi tutta la polpa di cappone benissimo pesta uno brodo di acqua rosa e adagio adagio unisci ogni cosa e fa i morselletti.
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mercoledì 16 luglio 2008
ciparisso
dalle finestre dell'antica casa si vedono i cipressi, che la circondano, ormai da tantissimi anni. Sono fitti i loro rami ma tra di loro si vede la luna, luna piena in queste sere.
Ciparisso era un giovane molto belle ed era caro ad Apollo. Aveva addomesticato un cervo ed un brutto giorno, per errore, l'uccise e dal dolore voleva lasciarsi morire.
Apollo, mosso a compassione, lo tramutò in cipresso. Quest'albero è il simbolo della tristezza senza conforto ed era sacro a Plutone, il dio dei morti.
Ciparisso era un giovane molto belle ed era caro ad Apollo. Aveva addomesticato un cervo ed un brutto giorno, per errore, l'uccise e dal dolore voleva lasciarsi morire.
Apollo, mosso a compassione, lo tramutò in cipresso. Quest'albero è il simbolo della tristezza senza conforto ed era sacro a Plutone, il dio dei morti.
sabato 12 luglio 2008
venerdì 11 luglio 2008
Menta
IL nome menta viene dalla mitologia; si chiamava così una bellissima ninfa di cui si era invaghito Plutone. Menta era figlia di un dio fluviale ed infernale che si chiamava Cocito; Proserpina, gelosa la trasformò nell'umile pianticella: le diede però un profumo meraviglioso per ricompensarla della trasformazione alla quale la sua gelosia l'aveva sottoposta.
La menta era conosciuta fino dall'antichità, coltivata dagli egiziani ed anche dai giapponesi fin dal primo secolo a.c. Ippocrate la impegava come stomatico. Ovidio la consiglia agli amanti per profumarsi l'alito. Carlo Magno ne impose la coltivazione.
Nell'antichità era considerata come un rimedio portentoso: il suo succo era usato come vermifugo; favoriva inoltre la lattazione. La menta cruda e tritata veniva consigliata a tutti quelli che si cibavano con molto latte, perchè ne facilitava la digestione impedendo al latte di cagliarsi.
L'olio di menta era consigliato per rimediare agli svenimenti. Il vino in cui era stata infusa calmava il singhiozzo.
Il decotto dimenta sparso per terra teneva lontano i serpenti e tutti gli animali nocivi.
Salsa alla menta
tritare molto finemente la menta peperita e cuocerla in poco aceto. Dopo qualche minuto che bolle vanno uniti alcuni cucchiaini di pepe bianco insieme a poco sale. La cottura prosegue e per renderla vellutata si unisce un cucchiaino di farina sciola accuratamente in un dito di vino di porto.
Questa deliziosa salsetta viene usata per accompagnare carni grasse: agnello, suino, anatrata, cinghiale. Le carnivanno prima arrostite.
La menta era conosciuta fino dall'antichità, coltivata dagli egiziani ed anche dai giapponesi fin dal primo secolo a.c. Ippocrate la impegava come stomatico. Ovidio la consiglia agli amanti per profumarsi l'alito. Carlo Magno ne impose la coltivazione.
Nell'antichità era considerata come un rimedio portentoso: il suo succo era usato come vermifugo; favoriva inoltre la lattazione. La menta cruda e tritata veniva consigliata a tutti quelli che si cibavano con molto latte, perchè ne facilitava la digestione impedendo al latte di cagliarsi.
L'olio di menta era consigliato per rimediare agli svenimenti. Il vino in cui era stata infusa calmava il singhiozzo.
Il decotto dimenta sparso per terra teneva lontano i serpenti e tutti gli animali nocivi.
Salsa alla menta
tritare molto finemente la menta peperita e cuocerla in poco aceto. Dopo qualche minuto che bolle vanno uniti alcuni cucchiaini di pepe bianco insieme a poco sale. La cottura prosegue e per renderla vellutata si unisce un cucchiaino di farina sciola accuratamente in un dito di vino di porto.
Questa deliziosa salsetta viene usata per accompagnare carni grasse: agnello, suino, anatrata, cinghiale. Le carnivanno prima arrostite.
giovedì 10 luglio 2008
un film e una musica indimenticabili
"Hai aspettato tanto?"
"Tutta la vita"
"Tutta la vita"
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anniversari
il tempo ci regala tanto
delle occasioni, dei momenti, il tempo ci regala la possibilità di festeggiarli, di viverli insieme a quelli che amiamo, di segnarli con un gesto che può essere anche una bicicletta piena di fiori, un fiore solo, una sorpresa, una parola, molte parole.
Molte parole per una stupida tristezza, per il solo fatto che avrei voluto qualcosa per questo ventesimo anniversario di matrimonio.
Per me non è stato facile sposarmi, non ero felicissima quel giorno, più che una scelta era un compromesso, un mettere insieme dei mondi diversi. Anch'io avrei voluto evitare, forse sono più ipocrita, ma vengo da una realtà non molto facile. Da condizionamenti, chi non li ha provati non può sapere. Certo la ribellione, la fuga, ho provato anche quelle. Ma c'è una verità che non ho mai potuto cancellare: le radici. Una volta un uomo che molto ho amato mi disse "ognuno torna la dove ha le sue radici". Veramente mi ha detto tante cose, alcune le ho scordate, ma questa no. Perchè? perchè la sento profondamente mia.
E così un bel giorno mi sono sposata, con una bella pancetta. Non è che fossi giovannissima, insomma avevo trent'anni. Matrimonio riparatore fa ridere vero, a trent'anni. Ma se non l'avessi fatto avrebbe significato rottura. Mio figlio aveva sei anni quando è stato accettato da alcuni famigliari a me molto cari. Innocente, piccolo. Mais c'est pas ca. C'est pas seulement sa.
Mio marito, dopo vent'anni mi fa ancora ridere chiamarlo così, dice che questo giorno non vuol festeggiarlo perchè per lui sarebbe stato tutto lo stesso,anche senza matrimonio, perchè non aveva bisogno di quello per restarmi vicino. per amarmi.
io lo trovo molto bello, ma però sono sei giorni che non gli parlo.
Perchè un piccolo gesto per questo giorno l'avrei proprio voluto.
ma certe cose non si possono imporre, non si possono chiedere, devono avvenire spontaneamente, e allora perchè anche se non ci crede non fa qualche piccola cosa, piccolissima solo per farmi piacere.
Forse perchè non è ipocrita come me?
delle occasioni, dei momenti, il tempo ci regala la possibilità di festeggiarli, di viverli insieme a quelli che amiamo, di segnarli con un gesto che può essere anche una bicicletta piena di fiori, un fiore solo, una sorpresa, una parola, molte parole.
Molte parole per una stupida tristezza, per il solo fatto che avrei voluto qualcosa per questo ventesimo anniversario di matrimonio.
Per me non è stato facile sposarmi, non ero felicissima quel giorno, più che una scelta era un compromesso, un mettere insieme dei mondi diversi. Anch'io avrei voluto evitare, forse sono più ipocrita, ma vengo da una realtà non molto facile. Da condizionamenti, chi non li ha provati non può sapere. Certo la ribellione, la fuga, ho provato anche quelle. Ma c'è una verità che non ho mai potuto cancellare: le radici. Una volta un uomo che molto ho amato mi disse "ognuno torna la dove ha le sue radici". Veramente mi ha detto tante cose, alcune le ho scordate, ma questa no. Perchè? perchè la sento profondamente mia.
E così un bel giorno mi sono sposata, con una bella pancetta. Non è che fossi giovannissima, insomma avevo trent'anni. Matrimonio riparatore fa ridere vero, a trent'anni. Ma se non l'avessi fatto avrebbe significato rottura. Mio figlio aveva sei anni quando è stato accettato da alcuni famigliari a me molto cari. Innocente, piccolo. Mais c'est pas ca. C'est pas seulement sa.
Mio marito, dopo vent'anni mi fa ancora ridere chiamarlo così, dice che questo giorno non vuol festeggiarlo perchè per lui sarebbe stato tutto lo stesso,anche senza matrimonio, perchè non aveva bisogno di quello per restarmi vicino. per amarmi.
io lo trovo molto bello, ma però sono sei giorni che non gli parlo.
Perchè un piccolo gesto per questo giorno l'avrei proprio voluto.
ma certe cose non si possono imporre, non si possono chiedere, devono avvenire spontaneamente, e allora perchè anche se non ci crede non fa qualche piccola cosa, piccolissima solo per farmi piacere.
Forse perchè non è ipocrita come me?
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domande senza risposte
mercoledì 9 luglio 2008
calamari delicati e piccantini
La ricetta pubblicata da zenzero, per la sua delicatezza mi ha fatto pensare a come ho preparato i calamari qualche giorno fa.
Non indico le dosi, sono relative.
Gli ingredienti sono: calamari , ricotta, grana, timo, olio, pomodoro, peperoncino.
Ho tritato i tentacoli dei calamari, li ho uniti ad un poco di ricotta e formaggio grana, aromatizzati con timo. Con questo composto ho riempito le sacche.
Fatto soffriggere uno spicchio di aglio e un pò di peperoncino in olio e vino. Poi tolto l'aglio ho aggiunto il pomodoro passato, poco o tanto dipende da come piace.
Fatto restringere ed aggiunti i calamari, cottura a fuoco basso per circa 20 mnuti.
risultato molto delicati e piccantini.
Si possono servire con il loro sughetto e con riso.
Non indico le dosi, sono relative.
Gli ingredienti sono: calamari , ricotta, grana, timo, olio, pomodoro, peperoncino.
Ho tritato i tentacoli dei calamari, li ho uniti ad un poco di ricotta e formaggio grana, aromatizzati con timo. Con questo composto ho riempito le sacche.
Fatto soffriggere uno spicchio di aglio e un pò di peperoncino in olio e vino. Poi tolto l'aglio ho aggiunto il pomodoro passato, poco o tanto dipende da come piace.
Fatto restringere ed aggiunti i calamari, cottura a fuoco basso per circa 20 mnuti.
risultato molto delicati e piccantini.
Si possono servire con il loro sughetto e con riso.
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domenica 6 luglio 2008
tortino di zucchine speziate
tipica ricetta di recupero
avendo utilizzato con la crema di zucchine di cui al precedente post, un chilo delle stesse, ne ho frullato solo una parte per la crema.
Cosa fare delle restanti zucchine rosolate con cipolla?
sempre il solito amato bicchiere del frullatore ha risolto il problema. Ho collocato le zucchine rosolate e la cipolla nello stesso, dopo averle un pò scolate perchè per la precedente preparazione avevo aggiunto acqua, anche se con parsimonia.
Nel bicchiere sono finiti anche: ricotta, yogurt (sempre quello greco che inizia con T), due uova, formaggio grana grattugiato, noce moscata, molte foglioline secche di timo raccolte nel mio orto.
Una bella frullata per rendere il tutto omogeneo; poi ho preso una teglia, leggermente unta di olio, cosparsa poi con pane grattugiato mescolato a grana, sempre grattato. Ho versato il composto. L'ho cosparso ancora della miscela di grana e pangrattato e posto in forno già caldo per circa 20 minuti. Ottimo mangiato tiepido e anche freddo il giorno dopo
avendo utilizzato con la crema di zucchine di cui al precedente post, un chilo delle stesse, ne ho frullato solo una parte per la crema.
Cosa fare delle restanti zucchine rosolate con cipolla?
sempre il solito amato bicchiere del frullatore ha risolto il problema. Ho collocato le zucchine rosolate e la cipolla nello stesso, dopo averle un pò scolate perchè per la precedente preparazione avevo aggiunto acqua, anche se con parsimonia.
Nel bicchiere sono finiti anche: ricotta, yogurt (sempre quello greco che inizia con T), due uova, formaggio grana grattugiato, noce moscata, molte foglioline secche di timo raccolte nel mio orto.
Una bella frullata per rendere il tutto omogeneo; poi ho preso una teglia, leggermente unta di olio, cosparsa poi con pane grattugiato mescolato a grana, sempre grattato. Ho versato il composto. L'ho cosparso ancora della miscela di grana e pangrattato e posto in forno già caldo per circa 20 minuti. Ottimo mangiato tiepido e anche freddo il giorno dopo
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venerdì 4 luglio 2008
crema di zucchine speziate
Fare rosolare le zucchine (io ne ho usate un chilo) con una cipolla di tropea.
Cospargerle di curry, più o meno abbondante, salarle moderatamente.
Poi aggiungere acqua, ma non molta, giusto per coprirle.
Quando sono cotte farle raffreddare.
Se lo preparate la mattina prima di uscire va benissimo.
Quando tornate frullate tutto quanto molto bene insieme ad un barattolo di yogurt denso e cremoso. Io ho usato quello greco.
E' molto fresca e di facile preparazione, ho visto che ha avuto un ottima accoglienza.
Cospargerle di curry, più o meno abbondante, salarle moderatamente.
Poi aggiungere acqua, ma non molta, giusto per coprirle.
Quando sono cotte farle raffreddare.
Se lo preparate la mattina prima di uscire va benissimo.
Quando tornate frullate tutto quanto molto bene insieme ad un barattolo di yogurt denso e cremoso. Io ho usato quello greco.
E' molto fresca e di facile preparazione, ho visto che ha avuto un ottima accoglienza.
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giovedì 3 luglio 2008
viaggiando per lavoro
In treno, da una conversazione con il solito telefonico, vengo a sapere che la mia compagna di viaggio si chiama press'a poco così "Flutiurime", che significa la mia farfalla, non so in quale lingua. Però mi piace pensare che anni fa qualcunol'abbia chiamata con un nome così dolce e poetico.
Arrivo e mi sembra impossibile che la stazione sia la stessa che mesi fa mi ha vista febbricitante, tossente e infreddolita. oggi è torrido e non si respira.
secchi d'acqua al fresco per i cavalli.
turisti, turisti dappertutto.
foto, foto, foto. Chissà se nella moltitudine qualcuno si ferma e fa anche solo una piccola riglessione su questi monumenti, su coe il tempo ce li ha portati nei secoli, sulle idee, le ragioni, gli ideali da cui sono sgorgati.
Le problematice dei trafori, di questa architettura che è in bilico sospesa tra terra e cielo. Scatti, scatti, scatti..........
Ringrazio il luogo sconosciuto che mi ha dato ospitalità e freschezza per qualche istante.
Arrivo e mi sembra impossibile che la stazione sia la stessa che mesi fa mi ha vista febbricitante, tossente e infreddolita. oggi è torrido e non si respira.
secchi d'acqua al fresco per i cavalli.
turisti, turisti dappertutto.
foto, foto, foto. Chissà se nella moltitudine qualcuno si ferma e fa anche solo una piccola riglessione su questi monumenti, su coe il tempo ce li ha portati nei secoli, sulle idee, le ragioni, gli ideali da cui sono sgorgati.
Le problematice dei trafori, di questa architettura che è in bilico sospesa tra terra e cielo. Scatti, scatti, scatti..........
Ringrazio il luogo sconosciuto che mi ha dato ospitalità e freschezza per qualche istante.
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martedì 1 luglio 2008
Tyropatina, ovvero dolce di latte
E' una ricetta che ho trovato in un libro che mi è molto caro, il suo titolo è Desinari e Cene, l'autrice è Maria Luisa Incontri Lotteringhi della Stufa.
E' un libro di eccezionale interesse e di cui parlerò in un post, magari più avanti.
La ricetta è tratta da Apicio (de re coquinaria Lib. VII).
La versione è ovviamente adattata ai ns tempi.
Questo il procedimento.
Fate bollier mezzo litro di latte, per 10 minuti e poi scioglietevi dentro 5 cucchiaiate di miele.
Battere in un insalatiera 4 rossi di uovo più due uova intiere. Quando saranno ben lavorate versateci dentro il latte, addolcito con il miele, che nel frattempo si sarà intiepidito.
In uno stampo unto con due gocce di olio di mandorle versarvi il composto, facendolo passare da un colino di rete metallica. Far cuocere a bagno maria a fuoco lento, fino a quando il dolce si sarà ben solidificato, sformarlo e servirlo, volendo, cosparso con un pizzico di pepe bianco.
E' un libro di eccezionale interesse e di cui parlerò in un post, magari più avanti.
La ricetta è tratta da Apicio (de re coquinaria Lib. VII).
La versione è ovviamente adattata ai ns tempi.
Questo il procedimento.
Fate bollier mezzo litro di latte, per 10 minuti e poi scioglietevi dentro 5 cucchiaiate di miele.
Battere in un insalatiera 4 rossi di uovo più due uova intiere. Quando saranno ben lavorate versateci dentro il latte, addolcito con il miele, che nel frattempo si sarà intiepidito.
In uno stampo unto con due gocce di olio di mandorle versarvi il composto, facendolo passare da un colino di rete metallica. Far cuocere a bagno maria a fuoco lento, fino a quando il dolce si sarà ben solidificato, sformarlo e servirlo, volendo, cosparso con un pizzico di pepe bianco.
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sabato 28 giugno 2008
insalata all'aneto di cozze, gamberetti e patate
Ho trovato questa ricetta su un libretto delizioso di Leo Codacci. Sembra fresca e molto buona.
occorrono 750 gr fra gamberetti e cozze, 750 gr di patate, un bicchiere di vinobianco, due limoni e olio di oliva, sale peperoncino tritato, un bel pungo di aneto (io uso il finocchietto selvatico perchè mi cresce spontaneo in campagna).
Procedimento:
Lessare le patate con buccia, senza portarle al massiomo della cottura.
tagliarle a rondelle, non tanto fini e metterle subito a bagno nel vino bianco (così si raffreddano e non si spezzano).
Tritate l'aneto con qualche pezzetto di gambero, aggiungere il trito alle patate e condire tutto con olio di oliva. Unire anche le cozze ed i gamberetti, che avete cotto a parte, dopo che si sono raffreddate e dopo averle condite con succo di limone. Amalgamare bene tutte queste buone cose e servirle con del pane tostato. Non dimenticate dell'ottimo vino bianco fresco.
Collocazione ideale: una terrazza o un giardino con vista mare.
Buona giornata, io adesso vincendo i soliti sensi di colpa (potrei lavorare e di cose da fare ce ne sono ancora davvero tante), vado al mare, in questi giorni ho superato ogni orario. I contadini dicevano che lavoravano da stella a stella. Bellissima e poetica definizione per dire che iniziavano con la prima stella del mattino e terminavano con l'apparire della prima stella della sera.
Ciao a tutti
occorrono 750 gr fra gamberetti e cozze, 750 gr di patate, un bicchiere di vinobianco, due limoni e olio di oliva, sale peperoncino tritato, un bel pungo di aneto (io uso il finocchietto selvatico perchè mi cresce spontaneo in campagna).
Procedimento:
Lessare le patate con buccia, senza portarle al massiomo della cottura.
tagliarle a rondelle, non tanto fini e metterle subito a bagno nel vino bianco (così si raffreddano e non si spezzano).
Tritate l'aneto con qualche pezzetto di gambero, aggiungere il trito alle patate e condire tutto con olio di oliva. Unire anche le cozze ed i gamberetti, che avete cotto a parte, dopo che si sono raffreddate e dopo averle condite con succo di limone. Amalgamare bene tutte queste buone cose e servirle con del pane tostato. Non dimenticate dell'ottimo vino bianco fresco.
Collocazione ideale: una terrazza o un giardino con vista mare.
Buona giornata, io adesso vincendo i soliti sensi di colpa (potrei lavorare e di cose da fare ce ne sono ancora davvero tante), vado al mare, in questi giorni ho superato ogni orario. I contadini dicevano che lavoravano da stella a stella. Bellissima e poetica definizione per dire che iniziavano con la prima stella del mattino e terminavano con l'apparire della prima stella della sera.
Ciao a tutti
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venerdì 27 giugno 2008
attese
Questa mattina, in coda per entrare in Cancelleria, riflettevo sulle attese.
La nostra vita è fatta di attese, senza andare nel trascendentale, restando solo nelle cose concrete di ogni giorno, le attese si possono dividere in due categorie: attesa di un momento felice, di un incontro, di un viaggio, di una festa, di una cena. Già il tempo dell'attesa è gioiosa aspettativa di qualcosa di bello.
Poi ci sono le altre attese per, in ordine ovviamente sparso: a)essere trattati male dall'impiegato di turno,in genere uffici pubblici, cancellerie etc. b) pagare tasse, tributi in banca o negli uffici postali. In queste attese spesso si scatenano simpatiche risse tra i partecipanti per il rispetto delle precedenze, in mancanza, per distrarsi si può pensare all'uso che si sarebbe fatto di tutti quei bei soldini che finiranno chissà dove (io in genere penso alle scarpe, non so perchè; delle volte anche ai libri); c) essere ammessi in presenza del Magistrato per spiegargli le ragioni dei propri assistiti, in contraddittorio con l'avversario. Durante questa attesa si ripassano mentalmente le proprie tesi o si chiacchiera amabilmente oppure si legge un giornale. Dopo, al momento del confronto, scompare ogni bonomia, ciascuno è teso ed agguerrito, di fronte a un Giudice che in alcuni ma frequenti casi (almeno per la mia esperienza) non sa nemmeno di cosa si sta parlando perchè apre il fascicolo solo per studiarlo quando deve decidere.
Chissà per quale motivo le attese della prima categoria sono più lievi, più facili anzi gradevoli da sopportare, ma soprattutto numericamente sono infinitamente inferiori rispetto a quelle della seconda? E riguardo alle attese della seconda categoria, com'è pesante attendere qualcosa di sgradevole
La nostra vita è fatta di attese, senza andare nel trascendentale, restando solo nelle cose concrete di ogni giorno, le attese si possono dividere in due categorie: attesa di un momento felice, di un incontro, di un viaggio, di una festa, di una cena. Già il tempo dell'attesa è gioiosa aspettativa di qualcosa di bello.
Poi ci sono le altre attese per, in ordine ovviamente sparso: a)essere trattati male dall'impiegato di turno,in genere uffici pubblici, cancellerie etc. b) pagare tasse, tributi in banca o negli uffici postali. In queste attese spesso si scatenano simpatiche risse tra i partecipanti per il rispetto delle precedenze, in mancanza, per distrarsi si può pensare all'uso che si sarebbe fatto di tutti quei bei soldini che finiranno chissà dove (io in genere penso alle scarpe, non so perchè; delle volte anche ai libri); c) essere ammessi in presenza del Magistrato per spiegargli le ragioni dei propri assistiti, in contraddittorio con l'avversario. Durante questa attesa si ripassano mentalmente le proprie tesi o si chiacchiera amabilmente oppure si legge un giornale. Dopo, al momento del confronto, scompare ogni bonomia, ciascuno è teso ed agguerrito, di fronte a un Giudice che in alcuni ma frequenti casi (almeno per la mia esperienza) non sa nemmeno di cosa si sta parlando perchè apre il fascicolo solo per studiarlo quando deve decidere.
Chissà per quale motivo le attese della prima categoria sono più lievi, più facili anzi gradevoli da sopportare, ma soprattutto numericamente sono infinitamente inferiori rispetto a quelle della seconda? E riguardo alle attese della seconda categoria, com'è pesante attendere qualcosa di sgradevole
mercoledì 25 giugno 2008
Chirone, dedicato a Laura perchè le è simpatico
Chirone era figlio di Saturno e di Filliria. Saturno era birichino e per eludere l’aspra sorveglianza di sua moglie Rea, aveva assunto la forma di cavallo per incontrarsi con Filliria. Ecco perchè il bambino Chirone nacque bimembre.
Era il più sapiente dei centauri.
In gioventù spesso partecipò alle cacce di Diana e da lei avrebbe appreso l’arte di conoscere e di impiegare le erbe medicinali ed anche l’arte della medicina, che poi a sua volta insegnò ad Esculapio.
Abitava in una grotta che si trovava ai piedi del monte Pelio e qui fondò una scuola frequentata dagli Argonauti e dai maggiori eroi della sua epoca, che da lui ebbero educazione sia guerriera che civile. Solo per citarne alcuni: Ercole, Giasone, Esculapio, Teseo, Castore, Enea, Achille.
Chirone insegnava ai suoi allievi, oltre alla medicina e alla chirurgia, l’astronomia; sarebbe stato il primo ad insegnare agli uomini la pratica delle leggi e l’inviolabilità del giuramento.
Era molto bravo nel suonare la lira, con la quale avrebbe risanato i malati; conosceva le proprietà dei corpi celesti e l’arte di allontanare gli influssi malefici dall’umanità.
Giove aveva concesso a Chirone il dono dell’immortalità. Però durante la guerra mossa da Ercole ai Centauri venne ferito al ginocchio da una freccia dello stesso Ercole, deviata dal suo bersaglio.
La ferita era dolorosa ed inguaribile perchè le frecce dell’eroe erano imbevute nel sangue avvelenato dall’Idra di Lerna. I tormenti erano atroci e Chirone scongiurò Giove di toglierli il dono dell’immortalità. Giove, mosso a pietà, acconsentì; ma per renderlo immortale almeno nel nome lo convertì nella costellazione del Sagittario.
Era il più sapiente dei centauri.
In gioventù spesso partecipò alle cacce di Diana e da lei avrebbe appreso l’arte di conoscere e di impiegare le erbe medicinali ed anche l’arte della medicina, che poi a sua volta insegnò ad Esculapio.
Abitava in una grotta che si trovava ai piedi del monte Pelio e qui fondò una scuola frequentata dagli Argonauti e dai maggiori eroi della sua epoca, che da lui ebbero educazione sia guerriera che civile. Solo per citarne alcuni: Ercole, Giasone, Esculapio, Teseo, Castore, Enea, Achille.
Chirone insegnava ai suoi allievi, oltre alla medicina e alla chirurgia, l’astronomia; sarebbe stato il primo ad insegnare agli uomini la pratica delle leggi e l’inviolabilità del giuramento.
Era molto bravo nel suonare la lira, con la quale avrebbe risanato i malati; conosceva le proprietà dei corpi celesti e l’arte di allontanare gli influssi malefici dall’umanità.
Giove aveva concesso a Chirone il dono dell’immortalità. Però durante la guerra mossa da Ercole ai Centauri venne ferito al ginocchio da una freccia dello stesso Ercole, deviata dal suo bersaglio.
La ferita era dolorosa ed inguaribile perchè le frecce dell’eroe erano imbevute nel sangue avvelenato dall’Idra di Lerna. I tormenti erano atroci e Chirone scongiurò Giove di toglierli il dono dell’immortalità. Giove, mosso a pietà, acconsentì; ma per renderlo immortale almeno nel nome lo convertì nella costellazione del Sagittario.
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lunedì 23 giugno 2008
notte magica
Secondo il calendario liturgico della Chiesa, il 24 Giugno si celebra San Giovanni Battista, che nacque sei mesi prima di Gesù.
Il sole in questo periodo sorge e tramonta sempre nello stesso punto sino al 24 Giugno, quando ricomincia a muoversi sorgendo gradualmente sempre più a sud sull'orizzonte. In epoca pre-cristiana questo giorno era considerato sacro ed era dedicato a riti, presagi e divinazioni. Molti sono i luoghi sacri e gli antichi templi, costruiti in base alla particolare inclinazione dei raggi del sole che si verifica in questo periodo.
Mi piace ricordare alcune credenze, tradizioni e riti, legate all’acqua, al fuoco ed alla vegetazione che in questo momento è al colmo della sua forza.
Nei campi, ma principalmente sulle colline i contadini accendevano grandi falò. Erano considerati purificatori (vi si gettavano cose vecchie per tenere lontano, con il loro fumo, gli spiriti maligni). I falò venivano allestiti anche negli incroci, vi si gettavano erbe aromatiche per tenere lontane le tempeste. La verbena per tenere lontana la mala sorte. I falò erano considerati propiziatori perchè il loro fumo purificava e teneva lontane le malattie dal bestiame e dagli uomini. La stessa funzione aveva la loro cenere, passata sul corpo e sui capelli.
Questa notte poi è il momento migliore per raccogliere le erbe in quanto tutte le loro proprietà sono all’ennesima potenza. Tra queste l’iperico (scaccia diavoli), l’artemisia, la verbena, la lavanda, il biancospino e il rosmarino. Queste erbe e i petali di tutti i fiori profumati si mettono in una bacinella piena d’acqua che deve restare tutta la notte fuori di casa. Al mattino lavarsi con quest’acqua aumenta la bellezza e preserva dalle malattie.
Durante la notte mettendo un mazzetto di erbe tra cui l’iperico sotto il guanciale si avranno dei sogni premonitori.
Il noce è l’albero intorno al quale si danno appuntamento le streghe la notte di San Giovanni. I contadini consideravano quest’albero velenoso e lo piantavano lontano dai loro orti. La notte di San Giovanni si raccolgono le noci ancora acerbe per preparare il nocino.
Raccogliere 24 spighe di grano e conservarle tutto l'anno serviva come amuleto contro le sventure.
La rugiada raccolta la mattina di San Giovanni ha il potere di curare, di purificare e di fecondare.
Per raccogliere la rugiada si stende un panno tra l’erba, strizzandolo poi il mattino successivo.
Si mangiano le lumache di San Giovanni condite con aglio pomodoro e peperoncino, con tutte le loro corna. Ogni cornetto mangiato significa distruggere discordia ed avversità, rappresentate appunto dalle cornine.
Il sole in questo periodo sorge e tramonta sempre nello stesso punto sino al 24 Giugno, quando ricomincia a muoversi sorgendo gradualmente sempre più a sud sull'orizzonte. In epoca pre-cristiana questo giorno era considerato sacro ed era dedicato a riti, presagi e divinazioni. Molti sono i luoghi sacri e gli antichi templi, costruiti in base alla particolare inclinazione dei raggi del sole che si verifica in questo periodo.
Mi piace ricordare alcune credenze, tradizioni e riti, legate all’acqua, al fuoco ed alla vegetazione che in questo momento è al colmo della sua forza.
Nei campi, ma principalmente sulle colline i contadini accendevano grandi falò. Erano considerati purificatori (vi si gettavano cose vecchie per tenere lontano, con il loro fumo, gli spiriti maligni). I falò venivano allestiti anche negli incroci, vi si gettavano erbe aromatiche per tenere lontane le tempeste. La verbena per tenere lontana la mala sorte. I falò erano considerati propiziatori perchè il loro fumo purificava e teneva lontane le malattie dal bestiame e dagli uomini. La stessa funzione aveva la loro cenere, passata sul corpo e sui capelli.
Questa notte poi è il momento migliore per raccogliere le erbe in quanto tutte le loro proprietà sono all’ennesima potenza. Tra queste l’iperico (scaccia diavoli), l’artemisia, la verbena, la lavanda, il biancospino e il rosmarino. Queste erbe e i petali di tutti i fiori profumati si mettono in una bacinella piena d’acqua che deve restare tutta la notte fuori di casa. Al mattino lavarsi con quest’acqua aumenta la bellezza e preserva dalle malattie.
Durante la notte mettendo un mazzetto di erbe tra cui l’iperico sotto il guanciale si avranno dei sogni premonitori.
Il noce è l’albero intorno al quale si danno appuntamento le streghe la notte di San Giovanni. I contadini consideravano quest’albero velenoso e lo piantavano lontano dai loro orti. La notte di San Giovanni si raccolgono le noci ancora acerbe per preparare il nocino.
Raccogliere 24 spighe di grano e conservarle tutto l'anno serviva come amuleto contro le sventure.
La rugiada raccolta la mattina di San Giovanni ha il potere di curare, di purificare e di fecondare.
Per raccogliere la rugiada si stende un panno tra l’erba, strizzandolo poi il mattino successivo.
Si mangiano le lumache di San Giovanni condite con aglio pomodoro e peperoncino, con tutte le loro corna. Ogni cornetto mangiato significa distruggere discordia ed avversità, rappresentate appunto dalle cornine.
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mercoledì 18 giugno 2008
Polpo del Patteggiamento
Qualche tempo fa mi trovavo per un processo in un tribunale di un piccolo paese ameno. L'edificio era antico e la prima cosa che mi ha colpito quando sono entrata sono state delle rastrelliere con giornali, poste nei corridoi. Al momento non ho capito l'uso.
Più tardi aspettando, dalle 12 alle 16 che il giudice uscisse dalla camera di consiglio, dove si era ritirato per preparare i dispositivi sui quali si era riservato, in gran parte patteggiamenti, ho capito che i giornali servivano ad intrattenere gli avvocati, nell'attesa.
La battuta più simpatica è stata quella di un collega maschio brizzolato (evidentemente gran frequentatore delle aule in questione) e pure arguto: "mi manca solo l'inserto speciale sulla menopausa di donna moderna e poi mi son bell'e letto tutta l'edicola del tribunale".
Io invece ho trovato questa ricettina, purtroppo non ho potuto ricopiarla, sarebbe stato poco professionale, nonostante tutto. La riporto così come la ricordo, mi sembra buona.
Ingredienti per 4 porzioni
un polpo fresco
tre patate
olio
pepe e peperoncino
Preparazione
Prendere un bel polpo fresco pulitelo e metterlo in freezer per una notte.
Al mattino mettere in pentola acqua abbondante, quando bolle unire il polpo, ancora congelato e le patate intere e non sbucciate.
Fare cuocere tutto insieme (polpo e patate) per quarantacinque minuti.
Trascorso questo tempo estraete polpo e patate.
Fare raffreddare; sbucciare le patate prima che siano completamente fredde.
Poi tagliare il polpo in pezzi e così le patate.
Mettere tutte queste buone cose in tagliere di legno e condire con olio, pepe e eventuale peperoncino.
Più tardi aspettando, dalle 12 alle 16 che il giudice uscisse dalla camera di consiglio, dove si era ritirato per preparare i dispositivi sui quali si era riservato, in gran parte patteggiamenti, ho capito che i giornali servivano ad intrattenere gli avvocati, nell'attesa.
La battuta più simpatica è stata quella di un collega maschio brizzolato (evidentemente gran frequentatore delle aule in questione) e pure arguto: "mi manca solo l'inserto speciale sulla menopausa di donna moderna e poi mi son bell'e letto tutta l'edicola del tribunale".
Io invece ho trovato questa ricettina, purtroppo non ho potuto ricopiarla, sarebbe stato poco professionale, nonostante tutto. La riporto così come la ricordo, mi sembra buona.
Ingredienti per 4 porzioni
un polpo fresco
tre patate
olio
pepe e peperoncino
Preparazione
Prendere un bel polpo fresco pulitelo e metterlo in freezer per una notte.
Al mattino mettere in pentola acqua abbondante, quando bolle unire il polpo, ancora congelato e le patate intere e non sbucciate.
Fare cuocere tutto insieme (polpo e patate) per quarantacinque minuti.
Trascorso questo tempo estraete polpo e patate.
Fare raffreddare; sbucciare le patate prima che siano completamente fredde.
Poi tagliare il polpo in pezzi e così le patate.
Mettere tutte queste buone cose in tagliere di legno e condire con olio, pepe e eventuale peperoncino.
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martedì 17 giugno 2008
Asclepio o Esculapio
Era il dio della salute e della medicina. Era nato ad Epidauro.
Era figlio di Apollo e della ninfa Coronide (figlia di Flegias, principe dei Lapiti).
La ragazza non era molto fedele ad Apollo, il quale si alterò e la uccise. Le trasse però dal fianco il figlio di cui era incinta (Asclepio o Esculapio) e lo affidò al centauro Chirone. Da piccola in casa c’era un quadro o un piatto nel quale era raffigurato Chirone con il piccolo Asclepio e mi impressionava molto, chissà dove è finito.
Chirone fece vivere il bambino nei boschi e gli insegnò l’arte medica dei semplici, come sono chiamate le erbe alle quali si attribuisce un potere medicinale. E questo mi affascina molto.
Asclepio o Esculapio divenne bravissimo in quell’arte ed anche nella chirurgia, inventò rimedi meravigliosi per ogni malattia e nacque così la leggenda che potesse far rivivere i morti. Però Giove non apprezzò questo suo temerario ardimento e si alterò a sua volta e così lo fulminò.
Asclepio o Esculapio, ebbe una moglie. Secondo alcuni si chiamava Lampezia, secondo altri Epiona, nomi peraltro abbastanza orrendi. Comunque dalla moglie ebbe quattro figlie: Igea, che rappresentava la salute; Panacea che guariva tutte le malattie; Iaso che invece le provocava;Egle, la madre delle grazie. Ebbe anche due figli maschi: Macaone, ucciso all’assedio di Troia e Podalirio anche lui molto abile nella professione medica.
Asclepio o Esculapio fu uno di primi a scoprire i poteri terapeutici della musica.
Era rappresentato quale uomo canuto, dotato di una barba bianca, venerabile. La fronte cinta di alloro ed il corpo coperto da un manto, in una delle mani aveva una verga attorno alla quale era attorcigliato un serpente.
Venne venerato come dio dapprima dagli abitanti di Epidauro, poi da tutta la Grecia e poi il suo culto si diffuse anche a Roma.
Ad Esculapio sono sacri la tartaruga, il gallo ed il serpente.
Perchè scrivo queste cose? Perchè il mito mi affascina come sempre. Ma c’è anche un altra ragione: i fatti di Milano, la nota clinica. Il condizionale è d’obbligo; però è da quando ho letto le dichiarazioni del legale del fondatore, quelle parole così fredde questo press’a poco il senso: “il Notaio Dott..... non scendeva mica nelle corsie a contare i morti”. Terribili. Come se fossero numeri di un ipotetico pallottoliere, un astrazione. Come se non esistessero i dolori, i dubbi, le sofferenze, le notti insonni di tutti quelli che si sono sottoposti ad interventi, asportazioni etc e dei loro famigliari.
Un velo pietoso, un no comment. Forse era meglio no?
Era figlio di Apollo e della ninfa Coronide (figlia di Flegias, principe dei Lapiti).
La ragazza non era molto fedele ad Apollo, il quale si alterò e la uccise. Le trasse però dal fianco il figlio di cui era incinta (Asclepio o Esculapio) e lo affidò al centauro Chirone. Da piccola in casa c’era un quadro o un piatto nel quale era raffigurato Chirone con il piccolo Asclepio e mi impressionava molto, chissà dove è finito.
Chirone fece vivere il bambino nei boschi e gli insegnò l’arte medica dei semplici, come sono chiamate le erbe alle quali si attribuisce un potere medicinale. E questo mi affascina molto.
Asclepio o Esculapio divenne bravissimo in quell’arte ed anche nella chirurgia, inventò rimedi meravigliosi per ogni malattia e nacque così la leggenda che potesse far rivivere i morti. Però Giove non apprezzò questo suo temerario ardimento e si alterò a sua volta e così lo fulminò.
Asclepio o Esculapio, ebbe una moglie. Secondo alcuni si chiamava Lampezia, secondo altri Epiona, nomi peraltro abbastanza orrendi. Comunque dalla moglie ebbe quattro figlie: Igea, che rappresentava la salute; Panacea che guariva tutte le malattie; Iaso che invece le provocava;Egle, la madre delle grazie. Ebbe anche due figli maschi: Macaone, ucciso all’assedio di Troia e Podalirio anche lui molto abile nella professione medica.
Asclepio o Esculapio fu uno di primi a scoprire i poteri terapeutici della musica.
Era rappresentato quale uomo canuto, dotato di una barba bianca, venerabile. La fronte cinta di alloro ed il corpo coperto da un manto, in una delle mani aveva una verga attorno alla quale era attorcigliato un serpente.
Venne venerato come dio dapprima dagli abitanti di Epidauro, poi da tutta la Grecia e poi il suo culto si diffuse anche a Roma.
Ad Esculapio sono sacri la tartaruga, il gallo ed il serpente.
Perchè scrivo queste cose? Perchè il mito mi affascina come sempre. Ma c’è anche un altra ragione: i fatti di Milano, la nota clinica. Il condizionale è d’obbligo; però è da quando ho letto le dichiarazioni del legale del fondatore, quelle parole così fredde questo press’a poco il senso: “il Notaio Dott..... non scendeva mica nelle corsie a contare i morti”. Terribili. Come se fossero numeri di un ipotetico pallottoliere, un astrazione. Come se non esistessero i dolori, i dubbi, le sofferenze, le notti insonni di tutti quelli che si sono sottoposti ad interventi, asportazioni etc e dei loro famigliari.
Un velo pietoso, un no comment. Forse era meglio no?
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sabato 14 giugno 2008
Pelope e la sua storia
Pelope era figlio di Tantalo, re della Lidia, del quale si diceva fosse figlio di Giove e godeva quindi di una certa famigliarità con gli dei. Invitato spesso alla loro mensa, Tantalo riuscì a sottrarvi nettare e ambrosia e parlava dei segreti divini che gli erano stati rivelati. Ma non solo; per mettere alla prova l’ onniscenza degli dei, uccise il proprio figlio Pelope, lo fece a pezzi e lo servì loro come cibo. Ad eccezione di Cerere, che ne mangiò distrattamente una spalla (forse perchè ancora sconvolta dal rapimento della figlia Proserpina), gli altri dei se ne accorsero, Zeus rivelò tutta la sua furia contro Tantalo. Ordinò poi ad Hermes di raccogliere tutti i pezzi del corpo del povero Pelope, e Cloto (una delle Moire), li ricucì; mancava però la spalla e Cerere vi applicò una lucente spalla in avorio.
Pelope cresciuto, s’invaghì perdutamente di Ippodamia, figlia del re Enomao che regnava nell’Elide. Il palazzo di Enomao si trovava ad Olimpia, sulla collina di Crono. Ad Enomao un oracolo aveva predetto che sarebbe stato ucciso dal futuro genero; quindi sfidava tutti i pretendenti della figlia alla corsa delle bighe, attività nella quale si riteneva invincibile perchè poteva contare sui cavalli magici che gli aveva donato Ares. Inoltre era molto astuto: faceva sedere la bellissima fanciulla sulla biga del malcapitato pretendente di turno, in modo tale da distrarlo. Ca va sans dire che gli spasimanti perdevano; ma non solo, la regola infatti stabiliva la morte per chi non vincesse la gara ed intorno all’entrata del palazzo di Enomao erano infisse già tredici teste umane.
Peolope corruppe l’auriga Mirtilo, il quale preparò la biga di Enomao in modo che si spezzasse in due durante la corsa; secondo altri Mirtilo fece si che le ruote della biga si staccassero, sostituendo il perno delle ruote in ferro con uno di cera. Il risultato fu che Enomao piombò nella polvere, il suo corpo venne straziato dai cavalli e morì.
Peolope sposò Ippodamia e fu un re molto potente: conquistò terre in tutte le direzioni, da lui il suo regno si chiamò Peloponneso. Però non diede a Mirtilo il compenso pattuito per il tradimento, anzi quando venne a reclamare lo uccise. Mirtilo morente scagliò contro Pelope e la sua stirpe una terribile maledizione, che evidentemente funzionò, infatti Pelope ebbe ventidue figli, tra i quali Atreo, Tieste e Crisippo.
La gloria di Pelope fu Olimpia. Qui a Pelope venne riservato un sacro monticello posto tra il tempio di Zeus e quello di Hera, con alberi e statue. “Pelope è venerato dagli Elei più di ogni altro eroe a Olimpia, così come Zeus è venerato più di ogni altro dio”. Ogni anno nel suo recinto veniva sacrificato un ariete nero, con lo stesso gesto compiuto da Enomao, prima della sua ultima corsa. Nessuno può assaggiare quella carne, se vuole entrare nel tempio di Zeus.
Pelope cresciuto, s’invaghì perdutamente di Ippodamia, figlia del re Enomao che regnava nell’Elide. Il palazzo di Enomao si trovava ad Olimpia, sulla collina di Crono. Ad Enomao un oracolo aveva predetto che sarebbe stato ucciso dal futuro genero; quindi sfidava tutti i pretendenti della figlia alla corsa delle bighe, attività nella quale si riteneva invincibile perchè poteva contare sui cavalli magici che gli aveva donato Ares. Inoltre era molto astuto: faceva sedere la bellissima fanciulla sulla biga del malcapitato pretendente di turno, in modo tale da distrarlo. Ca va sans dire che gli spasimanti perdevano; ma non solo, la regola infatti stabiliva la morte per chi non vincesse la gara ed intorno all’entrata del palazzo di Enomao erano infisse già tredici teste umane.
Peolope corruppe l’auriga Mirtilo, il quale preparò la biga di Enomao in modo che si spezzasse in due durante la corsa; secondo altri Mirtilo fece si che le ruote della biga si staccassero, sostituendo il perno delle ruote in ferro con uno di cera. Il risultato fu che Enomao piombò nella polvere, il suo corpo venne straziato dai cavalli e morì.
Peolope sposò Ippodamia e fu un re molto potente: conquistò terre in tutte le direzioni, da lui il suo regno si chiamò Peloponneso. Però non diede a Mirtilo il compenso pattuito per il tradimento, anzi quando venne a reclamare lo uccise. Mirtilo morente scagliò contro Pelope e la sua stirpe una terribile maledizione, che evidentemente funzionò, infatti Pelope ebbe ventidue figli, tra i quali Atreo, Tieste e Crisippo.
La gloria di Pelope fu Olimpia. Qui a Pelope venne riservato un sacro monticello posto tra il tempio di Zeus e quello di Hera, con alberi e statue. “Pelope è venerato dagli Elei più di ogni altro eroe a Olimpia, così come Zeus è venerato più di ogni altro dio”. Ogni anno nel suo recinto veniva sacrificato un ariete nero, con lo stesso gesto compiuto da Enomao, prima della sua ultima corsa. Nessuno può assaggiare quella carne, se vuole entrare nel tempio di Zeus.
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venerdì 13 giugno 2008
le olimpiadi
Nell’antica Grecia si svolgevano diverse manifestazioni sportive: i giochi di Isthmia, quelli che si tenevano a Nemea, ed altri che avevano sede in Delfi. Il primato lo avevano però i giochi che si svolgevano in Olimpia, celebrati da Pindaro, nella Prima Olimpica, con queste parole:
“L’acqua è la cosa più grande; l’oro un fuoco acceso che splende nella notte sulla superba ricchezza; se vuoi, mio cuore, raccontare gli agoni, non cercare nel giorno, nel cielo vuoto una stella che splenda più calda del sole, e non canteremo un agone più illustre di Olimpia.”
Le città stato dei greci, tanto spesso in rissa tra loro, ogni quattro anni si placavano per amore dello sport. Eppure la leggende che avvolgono le origini delle olimpiadi, ancora oggi simbolo di “tregua sacra”, sono truci e cupe, raccontano di passioni, slealtà e tradimenti.
Pausania narra che Crono (per i romani Saturno), il primo dio che ha regnato nei cieli, nell’età dell’oro aveva già un suo tempio in Olimpia che era un antichissimo bosco sacro, nell’idilliaca valle del fiume Alfeo
A Crono fu predetto che uno dei figli lo avrebbe cacciato dal trono, ed il suo era un trono molto importante: infatti era il Signore del mondo. Allora Crono divorò tutti i suoi figli, ma la moglie (Era) riuscì a nasconderne uno, facendogli ingoiare delle pietre al suo posto, e così Zeus si salvò.
L’educazione di Zeus venne affidata ai cinque Dattilii originari del monte Ida. A loro si attribuiva l’invenzione dell’arte di lavorare il ferro, la magia la conoscenza delle forze naturali e della musica.
Un bel giorno Giove e Saturno combatterono insieme la lotta in Olimpia e il comando di tutto il mondo era il premio di questa vittoria. Vinse Zeus.
I giochi olimpici raggiunsero il loro splendore a partire da Pelope che in Olimpia disputò una gara di bighe truccata e sanguinosa.
ma questa di Pelope è un altra storia
“L’acqua è la cosa più grande; l’oro un fuoco acceso che splende nella notte sulla superba ricchezza; se vuoi, mio cuore, raccontare gli agoni, non cercare nel giorno, nel cielo vuoto una stella che splenda più calda del sole, e non canteremo un agone più illustre di Olimpia.”
Le città stato dei greci, tanto spesso in rissa tra loro, ogni quattro anni si placavano per amore dello sport. Eppure la leggende che avvolgono le origini delle olimpiadi, ancora oggi simbolo di “tregua sacra”, sono truci e cupe, raccontano di passioni, slealtà e tradimenti.
Pausania narra che Crono (per i romani Saturno), il primo dio che ha regnato nei cieli, nell’età dell’oro aveva già un suo tempio in Olimpia che era un antichissimo bosco sacro, nell’idilliaca valle del fiume Alfeo
A Crono fu predetto che uno dei figli lo avrebbe cacciato dal trono, ed il suo era un trono molto importante: infatti era il Signore del mondo. Allora Crono divorò tutti i suoi figli, ma la moglie (Era) riuscì a nasconderne uno, facendogli ingoiare delle pietre al suo posto, e così Zeus si salvò.
L’educazione di Zeus venne affidata ai cinque Dattilii originari del monte Ida. A loro si attribuiva l’invenzione dell’arte di lavorare il ferro, la magia la conoscenza delle forze naturali e della musica.
Un bel giorno Giove e Saturno combatterono insieme la lotta in Olimpia e il comando di tutto il mondo era il premio di questa vittoria. Vinse Zeus.
I giochi olimpici raggiunsero il loro splendore a partire da Pelope che in Olimpia disputò una gara di bighe truccata e sanguinosa.
ma questa di Pelope è un altra storia
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giovedì 12 giugno 2008
capita
capita
delle volte succede di sentirsi un pò, molto giù
da cosa dipende?
spesso vicende esterne, che anche se non lo vogliamo ci coinvolgono
vicende create da altri, e con questo mi riferisco a persone che ci sono care
che, per vivere nei loro mondi ideali, mondi che non tengono conto della realtà delle cose, ci coinvolgono
pesantemente,
in questa rappresentazione. Ma per loro costituisce tutto, non transigono, non accettano i miseri compromessi del reale
e così mediando, cercando di mediare, il peso delle cose ci ricade pesantemente sulle spalle.
Dire loro di no?
non è possibile, si compromettono dei fragili equilibri, delle speranze che se infrante costituirebbero delle ferite profonde,
ferite inguaribili, che cerchiamo con tutte le forze di lenire
perchè vogliamo loro un bene infinito;
avendo imparato a vedere, oltre alla forza la loro incredibile fragilità.
Perchè non ci è dato comportarci diversamente, visto il bozzolo di sentimenti che ci lega.
Tutto questo per dire che vivo in una famiglia (di origine) composta di personaggi con caratteri "forti" di persone fortemente carismatiche,che non hanno saputo accettare il cambiamento delle epoche, dei tempi, che vivono in un mondo tutto loro.
gli anni certo non aiutano a cambiare questi modi ormai così radicati.
Prese di forza, nemmeno.
Ma lamentarci mai, magari un piccolo sfogo, come questo
delle volte succede di sentirsi un pò, molto giù
da cosa dipende?
spesso vicende esterne, che anche se non lo vogliamo ci coinvolgono
vicende create da altri, e con questo mi riferisco a persone che ci sono care
che, per vivere nei loro mondi ideali, mondi che non tengono conto della realtà delle cose, ci coinvolgono
pesantemente,
in questa rappresentazione. Ma per loro costituisce tutto, non transigono, non accettano i miseri compromessi del reale
e così mediando, cercando di mediare, il peso delle cose ci ricade pesantemente sulle spalle.
Dire loro di no?
non è possibile, si compromettono dei fragili equilibri, delle speranze che se infrante costituirebbero delle ferite profonde,
ferite inguaribili, che cerchiamo con tutte le forze di lenire
perchè vogliamo loro un bene infinito;
avendo imparato a vedere, oltre alla forza la loro incredibile fragilità.
Perchè non ci è dato comportarci diversamente, visto il bozzolo di sentimenti che ci lega.
Tutto questo per dire che vivo in una famiglia (di origine) composta di personaggi con caratteri "forti" di persone fortemente carismatiche,che non hanno saputo accettare il cambiamento delle epoche, dei tempi, che vivono in un mondo tutto loro.
gli anni certo non aiutano a cambiare questi modi ormai così radicati.
Prese di forza, nemmeno.
Ma lamentarci mai, magari un piccolo sfogo, come questo
lunedì 9 giugno 2008
alloro
l'alloro nnon è un erba, è un arbusto, un albero. l'etimo di alloro deriva da laude, perchè con l'alloro si incoronava chi meritava di essere lodato.
la moglie dell'imperatore Augusto si chiamava livia, un giorno era nella sua villa, in un luogo che ancora oggi si chiama delle galline bianche, sul tevere. un aquila le fece cadere in grembo una gallina bianca, che teneva nel becco un ramo di alloro. allora gli indovini predissero una grande fortuna e consigliarini che nella zona venissero allevate galline bianche e coltivato l'alloro. e così fu. volatili e alloro si diffusero, i colli circostanti vennero chiamati laurentini e la località galline bianche.
augusto venne incoronato imperatore con l'alloro, e un ramo di alloro portava sempre con se nei suoi trionfi.
per la sua provenienza divina, quale dono di giove, veniva usato come amuleto contro i fulmini: giove non avrebbe mai colpito la sua pianta e quindi neppure chi la portava nella mano.nelle campagne usava mettere alloro nelle stalle per preservare le bestie dai fulmini.
Festoni di alloro sulle porte del paese indica che i forestieri possono entrare perchè l'alloro è simbolo della pace.
L'alloro veniva usato anche per pratiche magiche, per preveder il raccolto delle messi future: bastava buttarlo nel fuoco, se scoppiettava non c'era speranza, se ardeva di vivida fiamma allora tutto sarebbe andato per il meglio.
infuso acaldo per malattie da raffreddamento: un cucchiaino di foglie frantumate in 250 gr di acqua bollente, 30 grammii di scorzette di arancia per ogni 50 grammi di foglie di alloro. Dolcificare con miele e leggere una bella fiaba al calduccio del lettino.
la moglie dell'imperatore Augusto si chiamava livia, un giorno era nella sua villa, in un luogo che ancora oggi si chiama delle galline bianche, sul tevere. un aquila le fece cadere in grembo una gallina bianca, che teneva nel becco un ramo di alloro. allora gli indovini predissero una grande fortuna e consigliarini che nella zona venissero allevate galline bianche e coltivato l'alloro. e così fu. volatili e alloro si diffusero, i colli circostanti vennero chiamati laurentini e la località galline bianche.
augusto venne incoronato imperatore con l'alloro, e un ramo di alloro portava sempre con se nei suoi trionfi.
per la sua provenienza divina, quale dono di giove, veniva usato come amuleto contro i fulmini: giove non avrebbe mai colpito la sua pianta e quindi neppure chi la portava nella mano.nelle campagne usava mettere alloro nelle stalle per preservare le bestie dai fulmini.
Festoni di alloro sulle porte del paese indica che i forestieri possono entrare perchè l'alloro è simbolo della pace.
L'alloro veniva usato anche per pratiche magiche, per preveder il raccolto delle messi future: bastava buttarlo nel fuoco, se scoppiettava non c'era speranza, se ardeva di vivida fiamma allora tutto sarebbe andato per il meglio.
infuso acaldo per malattie da raffreddamento: un cucchiaino di foglie frantumate in 250 gr di acqua bollente, 30 grammii di scorzette di arancia per ogni 50 grammi di foglie di alloro. Dolcificare con miele e leggere una bella fiaba al calduccio del lettino.
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domenica 8 giugno 2008
la maga delle spezie
Ho letto questo libro, questa magnifica favola. Introduce ad un mondo lontano, pieno di aromi intensi, di colori, di luce, di presenze magiche.
E' la storia di Tilo e poi di Maya. Una storia intensa di una maga trasgressiva, che si lascia avvolgere da emozioni umane, che partecipa alla vita di coloro che deve aiutare e questo non è ammesso.
E poi si parla continuamente delle spezie e dei loro poteri, però attenzione la loro asseunzione va effettuata solo sotto la supervisione di una qualificata maga delle spezie.
Le spezie che cantano nelle mani giuste, che sprigionano tutti i loro poteri arcani, che derivano dagli elementi, dalle forze della natura. "La mia passione sono le spezie, ne conosco le origini il significato dei colori e dei profumi. Posso chiamarle una per una con il nome assegnato loro quando la terra si spaccò come una scorza per offrirle al cielo." Così inizia questa favola di fragranze e di aromi.
L'ha scritta Chitra Banerjee Divakaruni, il suo nome è una poesia.
E' la storia di Tilo e poi di Maya. Una storia intensa di una maga trasgressiva, che si lascia avvolgere da emozioni umane, che partecipa alla vita di coloro che deve aiutare e questo non è ammesso.
E poi si parla continuamente delle spezie e dei loro poteri, però attenzione la loro asseunzione va effettuata solo sotto la supervisione di una qualificata maga delle spezie.
Le spezie che cantano nelle mani giuste, che sprigionano tutti i loro poteri arcani, che derivano dagli elementi, dalle forze della natura. "La mia passione sono le spezie, ne conosco le origini il significato dei colori e dei profumi. Posso chiamarle una per una con il nome assegnato loro quando la terra si spaccò come una scorza per offrirle al cielo." Così inizia questa favola di fragranze e di aromi.
L'ha scritta Chitra Banerjee Divakaruni, il suo nome è una poesia.
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lunedì 2 giugno 2008
acqua di melissa
melissa, pianta tipicamente da api, da miele.
veniva coltiovata dagli arabi perchè era importantissima nella farmacopea. rientrava anche in preparazioni magiche come pozione soporifera.
molteplici le sue virtù medicinali, secondo il Mattioli: rallegra gli animi, ideale per ledepressioni causate dalla passionalità eccessiva, da sentimenti delusi,ideale per il mal d'amore, secondo Serapione di Alessandria.
Stimola l'appetito, è tonica e digestiva
i carmelitani scalzi preparavano l'acqua di melissa, utile per il mal di stomaco, nell'insonnia e nella malinconia, nelle crisi di nervi e nella cardiopatia nervosa.
Occorrono: sommità fiorite di melissa fresche leggermente appassite (gr.350),scorza di limone tagliata a listarelle (gr.70), cannella di Ceylon, chiodi di garofano, noce moscata contusa anagrammi 35, coriandolo in semi, angelica radice grammi 16.
Tutte queste droghe vengono messa in macero in due litri di alcool etilico a 80 gradi. Dopo una settimana si distilla a bassa temperatura in alambicco ottenendo circa litri 1,7 di ottima acqua di melissa. Famigliarmente possiamo ottenere un medicamento analogo, mettendo le droghe in una bottiglia sigillata, chiara e facendole macerare in alcool etilico a 80 gradi per dieci giorni, esponendo il recipiente al sole. Poi si filtra.
Ho tratto queste preziose informazioni da Tesori e profumi dell'orto di Giovanni Righi Parenti.
p.s. melissa era il nome della ninfa che avrebbe scoperto le api e l'uso del miele. Figlia di Melisso, re di Creta, sarebbe stata una delle numerose nutrici di Giove che, dopo la morte l'avrebbe mutata in ape
veniva coltiovata dagli arabi perchè era importantissima nella farmacopea. rientrava anche in preparazioni magiche come pozione soporifera.
molteplici le sue virtù medicinali, secondo il Mattioli: rallegra gli animi, ideale per ledepressioni causate dalla passionalità eccessiva, da sentimenti delusi,ideale per il mal d'amore, secondo Serapione di Alessandria.
Stimola l'appetito, è tonica e digestiva
i carmelitani scalzi preparavano l'acqua di melissa, utile per il mal di stomaco, nell'insonnia e nella malinconia, nelle crisi di nervi e nella cardiopatia nervosa.
Occorrono: sommità fiorite di melissa fresche leggermente appassite (gr.350),scorza di limone tagliata a listarelle (gr.70), cannella di Ceylon, chiodi di garofano, noce moscata contusa anagrammi 35, coriandolo in semi, angelica radice grammi 16.
Tutte queste droghe vengono messa in macero in due litri di alcool etilico a 80 gradi. Dopo una settimana si distilla a bassa temperatura in alambicco ottenendo circa litri 1,7 di ottima acqua di melissa. Famigliarmente possiamo ottenere un medicamento analogo, mettendo le droghe in una bottiglia sigillata, chiara e facendole macerare in alcool etilico a 80 gradi per dieci giorni, esponendo il recipiente al sole. Poi si filtra.
Ho tratto queste preziose informazioni da Tesori e profumi dell'orto di Giovanni Righi Parenti.
p.s. melissa era il nome della ninfa che avrebbe scoperto le api e l'uso del miele. Figlia di Melisso, re di Creta, sarebbe stata una delle numerose nutrici di Giove che, dopo la morte l'avrebbe mutata in ape
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sabato 31 maggio 2008
lucciole
dalla finestra dell'antica casa guardo nella notte; questa sera tutta la collina, tre gli ulivi, che brillano di argento nel venticello, è piena di lucciole. I grilli si cominciano a sentire e si vede anche quelche stellina, in mezzo alle nuvole.
Qualche nota dal pianoforte
e i pensieri corrono veloci, le sensazioni, le nostalgie, i ricordi.
Bambini miei come siete cresciuti in fretta, forse è stata anche un pò colpa mia che avevo paura di non farcela, con voi, con il lavoro e con tante responsabilità che mi sono pian piano, ma neanche troppo piano, cadute addosso.
Bambini miei vi ho resi autonomi forse troppo presto, facendovi imparare a cucinare, a prepararvi le valige, a inseganrvi mille cose per non dipendere da nessuno.
Bambini miei adesso siete poco più che adolescenti, e in fondo sono passati pochi anni da quando per uscire per passare una serata fuori(qualche volta per andare al Bagno America) dovevo chiamare la baby sitter, anche oltre le ore in cui le eravate affidate mentre ero al lavoro.
Bambini miei che strazio era chiudere la porta per andare al lavoro mentre voi mi cercavate. Le vostre voci tenere, le camerette, come mi mancate.
adesso abbiamo un dialogo adulto, ci cerchiamo sempre, ma come vorrei un piccolino
Qualche nota dal pianoforte
e i pensieri corrono veloci, le sensazioni, le nostalgie, i ricordi.
Bambini miei come siete cresciuti in fretta, forse è stata anche un pò colpa mia che avevo paura di non farcela, con voi, con il lavoro e con tante responsabilità che mi sono pian piano, ma neanche troppo piano, cadute addosso.
Bambini miei vi ho resi autonomi forse troppo presto, facendovi imparare a cucinare, a prepararvi le valige, a inseganrvi mille cose per non dipendere da nessuno.
Bambini miei adesso siete poco più che adolescenti, e in fondo sono passati pochi anni da quando per uscire per passare una serata fuori(qualche volta per andare al Bagno America) dovevo chiamare la baby sitter, anche oltre le ore in cui le eravate affidate mentre ero al lavoro.
Bambini miei che strazio era chiudere la porta per andare al lavoro mentre voi mi cercavate. Le vostre voci tenere, le camerette, come mi mancate.
adesso abbiamo un dialogo adulto, ci cerchiamo sempre, ma come vorrei un piccolino
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venerdì 30 maggio 2008
frittelle di fiori di sambuco
In questo momento i fiorellini bianchi sono meravigliosi, e profumati.
Della possibilità di ricavarne frittelle me ne ha sempre parlato mio papà che le mangiava da piccino, cucinate dalla "fraulein".
Ingredienti
• fiori di sambuco
• 1 bicchierino di grappa
• 1/2 bicchiere di latte
• olio di oliva
• 150 gr. di farina
• 2 uova
• noce moscata
• sale
• pepe
Prendere i fiori di sambuco, lavarli ed asciugarli delicatamente.
Fare una pastella con la farina, le uova sbattute, sale, noce moscata e il latte ed immergevi, sempre molto delicatamente i fiorellini, con un pochino di gambo ancora attaccato per facilitare l'operazione. Tutto sempre molto delicatamente.
Friggerli in olio bollente e servire caldi. Sono deliziosi anche freddi. Se volete potete cospargerli con lo zucchero a velo, o anche intero.
Della possibilità di ricavarne frittelle me ne ha sempre parlato mio papà che le mangiava da piccino, cucinate dalla "fraulein".
Ingredienti
• fiori di sambuco
• 1 bicchierino di grappa
• 1/2 bicchiere di latte
• olio di oliva
• 150 gr. di farina
• 2 uova
• noce moscata
• sale
• pepe
Prendere i fiori di sambuco, lavarli ed asciugarli delicatamente.
Fare una pastella con la farina, le uova sbattute, sale, noce moscata e il latte ed immergevi, sempre molto delicatamente i fiorellini, con un pochino di gambo ancora attaccato per facilitare l'operazione. Tutto sempre molto delicatamente.
Friggerli in olio bollente e servire caldi. Sono deliziosi anche freddi. Se volete potete cospargerli con lo zucchero a velo, o anche intero.
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mercoledì 28 maggio 2008
l'antica casa
dopo anni di silenzio, di ragnatele, polvere, topi, bestiacce, un giorno un sogno abitò l'antica casa.
Ricordo che era una domenica, il sogno era quello di riaprirla agli amici, alle voci, ai suoni, ai colori e alla musica.
E così valorizzando tutto quello che c'era, ed era davvero molto, senza gettare nulla che fosse legato alla solida e forte rete dei ricordi, con grande entusiasmo e non meno fatica, una sera l'antica casa illuminata splendeva nella notte.
C'erano torce, profumi, gioia, le lucciole brillavano sui poggi mentre i grilli le accompagnavano nella loro danza notturna.
Ricordo che era una domenica, il sogno era quello di riaprirla agli amici, alle voci, ai suoni, ai colori e alla musica.
E così valorizzando tutto quello che c'era, ed era davvero molto, senza gettare nulla che fosse legato alla solida e forte rete dei ricordi, con grande entusiasmo e non meno fatica, una sera l'antica casa illuminata splendeva nella notte.
C'erano torce, profumi, gioia, le lucciole brillavano sui poggi mentre i grilli le accompagnavano nella loro danza notturna.
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martedì 27 maggio 2008
frittata con melissa
Questa ricetta l'ho trovata in un simpatico libro di Leo Codacci.
Questi sono gli ingredienti: 6 uova, 6 patate, olio di oliva, foglie e fiori di melissa.
Procedimento: tagliare le patate non tanto fini, poi friggerle in olio di oliva con qualche fogliolina di melissa. Sbattete bene le uova, metterle nella patate, cuocere la frittata, aromatizzate con i fiorelli di melissa.
Se potete servitela in una merenda in giardino, altrimenti pappatela pure anche in casa.
Melissa, come di ce il suo nome, è una pianticella molto amata dalle api, i fiorellini e le tenere foglioline stanno bene nelle insalate.
Potete mettere qualche fogliolina anche nella pancina dei pesci da grigliare.
Il profumo della melissa è simile a quello della citronella.
Se vi punge qualche zanzara potete strofinare sulla punzecchiatura una fogliolina per un rapido sollievo.
Questi sono gli ingredienti: 6 uova, 6 patate, olio di oliva, foglie e fiori di melissa.
Procedimento: tagliare le patate non tanto fini, poi friggerle in olio di oliva con qualche fogliolina di melissa. Sbattete bene le uova, metterle nella patate, cuocere la frittata, aromatizzate con i fiorelli di melissa.
Se potete servitela in una merenda in giardino, altrimenti pappatela pure anche in casa.
Melissa, come di ce il suo nome, è una pianticella molto amata dalle api, i fiorellini e le tenere foglioline stanno bene nelle insalate.
Potete mettere qualche fogliolina anche nella pancina dei pesci da grigliare.
Il profumo della melissa è simile a quello della citronella.
Se vi punge qualche zanzara potete strofinare sulla punzecchiatura una fogliolina per un rapido sollievo.
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sabato 24 maggio 2008
calamari fritti alla turca
questa ricetta l'ho trovata su cooker è di lokum, era tanto tempo che volevo sperimentarla; quando l'ho provata ho apportato alcune piccole modifiche. Il risultato è stato apprezzato.
la sera prima prendete dei calamari, anche se sono grossi non importa.Tagliateli sottili e metteteli in un contenitore (dotato di coperchio), spargete sui calamari del bicarbonato e poi spremete sopra il tutto un bel limone, possibilmente bio. Vedrete che si formerà della schiuma. Chiudete il coperchio e metteteli in frigorifero per tutta la notte.
Verso le tredici troverete i calamari con una sorta di sughetto, l'ho buttato e ho passato i calamari sotto acqua corrente, poi li ho asciugati ed infarinati. Infine fritti come di consuleto. Ma se volete potete anche lessarli o farli in umido, risulteranno sempre molto teneri.
Li ho accompagnati con una salsetta a base di formaggio alioli che ho acquistato al mercato centrale qui a firenze. Ma che penso di poter riprodurre mescolando aglio tritato, prezzemolo pepe a formaggio come stracchino o robbioletta.
la sera prima prendete dei calamari, anche se sono grossi non importa.Tagliateli sottili e metteteli in un contenitore (dotato di coperchio), spargete sui calamari del bicarbonato e poi spremete sopra il tutto un bel limone, possibilmente bio. Vedrete che si formerà della schiuma. Chiudete il coperchio e metteteli in frigorifero per tutta la notte.
Verso le tredici troverete i calamari con una sorta di sughetto, l'ho buttato e ho passato i calamari sotto acqua corrente, poi li ho asciugati ed infarinati. Infine fritti come di consuleto. Ma se volete potete anche lessarli o farli in umido, risulteranno sempre molto teneri.
Li ho accompagnati con una salsetta a base di formaggio alioli che ho acquistato al mercato centrale qui a firenze. Ma che penso di poter riprodurre mescolando aglio tritato, prezzemolo pepe a formaggio come stracchino o robbioletta.
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